La procura generale della Cassazione ha chiesto ufficialmente l’accoglimento del ricorso contro le sentenze dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che a novembre 2021 hanno annullato la proroga delle concessioni balneari fino al 2033. È quanto è emerso stamane nel corso dell’udienza di merito sul ricorso, promosso dal Sindacato italiano balneari di Confcommercio. Ora si attende la sentenza definitiva della Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio per decidere il da farsi: l’orientamento della pronuncia sarà deciso oggi stesso, ma per conoscerlo bisognerà aspettare che venga depositata con le motivazioni, presumibilmente entro le prossime settimane. Durante l’udienza non è stata resa nota una data precisa.
L’orientamento della procura generale della Cassazione a favore dell’accoglimento del ricorso era già stato anticipato nei giorni scorsi, ma questa mattina è stata presentata la richiesta ufficiale in tribunale. Di norma, la suprema corte tiene conto del parere della procura generale: al momento c’è dunque un cauto ottimismo sull’accoglimento del ricorso, ma l’aspetto più importante riguarda il contenuto della sentenza, dalla quale dipendono le sorti del rinnovo delle concessioni demaniali marittime italiane.
Il riepilogo della vicenda
A marzo 2022, il Sib-Confcommercio aveva presentato ricorso contro le due eclatanti sentenze del Consiglio di Stato che hanno disapplicato la proroga delle concessioni balneari al 2033, disposta dalla legge 145/2018, e fissato il termine di scadenza dei titoli vigenti al 31 dicembre 2023, imponendo di riassegnarli tramite gare pubbliche entro la fine di quest’anno. Con la legge 118/2022, il governo Draghi ha recepito gli effetti delle sentenze del Consiglio di Stato: se dunque la Cassazione dovesse dare ragione al ricorso del Sib, verrebbero meno i presupposti in base ai quali è stata fissata l’imminente scadenza delle concessioni.
Questa mattina, durante l’udienza di merito, sono state ascoltate le posizioni delle due parti in causa: da una parte il Comune di Lecce, autore del ricorso che ha portato alle sentenze del Consiglio di Stato, e dall’altra il Sib-Confcommercio che invece ne chiede l’annullamento. Il collegio difensivo del Sib è composto dagli avvocati Maria Alessandra Sandulli, Romano Vaccarella, Stefania Frandi e Antonio Capacchione, quest’ultimo anche presidente nazionale dell’associazione. A supporto del ricorso del Sib si sono costituiti il Coordinamento concessionari pertinenziali (rappresentato dall’avvocato Bartolo Ravenna) e la Regione Abruzzo.
Nel merito, il ricorso del Sib denuncia l’eccesso di potere di giurisdizione da parte del Consiglio di Stato, affermando in sostanza che Palazzo Spada non avrebbe potuto annullare la proroga al 2033 – giudicandola un rinnovo automatico e quindi in contrasto col diritto europeo – e al contempo fissare un altro termine altrettanto automatico e generalizzato, in maniera del tutto arbitraria, quale è stata la scadenza del 31 dicembre 2023. Vista l’urgenza della questione, è molto probabile che la Cassazione emanerà la sua sentenza nel giro di poche settimane, di sicuro entro la fine dell’anno.
Il commento di Capacchione
Così il presidente del Sib Antonio Capacchione riferisce gli esiti dell’udienza di stamane: «Nella discussione davanti alla suprema Corte di cassazione a sezioni unite, il collegio difensivo del Sib ha ribadito che la sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha di fatto espropriato il potere del legislatore di disciplinare la materia, oltre ad avere invaso la giurisdizione della Corte costituzionale sulla disapplicazione dei provvedimenti amministrativi dalla quale possono derivare conseguenze penali a carico dei concessionari. Un’altra grave criticità è poi stata l’estromissione dal processo del nostro sindacato, quale soggetto rappresentante dei concessionari, in un dibattito che ha effetti diretti sugli stessi, con grave lesione dei diritti di difesa di tutti gli imprenditori balneari».
«La procura generale della Cassazione ha ribadito quanto già chiesto nelle sue memorie, chiedendo l’accoglimento del ricorso avverso le sentenze dell’adunanza plenaria», aggiunge Capacchione. «Ora attendiamo con fiducia, restando convinti che la soluzione della questione non spetti ai giudici, ancorchè autorevoli, bensì al governo e al parlamento, che devono legiferare senza indugio superando la legge Draghi».
«Vista la gravità della situazione, mi auguro che la Cassazione intervenga quanto prima e che possa ristabilire i giusti equilibri fra i poteri dello Stato», conclude il presidente del Sib. «Al contempo, non possiamo esimerci dal continuare a sollecitare il legislatore italiano, che sta disertando qualsiasi intervento sulla materia, gettando Comuni, Regioni e concessionari in una situazione di grande incertezza. Il tavolo tecnico sulla mappatura ha fatto emergere dei risultati positivi, ma ancora non basta: come abbiamo ribadito ieri con una lettera alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, firmata insieme all’associazione Fiba-Confesercenti, il governo deve agire entro la fine dell’anno con un provvedimento che eviti il caos. In questo momento, alcuni Comuni e Autorità portuali vogliono fare delle fughe in avanti per istituire subito i bandi, e non possiamo permetterlo. In attesa di un intervento del legislatore nazionale, nelle prossime ore invieremo un fac simile di lettera che i concessionari possono recapitare alle loro amministrazioni, in modo da evitare gravi contenziosi».
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