Attualità

Come sono cambiati gli stabilimenti balneari nell’estate del coronavirus

L'indagine di Altroconsumo su un campione di 7 località balneari

Niente plexiglass sulla spiaggia, più spazio tra gli ombrelloni e rincari molto contenuti. Altroconsumo ha realizzato un’indagine sui cambiamenti avvenuti negli stabilimenti balneari italiani nell’estate del coronavirus, che avendo stravolto tutta la nostra vita quotidiana, è andato a incidere anche sul modo di trascorrere le vacanze al mare, seppure molto meno rispetto a quanto si temeva nelle settimane in cui uscivano fake news come i recinti di plexiglass. Le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni lo scorso maggio, infatti, sono riuscite a trovare un buon compromesso tra la sicurezza sanitaria e le esigenze di turisti e gestori: eccetto l’aumento delle distanze, la presenza di porta dispenser e gel igienizzanti all’ingresso, le sanificazioni quotidiane e il divieto alle attività di gruppo come l’animazione e gli sport di squadra, la vita da spiaggia è rimasta pressoché simile alla normalità e ciò ha permesso di evitare eccessivi rincari sui prezzi di ombrelloni e lettini. I 10 metri quadri di spazio minimo tra i pali hanno comportato disagi solo lungo le coste più strette, come la Liguria o la Costiera amalfitana, mentre nelle spiagge libere sono per fortuna in minoranza le amministrazioni comunali che hanno deciso di controllare gli ingressi attraverso app di prenotazione spiaggia. Non sono poi mancati i brevetti innovativi come i maxi tavolini da ombrellone per consumare più comodamente il pasto sul lettino, i nastri personalizzati per delimitare il proprio spazio di sicurezza in spiaggia e i servizi di animazione online.

L’indagine conoscitiva di Altroconsumo, condotta su sette località campione, aveva lo scopo di comprendere come è cambiata l’organizzazione degli stabilimenti balneari e se l’applicazione delle nuove norme abbia influito sui costi degli abbonamenti stagionali. Nessun lido ha imposto l’obbligo di mascherina sotto l’ombrellone e tantomeno ha installato impattanti barriere divisorie, mentre l’area minima di 10 metri quadrati per ogni palo è stata rispettata scrupolosamente da tutti i gestori. Nella classifica per il maggiore spazio dedicato a ogni ombrellone al primo posto spicca Cervia con una fascia tra i 12 e i 25 metri quadri, seguita da Castiglione della Pescaia (10-18 mq), Anzio, Porto Recanati e Palermo (10-16 mq) e Finale Ligure (10-12 mq). Per quanto riguarda i giochi, invece, ogni stabilimento ha dovuto recintare le aree dedicate ai bambini e alcuni hanno deciso anche di imporre un numero massimo di persone al loro interno.

Distanze medie tra gli ombrelloni nelle località prese in esame da Altroconsumo.

In merito alle tariffe di ombrelloni e lettini, il medesimo campione di località balneari – calcolato sul costo mensile di un abbonamento in agosto – vede invece un incremento medio del 5%. A far alzare la percentuale è la Penisola Sorrentina con il +32%, seguita da Finale Ligure con il +16% e Anzio con il +14%. Fuori dal podio di Altroconsumo ci sono invece Castiglione della Pescaia (+9%), Cervia (+8%), Porto Recanati (+7%) e Palermo (+1%).

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Tariffe degli stabilimenti balneari nelle località analizzate da Altroconsumo.

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