Assobalneari-Confindustria

Balneari, Licordari: “Concessioni estese fino al 2033, i giudici si limitino ad applicare la legge”

Il presidente di Assobalneari-Confindustria commenta la recente circolare della procura di Genova

Abbiamo appreso con molta sorpresa dalla stampa l’iniziativa del procuratore di Genova Francesco Cozzi, che avrebbe inviato una circolare a tutti i Comuni costieri della Liguria per comunicare la presunta invalidità dell’estensione fino al 2033 per le concessioni balneari disposta dalla legge 145/2018 (vedi notizia, NdR).

L’iniziativa di Cozzi appare inconsueta, dal momento che – a quanto ci risulta – sono i ministeri a emettere le circolari, e non i pubblici ministeri. In ogni caso, ci riserviamo di leggere nel dettaglio i contenuti di questa nota: se l’intento del procuratore è di porre l’attenzione sul problema delle concessioni balneari per stimolare una soluzione, possiamo anche tenerne conto; ma se invece il pm ha solo intenzione di sostituirsi alle istituzioni, questo non possiamo accettarlo. Riteniamo che i giudici debbano limitarsi ad applicare le leggi, e non a interpretarle, che è compito di altre istituzioni.

Peraltro il provvedimento Centinaio contenuto nella legge di bilancio 2018, che ha disposto l’estensione fino al 2033 delle concessioni balneari, è pienamente valido e pertanto non si spiegano i dubbi avanzati dal pubblico ministero. Durante la sua discussione in parlamento, il testo è passato ai raggi x della Commissione europea che ha più volte minacciato di aprire procedure di infrazione, se il governo si fosse rifiutato di cambiare alcuni contenuti della norma. Ebbene, nessuna di queste minacce ha mai riguardato l’estensione delle concessioni balneari. Era quello il momento per affermare l’incompatibilità del prolungamento fino al 2033 con il diritto europeo, e ciò non è avvenuto. Se la Commissione Ue non lo ha fatto, significa che ha accettato implicitamente l’impostazione che l’allora ministro Centinaio aveva dato al prolungamento delle concessioni, disposta per dare un periodo di respiro ai titolari di stabilimenti balneari italiani in attesa del riordino della materia.

Dunque, tutti devono tenere presente che a un anno dall’emanazione della legge, non c’è stato nessun tipo di attenzionamento da parte delle istituzioni europee. Ed è significativo che nel nostro paese ci sia qualcuno che voglia creare problemi al settore, quando non ci sono affatto. Ciò conferma che quello delle concessioni balneari è un problema tutto italiano. Anche perché i colleghi degli altri paesi del Mediterraneo stanno vivendo un clima del tutto diverso rispetto alla nostra continua apprensione e incertezza.

Resta poi il fatto che i nostri stabilimenti non devono far parte della direttiva europea Bolkestein: si tratta di un errore che continueremo a combattere, e abbiamo già chiesto al ministro delle infrastrutture Paola De Micheli, in occasione dell’incontro promosso il mese scorso dal senatore Maurizio Gasparri, di contattare il commissario europeo Paolo Gentiloni affinché si attivi per continuare il negoziato avviato dal precedente esecutivo, al fine di risolvere una volta per tutte la questione balneare italiana.

Le nostre sono piccole concessioni che abbiamo ricevuto quando c’era solo sabbia, dove abbiamo creato importanti aziende e installato servizi d’eccellenza per il turismo e il bene pubblico. Non possiamo essere accomunati, per esempio, alle concessioni autostradali: in quest’ultimo caso si tratta di beni già esistenti, affidati a una società che doveva occuparsi di manutenerle. Nel nostro caso sono le aule parlamentari, e non le aule dei tribunali a dover dirimere la questione balneare. Iniziative come quella della procura di Genova non giovano a risolvere il problema, anzi alimentano solo insicurezza nelle amministrazioni comunali, che ad oggi devono fare solo una cosa: applicare quanto previsto dalla legge italiana ed estendere le concessioni degli stabilimenti balneari fino al 31 dicembre 2033. Parallelamente, invitiamo il Ministero delle infrastrutture a fare chiarezza con una circolare applicativa e sollecitiamo il governo a mantenere l’impegno assunto dal precedente esecutivo, varando un riordino completo del demanio marittimo italiano.

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Fabrizio Licordari

Presidente di Assobalneari Italia - Federturismo Confindustria