Il Sindacato italiano balneari – Fipe Confcommercio, in occasione del “beach tour” di Matteo Salvini, ha scritto una lettera-appello al vicepremier leghista per invitare il governo a individuare una soluzione per le imprese balneari italiane, colpite dall’incertezza normativa legata alla direttiva europea Bolkestein sulla liberalizzazione delle concessioni.
«Manifestiamo il nostro apprezzamento per avere scelto le località balneari e, segnatamente, in alcuni casi i nostri bagni per una serie di incontri politici», esordisce la lettera, firmata dal presidente del Sib Antonio Capacchione. «Come altri, anche lei ha preso atto che gli stabilimenti balneari italiani sono un luogo non solo dove abbronzarsi, fare il bagno e trascorrere piacevolmente le proprie vacanze, ma anche uno spazio di socializzazione che hanno da tempo ereditato la funzione delle nostre piazze cittadine, simbolo dell’identità culturale oltre che architettonica del nostro paese».
«Nell’augurarle un buon viaggio fra le località balneari e i nostri stabilimenti – prosegue la lettera – le vogliamo però ricordare che, per i balneari italiani, la questione della cosiddetta Bolkestein, al di là dei proclami anche roboanti, è ancora del tutto irrisolta. Come è a lei certamente noto, le nostre imprese da ormai troppo tempo vivono una pericolosissima situazione di grande incertezza e precarietà a seguito del recepimento nel nostro paese della direttiva, avvenuta nell’ormai lontano 2010 (dlgs 26 marzo 2010 n.59). La legge di stabilità (legge 30 dicembre 2018 n.145) nel mentre ha escluso dall’applicazione della Bolkestein gli ambulanti, ma per i balneari ha individuato un complesso percorso di riforma organico del settore con il contestuale differimento di quindici anni della scadenza delle concessioni in essere. È stato un risultato certamente positivo, frutto dell’impegno diligente e serio profuso dal ministro Centinaio, condiviso da tutti gli schieramenti politici e salutato positivamente da ogni balneare italiano. Purtroppo però, a distanza di sette mesi dal suo varo, l’applicazione della nuova scadenza, per la colpevole inerzia dei Comuni, per molti balneari costituisce ancora un miraggio, mentre la completa e definitiva esclusione dalla pubblica evidenza è ancora un obiettivo da conseguire e non un risultato già raggiunto».
«Siamo ancora una volta, quindi, costretti a evidenziare che è lontano dall’essere risolto il problema della sopravvivenza di queste decine di migliaia di imprese e, con essa, della salvaguardia di un cruciale settore economico del nostro paese», aggiunge Capacchione. «Sono trascorsi ben tredici anni dalle prime avvisaglie giurisprudenziali (sentenza del Consiglio di Stato del 25 gennaio 2005 n.168) e dieci anni (decreto legge 30 dicembre 2009 n.194) dalla formale abrogazione della norma che costituiva la fonte di stabilità nel tempo per queste imprese: il cosiddetto diritto di insistenza (poi “rinnovo automatico”) delle concessioni alla loro formale scadenza. Abrogazione che ha avviato un lungo periodo di precarietà e che ha causato il quasi totale blocco degli investimenti. Tutto questo mentre altri paesi europei (come la Spagna), nostri competitori nel mercato internazionale delle vacanze, si sono dotati di leggi che hanno dato stabilità e slancio alle attività balneari».
«Non possiamo non rimarcare con amarezza e preoccupazione che, in tutti questi anni, i vari governi che si sono succeduti (ben sei!) non abbiano ancora risolto il problema», sottolinea il presidente del Sib a Salvini. «Alla luce di queste considerazioni, riteniamo indispensabile una precisa scelta politica e un deciso impegno suo a difesa della balneazione attrezzata italiana quale irrinunciabile fattore di qualità e di vantaggio competitivo nel mercato turistico internazionale del prodotto “mare”. Pur continuando ad avere fiducia nei confronti di coloro che, come lei, ci assicurano di voler evitare che le nostre aziende finiscano all’asta, per i balneari italiani riteniamo che sia giunto ormai il momento di passare dalle parole ai fatti».
«Cordialmente la saluto – conclude Capacchione – nella speranza di incontrarla in questo suo tour per le spiagge italiane, al fine di meglio illustrare l’ansia e le preoccupazioni dei balneari italiani, nonché la loro ferma e granitica contrarietà all’applicazione al loro settore della cosiddetta direttiva Bolkestein».
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