La proposta di riforma delle concessioni balneari approvata ieri sera in consiglio dei ministri, che prevede la riassegnazione dei titoli tramite gare pubbliche entro il 2023 con il riconoscimento di indennizzi per i gestori uscenti, ha scatenato una pioggia di commenti da parte delle forze politiche di maggioranza e opposizione. Riportiamo una carrellata di tutte le note ricevute in redazione.
Gian Marco Centinaio (Lega): «Il testo approvato dal consiglio dei ministri è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in parlamento. L’auspicio è farlo insieme al resto del centrodestra: è prioritario tutelare lavoro, investimenti e sacrifici di imprenditori e lavoratori balneari».
Umberto Buratti (Partito democratico): «Sul riordino delle concessioni balneari registro alcuni elementi positivi, a partire dal voto unanime con cui è stata licenziata la riforma delle concessioni e dal riconoscimento del valore aziendale, degli investimenti fatti e delle professionalità acquisite negli anni come principio inderogabile. In questo senso, in linea di massima, i termini oggetto di discussione negli ultimi anni sono stati recepiti e questo è un dato da sottolineare. Tuttavia ritengo sia necessaria un’analisi approfondita del testo, che va studiato a fondo in vista dello svolgimento del suo iter parlamentare. Ricordo, inoltre, che il demanio marittimo non sono solo gli stabilimenti balneari. Per questo, una riforma deve essere organica e riguardare tutte le diverse tipologie di concessioni.
Si tratta di una legge delega che il parlamento esaminerà nel merito e sulla quale potrà esprimere un giudizio articolato e valutare eventuali modifiche. In questo senso, saranno importanti le audizioni in cui sarà possibile ascoltare le ragioni degli operatori del settore, delle Regioni e, soprattutto, dei Comuni che dovranno organizzarsi per affrontare una fase molto impegnativa. Già nei prossimi giorni mi farò promotore con il Pd di un’iniziativa per incontrare le associazioni di categoria, gli enti locali e le Regioni per cominciare a ragionare sul testo. È importante tenere un costante dialogo aperto a tutti gli interlocutori interessati dalla riforma.
Oggi è stata posata la prima pietra. Rimane centrale l’esigenza di contemperare la tutela del valore aziendale che è ampiamente riconosciuto dal diritto comunitario, gli investimenti fatti, il principio del legittimo affidamento con quello della concorrenza che non deve ledere i diritti degli operatori. Le parole d’ordine continuano a essere certezza del diritto ed equilibrio tra concorrenza e diritti legittimi dei concessionari».
Maurizio Gasparri (Forza Italia): «Leggeremo il testo dell’emendamento del governo sulle concessioni balneari nella sua versione finale. Ma come abbiamo sempre detto, consapevoli delle sentenze italiane e dei pensieri europei, affronteremo con piena coerenza il dibattito in parlamento, unica sede decisionale. Quello del governo è un emendamento e non un editto, una proposta e non un comandamento. Difesa delle imprese italiane, no a colonizzazioni straniere e a infiltrazioni criminali, regole e paletti ben chiari a tutela di aziende e famiglie. Nessun vincolo se non quello di garantire il lavoro italiano. I testi che contano sono quelli che scriveremo, non certo altri. Decide il parlamento, il resto non conta.
Forza Italia è impegnata nella tutela delle imprese balneari che rappresentano una specificità italiana che va salvaguardata. Le direttive europee, come è noto, riguardano i servizi e non i beni. E qualsiasi misura deve essere ragionevole e basata sull’ascolto delle categorie. Abbiamo rappresentato questo punto di vista con chiarezza e lealtà nel governo, nella maggioranza e in parlamento. Siamo aperti al confronto, ma ribadiamo che in questo momento è molto più urgente tutelare gli italiani di fronte al caro bollette che non dedicarsi a un’azione confusa nel campo dei balneari. Anche le regole europee vanno interpretate e applicate con ragionevolezza. In ogni caso Forza Italia ritiene che l’ascolto degli operatori sia la premessa per ogni tipo di confronto che poi sarà logicamente sviluppato nel parlamento
Mentre i governi del pianeta guardano a quanto succede in Ucraina e mentre i bilanci delle aziende e delle famiglie sono condizionati dal rincaro dell’energia e di altre materie prime, in Italia pare che l’emergenza sia la questione dei balneari. Ne prendiamo atto. Consapevoli che qualsiasi provvedimento in materia passerà dal parlamento e in particolare dal Senato. Dove senza alcun pregiudizio e consapevoli di norme e regole italiane ed europee, agiremo per tutelare le imprese del settore turistico e quelle balneari in particolare, per assicurare a esse continuità e serenità. C’era un film di Totò in cui si diceva “questa è la piazza, qui devono passare”. Il parlamento è la piazza della democrazia. E come una fonte più autorevole di Totò ha ricordato in una recente e solenne cerimonia a camere riunite, la centralità del parlamento è un dato insuperabile ed è la suprema garanzia della democrazia e anche della libertà dei cittadini e delle imprese. Comprese quelle balneari».
