Attualità

Infrazione Ue su concessioni balneari, partiti in agitazione: “Governo agisca subito”

Acceso botta e risposta tra maggioranza e opposizione sulla lettera di messa in mora recapitata ieri da Bruxelles

La lettera di messa in mora inviata ieri dalla Commissione europea all’Italia, per contestare l’estensione fino al 2033 delle concessioni balneari, ha scatenato un acceso botta e risposta tra gli esponenti politici di maggioranza e opposizione. Nella frenetica giornata di ieri, i partiti di centrodestra hanno attaccato su ogni fronte il governo per non avere completato la riforma del demanio marittimo, prevista dalla stessa legge 145/2018 che ha esteso le concessioni al 2033 e provocando così la reazione di Bruxelles; mentre il Partito democratico ha respinto le accuse ai mittenti e ha affermato che la messa in mora è l’occasione definitiva per mettere mano al settore, attraverso una riforma che sarebbe già sul tavolo della sottosegretaria Bonaccorsi. Dal Movimento 5 Stelle, invece, c’è stato un insolito silenzio durato quasi 24 ore: solo nella tarda mattinata di oggi il deputato Sergio Battelli ha detto la sua, confermando la storica posizione dei grillini a favore delle gare.

Centinaio (Lega): «Europa affossa settore balneare, governo che dice?»

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, capodipartimento turismo del partito e ideatore della legge 145/2018 che ha disposto l’estensione delle concessioni balneari al 2033: «Siamo sorpresi e amareggiati per l’iniziativa della Commissione europea, che in piena formulazione della nostra legge di bilancio e nel mezzo di una drammatica pandemia, affossa un settore importantissimo come quello dei balneari italiani. Ribadisco integralmente il contenuto della legge 145/2018, da me voluta quando ero ministro a completa tutela del settore dei balneari, che da un lato è conforme al diritto europeo e dall’altro lato tutela un intero comparto e il suo indotto, prevedendo una completa e moderna riforma dello stesso. Da Bruxelles arriva un attacco senza precedenti non già contro i principi della legge, ma contro le inefficienze, i ritardi nella sua applicazione. Ma lo sa il governo, lo sa Conte che è loro responsabilità dare attuazione completa alla norma, si rendono conto che senza estensione lasciano migliaia di famiglie sulla strada del fallimento? E i nostri rappresentanti in Europa dove sono? Hanno compreso la portata delle decisioni della Commissione? Proveranno a difendere i nostri interessi al cospetto dell’Europa? Adesso la palla passa al governo, che ha la possibilità di proteggere il comparto attuando la riforma del settore, tutelando le imprese italiane, oppure nascondersi dietro il paravento di una procedura di infrazione per tutelare interessi contrari ai nostri balneari. Per parte mia continuerò a sostenere con forza i principi alla base della riforma e le legittime istanze dei balneari e delle loro famiglie, portando avanti tutte le azioni necessarie per difendere l’imprenditoria del settore del turismo balneare».

Fidanza (FdI): «Messa in mora inaccettabile, cosa intende fare il governo?»

Il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, giudica la scelta della Commissione Ue «grave e inaccettabile». Secondo Fidanza, «il fatto che in piena pandemia, con il settore turistico devastato, la priorità dei burocrati di Bruxelles sia tentare di distruggere il nostro settore balneare è vergognoso. Ma purtroppo viene da sospettare anche dell’atteggiamento inerme e imbelle del governo Conte, che sapeva di questo rischio da mesi e ha fatto finta di nulla, lasciando l’intero comparto esposto a sentenze fantasiose di diversi tribunali che hanno indotto molti funzionari comunali a negare l’estensione prevista per legge. È facile pensare che dopo questo passo di Bruxelles anche quelle amministrazioni che stavano valutando di estendere le concessioni si fermeranno e questo porterà dal 1° gennaio 2021 migliaia di stabilimenti all’asta. Si compie così finalmente il disegno di multinazionali e ambientalisti da strapazzo contro il lavoro e le imprese italiane? È questo che vuole il governo? Il governo ha intenzione di reagire o lascerà ancora una volta che tutto scorra verso il baratro? Ce lo dicano, una volta per tutte!».

Gasparri (FI): «Basta attacchi Ue contro imprese balneari»

Per chiudere la carrellata dei commenti delle forze di centrodestra, questa la nota del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «L’Unione europea, che si inginocchia davanti ai giganti del web che non pagano tasse, se la prende ancora con i balneari italiani. Le insolenze, le falsità, le provocazioni che vengono nei confronti dell’Italia in relazione alle nostre imprese vanno respinte al mittente. L’Europa va difesa da sé stessa. Si occupi della Cina che ci fa concorrenza sleale, si occupi dei giganti del web che non pagano tasse e non disturbi i nostri imprenditori delle spiagge. Il governo tiri fuori gli attributi. Un ministro prenda un aereo vada a Bruxelles e dica a questi eurocrati quello che va detto. Basta con riferimenti impropri alla direttiva Bolkestein, basta con le provocazioni nei confronti dell’Italia. I partiti di maggioranza sono troppe volte rassegnati, mentre nel centrodestra è Forza Italia che sventola con coraggio e coerenza la bandiera delle nostre imprese del mare. Ne prendano atto anche le organizzazioni del settore. Chi si consegna ai carnefici in Italia o in Europa non merita ascolto. Invece i tanti imprenditori liberi e onesti troveranno in noi, e talvolta hanno trovato solo in noi, dei coerenti e tenaci difensori. A Bruxelles si risponde con la forza e con la decisione. Questa provocazione va respinta. Lo deve fare il governo e lo dovrà farà nel rispetto delle decisioni del parlamento».

