Norme e sentenze

Consiglio di Stato conferma sentenze Tar Lecce su concessioni balneari al 2033

Il massimo organo di giustizia amministrativa ha respinto i ricorsi del Comune di Castrignano del Capo

Con tre distinte ordinanze depositate ieri (le n. 643/2021, 644/2021 e 645/2021), la V sezione del Consiglio di Stato ha respinto le richieste di sospensione proposte dal Comune di Castrignano del Capo contro le sentenze del Tar Lecce emesse lo scorso novembre sull’estensione al 2033 delle concessioni demaniali marittime, confermando la piena efficacia delle storiche pronunce firmate dal presidente del Tar Lecce Antonio Pasca. Le società appellate, titolari delle sentenze favorevoli al prolungamento delle concessioni demaniali marittime sino al 2033, erano titolari degli stabilimenti balneari Samarinda e Samarinda Beach House (difesi dall’avvocato Danilo Lorenzo e associati a Cna Balneari) e Lido Azzurro (difeso dagli avvocati Leonardo Maruotti, Francesco Romano e Francesco Vetrò e associato a Federazione imprese demaniali), tutti situati a Santa Maria di Leuca. Il Consiglio di Stato, respingendo la posizione del Comune che si opponeva alle sentenze del Tar, non è entrato nel merito della decisione ma ha di fatto affermato che non c’è alcun motivo urgente per sospendere l’efficacia della validità dell’estensione al 2033, in attesa della decisione definitiva che avverrà tra circa un anno.

Le origini del contenzioso

La vicenda riguarda la questione dell’applicazione dell’articolo 1, commi 682 e 683 della legge n. 145/2018, con la quale è stata disposta l’estensione delle concessioni demaniali marittime vigenti alla data di entrata in vigore della legge per ulteriori quindici anni, e quindi sino al 31 dicembre 2033. Il Comune di Castrignano del Capo dapprima aveva disposto la proroga dei titoli concessori, salvo poi annullare la stessa in autotutela per presunto contrasto della norma nazionale con la direttiva europea Bolkestein. Da qui il ricorso promosso al Tar Lecce dalle società Solemare srl, Capo di Leuca srls e Lido Azzurro sas.

Con distinte sentenze, che hanno avuto indubbia risonanza nazionale per il loro carattere assolutamente innovativo nella materia, il Tar di Lecce (presidente e relatore Antonio Pasca) ha accolto i ricorsi proposti dai concessionari sancendo un fondamentale principio di diritto, ovvero la non applicabilità delle direttive comunitarie all’interno dello Stato membro, la non auto-esecutività della direttiva Bolkestein e, conseguentemente, la prevalenza del diritto nazionale (e quindi della legge n. 145/2018) rispetto alla stessa direttiva (a questo proposito, si legga anche l’intervista di Mondo Balneare al giudice Pasca: “La Bolkestein non è autoesecutiva: ecco cosa deve fare il governo per riformare le concessioni balneari“).

Avverso le citate sentenze del Tar, il Comune di Castrignano del Capo ha proposto appello innanzi al Consiglio di Stato, chiedendo contestualmente la sospensione delle statuizioni giurisdizionali del giudici amministrativi salentini e, conseguentemente, del provvedimento emesso dal Comune di Castrignano del Capo con cui era stata negata l’estensione della durata della concessione demaniale sino al 31 dicembre 2033.

Nel giudizio di appello, l’avvocato Danilo Lorenzo ha ribadito la natura non esecutiva della direttiva Bolkestein e la non applicabilità della stessa all’interno dello Stato membro, e conseguentemente la prevalenza del diritto nazionale in mancanza di una norma applicabile che smentisca la validità della concessa proroga. È stato inoltre ribadito il principio secondo il quale l’articolo 12 della direttiva Bolkestein impone la sussistenza di una scarsità delle risorse e di un interesse transfrontaliero dei titoli concessori, tutte situazioni insussistenti nel caso trattato.

La conferma del Consiglio di Stato

Con le ordinanze 643, 644 e 645/2021 emesse ieri, la V sezione del Consiglio di Stato (presidente Giuseppe Severini, relatore Valerio Perotti) ha respinto la domanda cautelare proposta dal Comune salentino, confermando la validità delle sentenze del Tar Lecce. In particolare, secondo il Consiglio di Stato «le ragioni dell’appellante non risultano assistite da un apprezzabile profilo di periculum in mora».

La scelta del massimo organo di giustizia amministrativa era un primo esame importante per la legge 145/2018 che, non essendo stata sospesa in attesa del giudizio di merito, resta tuttora valida ed efficace.

