Al termine dei 15 anni di proroga istituiti dall’ultima legge di bilancio, le concessioni balneari saranno messe a gara secondo un meccanismo di rating attraverso cui dovranno passare tutti gli attuali operatori. A prevederlo sarebbe la riforma del governo Conte, a cui sta lavorando il ministro del turismo Gian Marco Centinaio. Un provvedimento su cui finora l’esecutivo ha mantenuto il massimo riserbo, ma che ieri è stato anticipato dal quotidiano Il Sole 24 Ore (vedi articolo), lasciando molto stupore tra i balneari che si aspettavano l’esclusione totale dalle gare, più volte promessa dal ministro Centinaio. Così invece non sembra affatto: la bozza di legge sulle evidenze pubbliche – sempre secondo l’autorevole quotidiano economico – sarebbe infatti già stata presentata la scorsa settimana a Bruxelles per ottenere il via libera dell’Ue, e in essa si parlerebbe esplicitamente di procedure pubbliche per l’affidamento delle spiagge, a partire dal 1° gennaio 2034. Il tutto attraverso un “Elenco nazionale degli operatori” che attribuirà un punteggio da 1 a 5 in base all’esperienza e agli investimenti effettuati, per poi istituire i bandi sulle concessioni, con la durata che sarà decisa dai singoli Comuni in base al piano di investimenti presentato dall’imprenditore vincitore.
Il provvedimento sarebbe articolato in 14 pagine e Il Sole 24 Ore ne ha anticipato solo una parte, perciò occorre attendere di leggere il testo integrale per capire con precisione come sarà articolata la riforma. Ma quel che è certo è che, in base agli elementi emersi finora, della tanto promessa “uscita dalla Bolkestein” non si parla da nessuna parte – e forse è per questo che il ministro Centinaio si è guardato bene finora dal rendere pubblico il provvedimento, nonostante avesse promesso alle associazioni di categoria di lavorarci insieme ai loro tecnici (il che non è mai avvenuto) e nonostante il termine del 30 aprile che lo stesso governo si era dato (disatteso con ormai tre mesi di ritardo).
Aggregazioni di imprese, parternariato pubblico-privato e canoni tabellari: i primi dettagli della riforma
Secondo le anticipazioni pubblicate dal Sole, la riforma delle concessioni balneari istituirà «un elenco dei “balneari doc” con tanto di rating per colpire soprattutto chi subappalta o non paga le tasse. E con la penalizzazione “in classifica” quando fra 15 anni partirà la procedura di affidamento delle concessioni demaniali marittime». Non solo: a completare il piano del governo ci saranno anche il partenariato pubblico-privato (già previsto dalla legge 145/2018 che ha esteso i titoli di 15 anni) e «la possibilità di aggregazione tra stabilimenti con il fine di sostenere la crescita dimensionale delle imprese che operano nel settore».
Per quanto riguarda i canoni, Il Sole afferma che «si procederà a una loro rideterminazione su base tabellare, tenendo conto in particolare del tipo di concessione, dell’effettiva occupazione delle aree demaniali marittime, della classificazione delle concessioni». Inoltre, il governo intendrebbe obbligare Regioni e Comuni a realizzare una mappatura sugli ottomila chilometri di coste (anche questo è un punto già anticipato dalla legge 145/2018).
Il rating a punti per poter concorrere alle gare
Più ampi sono i dettagli sul meccanismo di rating che andrà a valutare tutti gli imprenditori balneari. Questo, con un nome che non lascia spazio a dubbi, consisterà in un «Elenco nazionale degli operatori economici idonei a concorrere per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative», istituito presso il Ministero delle politiche agricole e del turismo. «Per iscriversi gli operatori dovranno presentare un’apposita domanda – spiega il Sole – indicando la sezione dell’elenco cui intendono iscriversi a seconda della concessione demaniale marittima di cui sono in possesso o di cui vogliono far richiesta. L’iscrizione avrà una durata di 5 anni rinnovabile di altri 5, ma è prevista l’iscrizione di diritto per 5 anni per chi è già titolare di concessione, che potrebbe decadere se però mancano i requisiti minimi».
«Una volta accettata la domanda – prosegue il testo – un’apposita commissione di cinque esperti rilascerà un punteggio da 1 a 5, un rating vero e proprio degli operatori. Per essere iscritti non devono sussistere motivi di esclusione (dlgs n. 50 del 2016) e occorre aver effettuato per almeno due anni, negli ultimi cinque, attività imprenditoriale nel settore turistico-ricreativo. Con tutti e due i requisiti l’operatore partirà con un punteggio di 1. Senza questi requisiti non sarà ammessa l’iscrizione. Per salire di punteggio la commissione valuterà, tra l’altro, l’esperienza per almeno due anni nell’esercizio di concessioni demaniali marittime in un paese Ue, o ancora la capacità imprenditoriale, da accertarsi anche attraverso il rapporto tra investimenti effettuati e utili distribuiti, nonché la natura di micro o piccola impresa operante nel settore turistico-ricreativo. Peseranno anche le prestazioni di attività nel settore turistico-ricreativo che comportano il minore impatto sulla salute e la capacità di sviluppare il modello di turismo accessibile in grado di accogliere le esigenze “delle persone con disabilità, delle famiglie numerose, degli anziani e dei giovani, attraverso progetti e programmi che agevolino l’accesso all’esperienza turistica indipendentemente dalle condizioni personali, sociali ed economiche”».
Ma il punteggio non è che un punto di partenza per avere qualche possibilità di avere una spiaggia in concessione. Dopo essersi iscritti all’elenco si dovrà infatti passare dai bandi «nel rispetto di quanto previsto dall’ordinamento dell’Unione europea», con gli enti concessionari (i Comuni) che «valuteranno anche il piano economico certificato da un istituto di credito» e decideranno la durata della concessione.
Il commento
Pur conservando la massima cautela per un provvedimento che non abbiamo letto direttamente, ma solo conosciuto tramite un’anticipazione di stampa, non possiamo non sottolineare come la riforma del ministro Centinaio non rispetti affatto la promessa di escludere le spiagge dalla Bolkestein – ma siamo pronti a ricevere smentite in merito. Va comunque sottolineata l’apparente buona volontà di tutelare in qualche modo gli attuali operatori, essendo il meccanismo di rating studiato per favorire chi ha già esperienza nel settore (anche se questa strada apre il rischio di ricorsi e contenziosi da parte di chi sarà escluso).
In attesa di saperne di più, per il momento ci limitiamo a una critica sul metodo: le indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore cadono come un fulmine a ciel sereno e ciò forse si sarebbe potuto evitare se il governo avesse convocato preventivamente le associazioni di categoria. Ricordiamo infatti che lo scorso novembre Centinaio aveva chiesto alle sigle sindacali di incaricare dei tecnici per lavorare alla riforma (vedi articolo), ma poi sembra che il governo abbia deciso di lavorare per conto suo, senza confrontarsi con i rappresentanti del settore. E così ora arriva improvvisa la notizia che – se non sarà smentita o rettificata – dimostra come il provvedimento vada in una direzione diversa rispetto a quella promessa.
Rustignoli (Fiba): ”Necessario confronto con associazioni”
Il presidente di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli commenta con cautela i contenuti del provvedimento, pur non risparmiando qualche osservazione critica: «I principi anticipati dal Sole 24 Ore mi sembrano in linea con quanto prevede la legge 145/2018 – dice Rustignoli – ma c’è necessità di un confronto immediato con le rappresentanze del settore balneare. Esigiamo maggiore chiarezza su concetti come il parternariato pubblico-privato, i canoni tabellari e l’assegnazione delle concessioni tramite un elenco».
Capacchione (Sib): ”Ancora lontani dallo scongiurare le gare”
Ancora più critico è il presidente del Sib-Confcommercio Antonio Capacchione: «L’anticipazione giornalistica del contenuto del decreto ci ha sorpreso, stante l’alone di riservatezza che ha circondato sinora l’elaborazione di questo primo passo della riforma del settore. Amareggia che i contenuti siano stati resi noti alla stampa prima ancora che alle organizzazioni sindacali di categoria che, magari, avrebbero potuto fornire utili suggerimenti».
«Nel merito, con riserva di una valutazione nel momento in cui sarà reso noto il testo definitivo – prosegue Capacchione – riteniamo lodevole il tentativo di evitare la procedura di infrazione alla legge di stabilità al fine di consolidare il risultato positivo del differimento di quindici anni della scadenza delle concessioni demaniali marittime. A tal proposito riteniamo utile l’acquisizione sul testo del DPCM anche del parere del Consiglio di Stato per paralizzare incaute iniziative giudiziarie e per tranquillizzare qualche titubante funzionario comunale. Purtroppo non possiamo non constatare la lontananza dei contenuti, così come illustrati dalla stampa, dall’obiettivo politico ripetutamente dichiarato di evitare del tutto procedure di pubblica evidenza. Pertanto è opportuno sottolineare che se nell’immediato è condivisibile l’impegno per rendere effettivo e giuridicamente inattaccabile il differimento di quindici anni della scadenza delle nostre concessioni, nel contempo non possiamo non ribadire che restiamo fermamente contrari alla messa a gara delle nostre aziende e, quindi, ribadiamo che il nostro obiettivo finale è e resta la disapplicazione della Bolkestein al settore della balneazione».
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