Bonaccorsi e Buratti (PD): «90 giorni per chiarire su concessioni balneari»

A rispondere alle accuse provenienti dagli esponenti di centrodestra è il deputato del Partito democratico Umberto Buratti: «Il governo avrà 90 giorni entro i quali presentare una memoria difensiva che rappresenti le ragioni che, in questi anni, hanno condotto il legislatore a intervenire con queste modalità in materia di demanio marittimo. Questa deve essere l’occasione per chiarire definitivamente anche il contesto e la peculiarità delle nostre concessioni demaniali marittime, che si articolano in una serie molto diversa di tipologie ma in cui una parte decisiva hanno le imprese balneari nelle quali i concessionari hanno investito e realizzato strutture che, proprio grazie alla qualità dei progetti, hanno costituito un potente vettore per la crescita di realtà turistiche balneari importanti. Non è un caso che, nell’estate post-lockdown, è stata proprio l’economia legata al mare a dare una spinta significativa e sorprendente alla crescita del Pil e alla creazione di posti di lavoro. In questo quadro diventa urgente e indispensabile, anche in ragione della situazione di incertezza nella quale ci troviamo, fare ordine rispetto all’attuazione delle previsioni di cui alla legge 145/2018, riconfermate nel recente decreto rilancio, che oggi sono applicate a macchia di leopardo. È del tutto evidente come questa eterogeneità produca confusione e debba necessariamente essere gestita. Sorprendono le parole di chi, nel centrodestra, sta attaccando il governo, perché sono proprio loro che nel 2009 con il ministro Fitto, quando l’Italia ricevette la messa in mora, decisero per l’abrogazione del diritto di insistenza e dell’automatismo delle concessioni del rinnovo 6+6. Ecco, chi ha a cuore l’economia balneare si dovrà comportare in ben altro modo, presentandosi in Europa con la schiena dritta, rappresentando senza indugi la particolarità e unicità del nostro turismo balneare».

Anche la sottosegretaria al turismo Lorenza Bonaccorsi conferma l’intenzione del governo ad agire tempestivamente: «A seguito della lettera di costituzione in mora relativa al rilascio delle concessioni balneari che la Commissione europea ha inviato nelle scorse ore all’Italia, il governo italiano presenterà la sue ragioni spiegando la specificità con cui la materia è stata regolamentata fino a ora. Già nei mesi scorsi abbiamo provato a chiarire e temperare, attraverso un intervento legislativo, gli effetti previsti dalla norma 145/2018 approvata dalla precedente maggioranza. Nelle prossime settimane continueremo il confronto con l’Unione europea affinché la minaccia di infrazione non si concretizzi e insieme a tutte le forze politiche, in parlamento, lavoreremo a un intervento che immaginiamo definitivo e importante per tutto il comparto, così fondamentale nell’offerta turistica italiana e che deve essere affrontato nella sua globalità».

Battelli (M5S): «Gare inevitabili»

Come detto, il Movimento 5 Stelle è rimasto inizialmente in silenzio rispetto ai tanti commenti di ieri, ma nella tarda mattinata di oggi il deputato Sergio Battelli ha diramato questa breve dichiarazione: «Dobbiamo vivere la messa in mora dell’Italia da parte della Commissione europea in tema di concessioni balneari come una sfida per regolamentare finalmente tutto il comparto. Oggi più che mai è necessario dare certezze agli operatori, molti dei quali duramente colpiti dalla crisi post-Covid, e garantire il rispetto delle norme. Ecco perché siamo al lavoro con le forze di maggioranza per trovare una soluzione insieme agli operatori del servizio turistico balneare. La legge europea, in discussione in commissione XIV alla Camera, potrebbe essere il primo veicolo per fare finalmente chiarezza e correggere le storture. Come sostengo da anni, il sistema delle gare per la gestione di un bene prezioso come le spiagge non può più essere rimandato, perché è l’unico in grado di garantire equità, legalità, trasparenza e libera concorrenza. Noi dobbiamo incoraggiare gli investimenti e valorizzare le specificità del nostro territorio, non penalizzare le imprese».

Scajola: «Governo colpevole di immobilismo, tuteli le nostre realtà»

A esprimersi sulla vicenda è anche Marco Scajola, coordinatore del demanio marittimo in Conferenza delle Regioni e assessore della Regione Liguria: «La lettera di messa in mora da parte dell’Ue all’Italia, in cui si afferma che l’estensione di tutte le concessioni demaniali marittime fino al 2033 sarebbe in contrasto con il diritto europeo, dimostra l’immobilismo del governo italiano che si è disinteressato totalmente di tutelare tutte le nostre realtà che gravitano sul demanio marittimo. È un’azione violenta da parte dell’Unione europea, che avviene in un momento già difficile e incerto per tante famiglie e tanti lavoratori che, con questa notizia, vedranno il loro futuro lavorativo messo in discussione. Il governo non ha fatto nulla per evitare questo. Ora l’esecutivo deve impegnarsi a rispondere in modo chiaro e deciso all’Unione europea, difendendo le nostre realtà economiche e il nostro territorio da rischiose scalate di multinazionali straniere interessate da anni alle nostre coste. Il governo ha il dovere di difendere l’estensione delle concessioni demaniali marittime, perché questa è una legge dello Stato italiano tuttora valida, e deve rimediare agli errori fatti per dare garanzie alle imprese, soprattutto in un momento di grave crisi economica come questo. Come Regioni avevamo richiesto al governo risposte proprio su questo tema e già da mesi avevamo ribadito l’esigenza di un ulteriore atto governativo per difendere famiglie e imprese. Ciò non è accaduto e oggi, a pochi giorni dal Natale, questo è il regalo del governo Conte a più di 35.000 imprese italiane».

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