I commenti

Commenta l’avvocato Danilo Lorenzo, difensore di due delle tre società coinvolte nel contenzioso: «Si tratta di pronunce di enorme validità nell’ambito della materia trattata. Sebbene le stesse si siano limitate ad affrontare la questione con riferimento alla fase cautelare, è evidente che i giudici di Palazzo Spada hanno voluto confermare la validità della sentenza del Tar Lecce sino alla successiva fase di merito, ritenendo meritevole di tutela l’interesse del concessionario a mantenere il titolo demaniale secondo la validità prevista dalla legge. La materia della proroga delle concessioni riguarda aspetti giuridici di enorme complessità e novità nel panorama normativo e giurisprudenziale italiano, coinvolgendo aspetti che afferiscono anche al rapporto tra diritto interno e diritto comunitario. Mi auguro che dopo queste pronunce prima del Tar Lecce e poi del massimo giudice amministrativo, i Comuni ancora inadempienti facciano il loro dovere e procedano all’applicazione della legge nazionale, prorogando i titoli concessori sino alla data voluta dal legislatore».

Grande soddisfazione è stata espressa anche da Giuseppe Mancarella e Toti Di Mattina, in rappresentanza di Cna Balneari Puglia: «Le pronunce odierne del Consiglio di Stato rappresentano una boccata di ossigeno per l’intero comparto balneare. Sono felicissimo per il risultato raggiunto che, pur riferito ad aspetti riguardanti la fase della sospensiva, possono rappresentare un evidente segnale del massimo giudice amministrativo nella materia. Ci auguriamo che queste pronunce possano permettere di risolvere tutte le ritrosie dei Comuni inadempienti nell’applicare la legge esistente e prorogare i titoli concessori, permettendo ai balneari di svolgere con serenità il loro lavoro, che rappresenta un’importante fetta dell’intera filiera turistica e dell’economia nazionale, garantendo occupazione specie in un periodo di crisi economica come quello attuale».

Tira un sospiro di sollievo anche il presidente di della Federazione imprese demaniali Salento Mauro Della Valle: «Auspichiamo che questo sia un forte momento di riflessione per il nuovo parlamento, perché i giudici del Consiglio di Stato ancora una volta stanno dando tempo alla politica di riordinare il sistema italiano. Certamente non possiamo avere proroghe lunghe, tali da generare la preoccupazione che nel tempo qualcuno possa tornare a impugnarle. Una volta per tutte il legislatore sarà obbligato a dare serenità alle 30.000 imprese demaniali d’Italia».

Da parte del Sindacato italiano balneari – Confcommercio, questo il commento positivo del presidente nazionale Antonio Capacchione: «La giurisprudenza del Tar di Lecce sull’applicazione della legge 145/2018 non è stata contraddetta dal Consiglio di Stato, anzi ha superato il primo esame. Sono rimasti delusi tutti coloro che si aspettavano una solenne bocciatura di quanto va decidendo il Tar di Lecce sull’incompetenza dei Comuni a valutare l’applicabilità o meno di una legge dello Stato. Ci auguriamo che questa vicenda sia di monito a quei Comuni che non stanno applicando la legge n. 145/2018 o che, addirittura, sono tentati di annullare i provvedimenti già adottati di applicazione della stessa.
Queste importanti decisioni non eliminano, comunque, la necessità di un tempestivo intervento chiarificato del governo in materia. Confidiamo che quello che si sta varando in queste ore abbia la consapevolezza dell’importanza e dell’urgenza di difendere questo importante settore dell’economia nazionale. Ci adopereremo affinché ciò avvenga non solo nell’interesse delle 30.000 aziende familiari ma anche del paese che, oggi più che mai, ha bisogno della balneazione attrezzata italiana».

Infine, così Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia: «Eravamo certi di essere sulla strada giusta e la sentenza del Consiglio di Stato lo dimostra perfettamente. Ora è necessario rispettare la norma dello Stato e vigileremo per far sì che ciò accada. Dopo il Tar di Lecce, anche il Consiglio di Stato conferma la validità dell’impianto legislativo della legge 145/2018 con la conferma della proroga con scadenza al 31 dicembre 2033 a favore dei concessionari e la non auto-esecutività della direttiva Bolkestein: siamo molto soddisfatti di questo risultato e continueremo a difendere le imprese balneari del Salento, della Puglia e dell’intero paese da decisioni che, in chiara violazione della legge, continuano a perpetrarsi a danno dei concessionari di beni italiani e a danno dell’intero cluster turistico del Paese. Per Federbalneari Italia l’orientamento giurisprudenziale è ora più chiaro e univoco, nel rispetto della legge 145/2018, senza offrire a funzionari e dirigenti degli enti locali la possibilità di interpretazioni fantasiose al di fuori delle specifiche competenze. Anche a fronte di questo pronunciamento, emerge la chiara necessità di confrontarsi con il nuovo governo per avviare l’auspicata riforma delle concessioni tanto attesa e di inoltrare la risposta alla lettera di messa in mora della Commissione Ue puntando a confermare la validità della legge 145/2018. Ottimo lavoro svolto dall’amico avvocato Danilo Lorenzo, che ha condotto da principio al Tar Lecce la propria tesi ottenendo la conferma dell’impianto legislativo della 145/2018, sostenuto dai legali Vincenzo Cellamare e Stefano Zunarelli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mondo Balneare

Dal 2010, il portale degli stabilimenti balneari italiani: notizie quotidiane, servizi gratuiti, eventi di settore e molto altro.
Seguilo sui social: