Molte persone sono state, forse senza rendersene conto, su spiagge di ghiaia che sono state alimentate artificialmente, e magari le hanno anche apprezzate per la trasparenza dell’acqua, per la musica che fanno i granuli portati dalle onde su e giù per la battigia, e talvolta anche per la forma dei sassi, che possono sembrare palle da biliardo o dischi con cui fare dei bellissimi medaglioni. Molte di queste spiagge si sono formate a seguito del versamento di materiale di risulta da escavazioni, quando non direttamente dalla demolizione delle case; cosa oggi assolutamente proibita. La Liguria è piena di questi arenili, nati o mantenutisi grazie a quanto scaricato in mare dall’Aurelia nei punti in cui questa strada supera i promontori, e, cosa assurda, molte sono ora in erosione proprio a causa della chiusura di queste “discariche”! Per esempio la spiaggia di Bergeggi, fatta con due milioni di metri cubi di materiali provenienti dallo sbancamento per la costruzione della centrale termoelettrica di Vado Ligure, non solo è molto apprezzata dai bagnanti, ma è anche entrata nella letteratura scientifica.

Oggi per liberarsi di questo materiale bisogna portalo in discarica e pagare, mentre per mantenere le spiagge si deve andare a comprarlo in cava. A questo punto, però, possiamo sceglierlo di dimensioni, forma e colore che preferiamo.
Ma perché fare una spiaggia in ghiaia e non in sabbia? Il motivo è molto semplice: non in tutti i tratti di litorale la sabbia sarebbe stabile, o comunque avrebbe bisogno di costose e impattanti opere di difesa. Inoltre la ghiaia, rispetto alla sabbia, ha anche un altro vantaggio, come spiegato in un precedente articolo di “Granelli di sabbia”: il profilo che tiene in mare ha una maggiore pendenza e quello che si versa rimane vicino a riva, invece che distribuirsi sui fondali antistanti. Quindi, a parità di volume, si ottiene un arenile più ampio.
A Cala Gonone, in Sardegna, è stata fatta una spiaggia con ghiaietto ai piedi del muro di retta della passeggiata a mare e, dopo oltre vent’anni, ha ancora quasi la larghezza originaria. La spiaggia, di granito rosa, è riparata solo da secche artificiali semi-affioranti che simulano gli scogli naturali di questo tratto costiero. Quasi nessuno si accorge del trucco!

Del trucco se ne sono accorti invece a Marina di Pisa, dove la costa era difesa da una scogliera aderente, dieci scogliere parallele e qualche pennello: 2,3 km di massi su ogni chilometro di costa. In alcuni settori le scogliere parallele sono state abbassate sotto al pelo dell’acqua, in modo da ridurre la riflessione delle onde che faceva approfondire i fondali antistanti, e l’energia che le supera viene assorbita da una spiaggia in ghiaia. Si è ottenuto così un arenile ampio circa 30 metri che in estate si riempie di bagnanti.

La vista del mare è libera, l’acqua trasparente e color smeraldo, e dato che è stata usata ghiaia bianca di marmo, la qualità delle acque è migliorata grazie a una maggiore circolazione, ma non tutti i residenti hanno gradito la trasformazione del paesaggio: il fatto che dietro a due scogliere il lavoro non sia stato completato e durante le mareggiate più forti l’ampiezza della spiaggia non sia ancora in grado di assorbire l’energia delle onde, e che la ghiaia finisca in strada (!), è un elemento di critica forse comprensibile; anche se nei tratti in cui i lavori sono stati conclusi, da molti anni non vi sono problemi.
Come Marina di Pisa, molte città costiere hanno perso la propria spiaggia e si trovano separate dal mare da una o più file di scogli. I fondali antistanti si sono abbassati e le onde arrivano a costa con sempre maggiore energia. In questi tratti di litorale non è pensabile ricostruire una spiaggia di sabbia, mentre farne una in ghiaia sarebbe possibile e relativamente economico.
Una della maggiori critiche che vengono fatte alle spiagge in ghiaia è che ci si cammina male a piedi nudi, in particolare se i granuli sono grossi e spigolosi, cosa quest’ultima che avviene sempre se il materiale di ripascimento proviene dalla frantumazione della roccia. E la ghiaia arrotondata, proveniente da cave aperte in depositi fluviali, è rara e molto costosa. Il problema invece non si pone se si usa ghiaia fine, che anche se spigolosa non buca i piedi… e il resto: è il trucco del fachiro!
Con materiali più grossolani le difficoltà sono oggettivamente maggiori, ma il mare, con le sue onde, ci può aiutare. I sassi che rotolano tendono ad arrotondarsi, e se la roccia da cui provengono i nostri ciottoli è facilmente erodibile, il processo può essere molto rapido. A Marina di Pisa i frammenti spigolosi di marmo, nella fascia rimaneggiata dalle onde, sono diventati granuli quasi sferici, così belli che la gente ne riempie le sporte per portarseli a casa (anche questa è erosione delle spiagge!). Si ha quindi l’imbarazzo se scegliere rocce morbide, che produrranno rapidamente granuli belli tondi ma il cui volume si ridurrà altrettanto velocemente, oppure rocce dure che si consumeranno più lentamente.
La soluzione è apparentemente semplice: basta decidere se vogliamo fare una spiaggia a fini turistici o un’opera di difesa costiera! Ma una cosa è certa: per la difesa dei litorali è più “naturale” una spiaggia in ghiaia o ciottoli che una scogliera in massi ciclopici!

Ma le spiagge in ghiaia possono essere costruite anche dove la natura non aveva previsto neppure un arenile, sempre che non vi siano limitazioni di tipo ambientale; oppure possono andare a rimpiazzare quelle in sabbia, se queste non sono state in grado di proteggere le infrastrutture costiere o dare risposta alla domanda turistico-balneare. Nei tratti fortemente antropizzati, una spiaggia artificiale in ghiaia non è certo più impattante di un condominio, di un pontile o di un porto!


Non bisogna pensare che una spiaggia di sassi sia una spiaggia di serie B: molti le preferiscono, e si hanno esempi di spiagge di ciottoli estremamente apprezzate, dove vi sono strutture turistiche di altissimo livello che fanno dei loro “sassi” l’elemento di promozione. Basta andare ai Balzi Rossi, la prima spiaggia che si trova venendo dalla Francia, nota anche come “Spiaggia delle uova”: non raggiunge i 50 metri di lunghezza e la sua larghezza raramente sfiora i 20 metri, ma in estate dà da lavorare a 18 persone. Si dice la gallina dalle uova d’oro, ma forse varrebbe di più una che le producesse bianche e dure!
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3 commenti
Enrico Di Giuseppantonio says:
Mi farebbe piacere conoscere informazioni tecnico-scentifiche sulla spiaggia di ghiaia nel mio comune, Fossacesia, nel cuore della Costa dei Trabocchi in Abruzzo.
Grazie per l’attenzione e per le notizie che potrà farmi avere al riguardo.
Buone feste
Enrico Di Giuseppantonio, sindaco di Fossacesia
Enzo Pranzini says:
Caro Sindaco, purtroppo non ho studiato la sua spiaggia della quale ho però molte foto, anche se non riportano le coordinate di dove le ho scattate. Mi sembra che sia una spiaggia mista, sabbia più ghiaia, con una netta separazione delle due famiglie granulometriche in punti diversi del profilo. Le opere di difesa costiere interferiscono con il flusso sedimentario, bloccando più la ghiaia che non la sabbia. Le ghiaia è bella per forma e colore, molto chiaro. E’ uno di quei casi in cui andrebbe valorizzata. Però queste sono chiacchere ‘fatte al bar’. Sono certo che qualcuno l’ha studiata in dettaglio. Cercherò se ci sono pubblicazioni scientifiche. Se poi mi capitasse di passare dalle sue parti potremmo fare due passi sulla spiaggia insieme. Cordiali saluti, Enzo
Enrico Di Giuseppantonio says:
Grazie caro professore , spero d’incontrarla presto. Buon anno.