Sergio Battelli (Movimento 5 Stelle): «Lo dico da anni: gare, gare e ancora gare. Un meccanismo non più rinviabile se vogliamo salvaguardare le nostre spiagge, liberarle e dare certezze e slancio a un comparto concorrenziale per il nostro paese com’è quello del turismo balneare. Non posso quindi che salutare con favore il testo predisposto dal consiglio dei ministri, che mette ko chi riteneva le procedure a evidenza pubblica impossibili da attuare. Finalmente un primo passo concreto per una riforma strutturale che possa correggere quelle storture che ci trasciniamo da anni. Fino a questo momento si è sempre deciso di non decidere a dispetto di suggerimenti, pronunciamenti europei e non, scadenze. E a rimetterci sono stati sempre i cittadini e gli operatori. Eppure era ed è indispensabile riportare equità, progresso e concorrenza nel settore balneare italiano, ponendolo in linea con quello europeo e valorizzando finalmente le specificità del nostro territorio. Anche se qualcuno negli anni ha confuso bene pubblico con proprietà privata, le spiagge sono di tutti e tutti devono poterne fruire liberamente. Come ho sempre rivendicato, la mia non è mai stata una guerra contro quelle famiglie che gestiscono da decenni i nostri litorali con immensi sacrifici. Imprenditori che oggi hanno bisogno di certezze e non di promesse impossibili da mantenere. Ecco perché ritengo sia importante aver previsto la tutela delle imprese familiari e avere inserito il riferimento alla stabilità occupazionale. Ora è il momento di evitare la propaganda e lavorare seriamente con tutti gli attori coinvolti ai decreti legislativi e alla predisposizione di procedure selettive aperte, imparziali e trasparenti».
Stefano Fassina (Liberi e uguali): «Leggeremo il testo definitivo dell’emendamento per le concessioni balneari che uscirà dal consiglio dei ministri, ma ora la preoccupazione è grande. Dalle anticipazioni sembra vi siano importanti passi avanti rispetto all’attuazione “pura” del meccanismo del bando, ma è l’ambito di applicazione del meccanismo da limitare: ha senso per le concessioni revocate o aggiuntive. Invece, applicato in via ordinaria e generalizzata penalizza le imprese a gestione familiare e le imprese più piccole, nonostante i correttivi previsti. Destabilizza attività imprenditoriali avviate e scarica la pressione competitiva sul lavoro. La discontinuità nella gestione della concessione non è un bene in sé e non è condizione necessaria per alzare i canoni o per intervenire sulle irregolarità e sui reati commessi da qualche concessionario. Riformare le regole per le concessioni è giusto e urgente, ma riformare non implica necessariamente doversi allineare ai principi della direttiva Bolkestein, una direttiva sbagliata che ha alimentato la concorrenza tra ordinamenti di welfare e condizioni del lavoro, non tra aziende, e determinato svalutazione del lavoro, senza significativi miglioramenti per i consumatori. Va cambiata, come è stata cambiata la direttiva sui lavoratori dislocati: i principi dei trattati non hanno un’unica modalità di attuazione. Nel frattempo si può procedere a rinnovi condizionati, come avvenuto per il commercio ambulante».
Riccardo Zucconi (Fratelli d’Italia): «Mi stupisco nell’apprendere che, ancora oggi, qualcuno non voglia capire quanto la questione Bolkestein sia di portata nazionale e che non si tratti assolutamente di una mera battaglia per il mantenimento di certi privilegi, come qualcuno vorrebbe far passare, bensì della svendita di un comparto italiano a favore di interessi extra-nazionali. La “direttiva Servizi” viene infatti associata sempre più alle sole concessioni demaniali ma riguarda invece anche i venditori ambulanti, le guide turistiche e i porti turistici. È inconcepibile come questo governo possa aver deciso di affidare alle aste – alle quali ricordiamo che potranno partecipare tutti, anche imprese straniere – ciò che appartiene alla nostra economia e alla nostra terra da sempre come le spiagge, una delle nostre poche risorse naturali, e proprio in un momento come questo dove famiglie e aziende sono messe in grave difficoltà dagli aumenti esorbitanti delle bollette. Come Fratelli d’Italia il presidente Giorgia Meloni, in prima linea da sempre per la difesa della nostra economia e già firmataria della mia proposta di legge sulle concessioni marittime, ha rivolto un chiaro appello al governo affinché risolva queste problematiche e tuteli gli interessi dei cittadini italiani anche in Europa. Questa politica dell’“Italia-in-vendita” non è tollerabile e Fratelli d’Italia intraprenderà qualsiasi iniziativa per impedire che ciò avvenga».
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