I balneari pertinenziali restano ancora sull’orlo del baratro e per tutti gli altri continua a essere rinviata una definitiva soluzione alla Bolkestein al di là dell’estensione di 15 anni. Ieri in Senato il governo non ha inserito nessun emendamento al decreto Semplificazione per salvare le circa trecento imprese colpite dai maxi canoni Omi, a causa di una grave ingiustizia fiscale che si protrae dal 2006 senza che nessun parlamento abbia ancora approvato una soluzione (vedi articolo), e pure sono state respinte le varie proposte delle opposizioni che chiedevano la totale esclusione delle spiagge dalla direttiva Bolkestein, come è avvenuto per gli ambulanti con l’ultima legge di stabilità.
Immediate le reazioni di protesta sia dalle forze politiche di opposizione – con Maurizio Gasparri (Forza Italia) che parla di mancato «atto di giustizia» – sia dalle associazioni di categoria – con Antonio Capacchione (Sib-Confcommercio) che denuncia «l’ennesima mascalzonata della politica».
Cosa è accaduto in Senato
A ripercorrere le tappe è il senatore azzurro Gasparri: «L’emendamento che concerne i canoni balneari pertinenziali è un atto di giustizia verso una parte di questo mondo, che pone parzialmente riparo a una delle tante ingiustizie che sono state compiute», ha detto Gasparri per motivare la presentazione dell’emendamento salva-pertinenziali a firma di Forza Italia.
«Durante l’esame della legge di stabilità – ha ricordato Gasparri – abbiamo discusso della direttiva Bolkestein in riferimento al settore balneare e a quello del commercio ambulante. Dopo una battaglia tenace, che Forza Italia ha portato avanti in quest’aula in tutta l’attuale legislatura e che è stata condivisa anche da altri gruppi, fu approvato un emendamento alla legge di stabilità che era stato riformulato, con il quale Forza Italia, Lega e altri sostenevano la tesi del superamento della direttiva Bolkestein. La conseguenza è stata che il testo finale della legge di stabilità, mentre ha determinato l’esclusione dalla direttiva Bolkestein del commercio ambulante – e ne siamo lieti, perché anche se non abbiamo votato la fiducia al governo su quella legge per evidenti ragioni politiche, abbiamo contribuito alla fase emendativa e quindi rivendichiamo il merito di quell’azione – non siamo riusciti a ottenere l’esclusione delle imprese balneari dalla stessa direttiva. Queste hanno avuto pertanto un regime di proroga di 15 anni delle concessioni, che ovviamente è meglio di nulla, ma non è quello che volevamo, tant’è vero che attualmente sono in corso riunioni tra governo e regioni per capire come si dovrà realizzare tale regime di proroga».
«La battaglia di Forza Italia per la totale esclusione delle imprese balneari dalla direttiva Bolkestein prosegue – ha aggiunto il senatore forzista – e stiamo presentando emendamenti sul punto in tutti i provvedimenti in cui ciò è possibile. Ora, con l’emendamento in esame, a prima firma del senatore Mallegni ma sostenuto con convinzione da tutto il gruppo, interveniamo su un aspetto specifico. Si tratta di un segnale ulteriore a una parte delle imprese balneari che subiscono discriminazioni e vessazioni, anche perché prima o poi si dovrà arrivare a una risposta più chiara e definitiva. Se giustamente è stata deliberata l’esclusione del commercio ambulante dalla direttiva Bolkestein, perché non farlo anche per le imprese balneari, che sono un pezzo dell’economia produttiva, del turismo, della vivibilità e della qualità del nostro territorio, ferme restando corrette regole di utilizzazione delle spiagge? Riteniamo che la vicenda non sia finita e che si debba arrivare alla loro totale esclusione. Nel frattempo, con l’emendamento in discorso, sopravvissuto alla selezione sul campo a differenza di altri, chiediamo un segnale a favore di tale settore, per il quale continua l’impegno di Forza Italia. Quest’emendamento è un segnale sul tema: chi vuole difendere il mondo balneare lo approvi; chi è contro, lo bocci. Non si sfugge».
La bocciatura e le proteste
Tuttavia gli emendamenti per l’esclusione della Bolkestein sono stati bocciati, mentre restano ancora in bilico quelli salva-pertinenziali che andrebbero a salvaguardare temporaneamente le imprese balneari più in difficoltà, ovvero quelle che in questi giorni stanno ricevendo ingiuste cartelle esattoriali da oltre 600mila euro. Sulla necessità di approvare almeno la norma salva-pertinenziali si erano espresse congiuntamente le associazioni di categoria Sib, Fiba, Cna e Oasi (vedi articolo), ma purtroppo la partita sembra molto difficile – e il fatto che il governo non abbia presentato nessuna proposta in questo senso sembra un chiaro segno di disinteresse.
Da Catanzaro, dove ieri si teneva un’assemblea del Sib-Confcommercio, il presidente del sindacato Antonio Capacchione ha protestato con forza: «I canoni demaniali sono profondamente ingiusti: c’è chi paga tantissimo e chi pochissimo – ha detto Capacchione – e questo va superato, perché non è possibile che si paghi la stessa tariffa a metro quadrato, indipendentemente dall’ubicazione. Eppure, proprio sui canoni demaniali si è consumata in queste ore l’ennesima ingiustizia».
«È davvero sconcertante che nei 90 emendamenti e nei 57 articoli aggiuntivi, che il governo ha tentato di inserire nel decreto Semplificazioni ieri in aula al Senato per la sua approvazione, non si sia trovato posto ad alcun provvedimento in favore dei pertinenziali. Si tratta di alcune centinaia di famiglie che in questo lungo e interminabile decennio sono state costrette a sopportare canoni demaniali ingiusti e insopportabili. È la parte più sofferente di un mondo, quello degli imprenditori balneari, che merita un rispetto che in questi anni non ha ricevuto, essendo stato stupidamente precarizzato e penalizzato».
«L’intervento del Quirinale e la decisione sull’ammissibilità degli emendamenti da parte della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati – ha commentato Capacchione – ha messo in luce il tentativo del governo e del parlamento di inserire tutta una serie di norme e problematiche persino estranee al decreto legge in discussione, dalle trivelle alla xylella, dalla sanatoria del fotovoltaico al limite alle ipoteche, dalla riapertura della rottamazione ter al noleggio con conducente. Amareggia constatare che, purtroppo, fra questi tentativi non sono rientrati i pertinenziali, la cui problematica era certamente omogenea all’oggetto della semplificazione. È mai possibile che tra queste molteplici e variegate problematiche non si è ritenuto di prevedere neppure una semplice sospensione temporanea dei pagamenti e delle decadenze che, come dovrebbe essere ormai noto a tutti, sono frutto di una scellerata norma del 2006? È mai possibile che lo Stato deve continuare ad accanirsi verso queste poche centinaia di famiglie?»
«Si è trattato di una ignobile vigliaccata di una politica nella migliore delle ipotesi ignara del problema, e nella peggiore, solo preoccupata esclusivamente del consenso elettorale. In ogni caso incapace di svolgere correttamente le funzioni a cui è chiamata», ha concluso il presidente del sindacato. «Il Sib non si rassegna, anzi continuerà nella battaglia intrapresa per la messa in sicurezza giuridica, fisica ed economica di questo settore: senza sosta e senza concedere un attimo di respiro a interlocutori istituzionali per troppo tempo assenti, silenti o inerti».
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