Il Comune di Roma ha aperto i bandi di gara per 37 stabilimenti balneari situati sul litorale di Ostia. Senza fare nessun annuncio pubblico né inviare alcun preavviso ai titolari, l’amministrazione capitolina ha pubblicato gli avvisi di evidenza pubblica per riassegnare le concessioni demaniali marittime del litorale romano, ritenendo che i titoli siano in scadenza il prossimo 31 dicembre. La scelta del Campidoglio è molto radicale: la sindaca Virginia Raggi, infatti, non solo ha ritenuto di non applicare la legge nazionale 145/2018, che ha disposto l’estensione delle concessioni vigenti fino al 31 dicembre 2033, ma ha addirittura aperto a sorpresa i bandi di gara immediati, al contrario di altri Comuni costieri (come Lecce e Sestri Levante) che pur rifiutandosi di applicare il prolungamento al 2033, hanno proposto delle “proroghe tecniche” di uno o tre anni. La scelta del Comune di Roma, oltre che illegittima per una serie di motivi tecnici che andremo ad approfondire in questo articolo, appare oltretutto assurda dal momento che si rifiuta di applicare una norma in vigore e voluta peraltro dal governo retto dal Movimento 5 Stelle, di cui la stessa Raggi è uno degli esponenti di spicco.
I contenuti del bando
L’avviso di gara è stato pubblicato due giorni fa sull’albo pretorio online del Comune di Roma. Intitolata “Bando per l’affidamento di 37 concessioni di beni demaniali marittimi siti nel Municipio X di Roma Capitale per finalità turistiche e ricreative”, la determina dirigenziale è stata firmata dal direttore del X Municipio e responsabile unico del procedimento, l’architetto Giacomo Guastella, e afferma che le 37 concessioni demaniali risultano «in scadenza naturale al 31 dicembre 2020», riferendosi alla data della precedente proroga disposta dal governo Monti e ignorando l’esistenza dell’estensione al 2033 decisa due anni fa dal governo Lega-5Stelle.
Il Comune propone l’affidamento delle concessioni per una sola stagione, dal 1° maggio al 30 settembre 2021, e gli interessati potranno partecipare alla gara per uno soltanto dei 37 stabilimenti, inviando domanda attraverso la piattaforma digitale Tuttogare del Comune di Roma entro le ore 12 del 15 marzo 2021. L’avviso non accenna nemmeno a eventuali indennizzi per i concessionari uscenti, mentre definisce tutti i criteri per la selezione delle migliori offerte, che non saranno su base economica bensì si baseranno sulla qualità dei progetti presentati. Anche se risulta difficile immaginare che degli imprenditori esterni saranno disposti a presentare offerte su strutture del genere per una sola stagione estiva.
Gli stabilimenti messi a gara
I 37 stabilimenti balneari oggetto della gara sono Aneme e Core, Arcobaleno Beach, Battistini, Belsito, Delfino, Dopolavoro, Elmi, Guerrino Er Marinaro, Il Bungalow, Il Corsaro, Il Gabbiano, Isola Fiorita, Kursaal, L’Ancora, L’Oasi, La Bicocca, La Bonaccia, La Bussola, La Caletta, La Casetta, La Conchiglia, La Marinella, La Mariposa, La Spiaggia, La Spiaggia di Bettina, La Vecchia Pineta, La Vela, Le Palme, Mami, Miami, Nauticlub, Orsa Maggiore, Peppino a Mare, Plinius, Urbinati, V Lounge, Zenit. Di questi, lo stabilimento L’Isola Fiorita è senza concessionario dal 2018 e La Casetta è stato protagonista di un lungo contenzioso. Tutti gli altri sono stabilimenti in attività, i cui titolari non avevano ancora ottenuto formalmente l’estensione al 2033 prevista dalla legge italiana, ma non si aspettavano di certo che sotto Natale il Comune di Roma mettesse a gara le loro attività. E vista appunto l’esistenza del prolungamento di 15 anni, oggetto di una messa in mora da parte dell’Unione europea ma tuttora norma valida e in vigore, è scontato che gli imprenditori presenteranno ricorso contro la decisione del Campidoglio.
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I commenti
Piero Bellandi, commercialista e revisore legale specializzato in valutazioni di imprese balneari, giudica la delibera del Comune di Roma «del tutto illegittima». Infatti, motiva Bellandi, «l’atto del funzionario si basa sul Codice degli appalti e non sull’articolo 12 della direttiva Bolkestein, così tanto invocato (seppure a torto) da chi vorrebbe istituire le gare delle concessioni balneari. Oltretutto, come ribadito anche da una recentissima sentenza del Consiglio di Stato, se proprio si vogliono mettere le spiagge a evidenza pubblica, occorre basarsi sul Codice della navigazione e non su quello degli appalti». Non solo: «Prima di aprire la procedura di gara per riassegnare una concessione – conclude Bellandi – occorre disporre la decadenza del vecchio titolo. Anche se il funzionario ritiene di disapplicare la 145/2018, non basta ritenere valida la scadenza del 31 dicembre 2020, bensì occorre emettere una serie di atti per far decadere la concessione prima di poterla mettere a bando. Ma ovviamente questo non è possibile, poiché l’estensione al 2033 è valida e in vigore, essendo stata confermata dalla legge 77/2020 che la delibera non prende nemmeno in considerazione. Quindi i titolari dei 37 stabilimenti balneari hanno tutte le ragioni per presentare ricorso».
Sul fronte politico, ad attaccare la clamorosa azione del Campidoglio è intervenuto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «La Raggi dopo il fallimento della sua gestione si inventa norme giuridiche inesistenti e indice, in base a normative che al caso non si possono applicare, gare per le concessioni balneari del litorale romano. Le leggi non le consentono questa scelta e le imprese vanno tutelate, non disturbate con iniziative temerarie, velleitarie e illegali. Il Comune di Roma pensi al decoro della città, al sostegno alle imprese, all’economia turistica che deve essere rilanciata dopo una fase così dura e ancora non esaurita quale quella del coronavirus. Le gare annunciate dalla Raggi sono ridicole e non si svolgeranno. Tutti i bandi che lei potrà emettere dovranno essere appallottolati e gettati in un cestino della carta straccia, perché non hanno alcun fondamento giuridico. Tuteleremo le imprese e, quando tra qualche mese la Raggi tornerà a casa, ci ricorderemo ridendo di questo suo inutile tentativo ridicolo. La Raggi è stata una sciagura a tempo per Roma. Tra qualche settimana quel tempo sarà scaduto».
Infine, da parte delle associazioni di categoria è arrivata la dura condanna dei presidenti di Sib-Confcommercio Antonio Capacchione e di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli, secondo cui «l’iniziativa del Comune di Roma che ha bandito una gara per l’affidamento di 37 stabilimenti balneari legalmente esistenti e perfettamente operanti è palesemente illegittima, odiosamente ingiusta, pericolosamente arbitraria e turisticamente nociva». Leggi il comunicato completo »
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