C’è da restare basiti per il clamore mediatico e le confuse interpretazioni generate dall’ultima rituale e stantia risposta del commissario europeo Thierry Breton alla consueta e periodica interrogazione rivolta da alcuni europarlamentari sull’applicabilità alle concessioni balneari della direttiva Bolkestein. In alcune ricostruzioni di stampa si afferma che addirittura ci troveremmo di fronte alla risposta della Commissione al punto di vista espresso nei giorni scorsi dal nostro governo sulle osservazioni mosse in merito alla legge 145/2018. Invece non è di questo che si tratta, bensì della solita risposta della Commissione europea alla solita domanda dei nostri europarlamentari.
Come è ampiamente noto, da dodici anni i commissari europei al mercato interno (da Barnier a Breton) puntualmente rispondono alle periodiche e reiterate interrogazioni di parlamentari europei ribadendo che, ad avviso della Commissione europea, le concessioni balneari rientrano nelle prescrizioni della cosiddetta direttiva Bolkestein. Di contro, poi, i nostri eurodeputati ribattono che l’opinione della Commissione europea è sbagliata e che il nostro paese difenderà la balneazione attrezzata italiana proprio in conformità al diritto europeo. Insomma, ci sarebbe da dire “nulla di nuovo sotto il sole”, ivi compresa l’ennesima occasione per attaccare i balneari e per terrorizzare gli enti preposti alla gestione di questa materia.
Sarebbe ben consigliabile astenersi da iniziative che non forniscono alcun contributo di chiarezza sulle ormai note reciproche posizioni e che rischiano non solo di aggiungere confusione, ma anche di ostacolare l’articolata trattativa che è in corso fra lo Stato italiano e gli organi europei per trovare una corretta e giusta disciplina a una materia complessa e delicata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA