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Riforma spiagge, Boccia: “Non tratteremo tutti i balneari allo stesso modo”

Il ministro agli affari regionali annuncia l'arrivo del dpcm "entro 45 giorni" e precisa: "Chi ha investito di più sarà avvantaggiato"

Il governo intende emanare «entro 45 giorni» il dpcm per iniziare il riordino del settore balneare. Lo ha confermato il ministro agli affari regionali Francesco Boccia, che ieri ha incontrato a Bari i rappresentanti delle associazioni di categoria. «Occorre trovare una soluzione nel minore tempo possibile – ha detto Boccia – e per farlo ci stiamo mettendo sulle spalle le responsabilità non mantenute dal governo precedente e le sue scelte incoerenti rispetto al quadro comunitario». L’esecutivo Lega-5Stelle, ha ribadito il ministro, «doveva fare un decreto del presidente del consiglio entro il 30 aprile 2019, ma quel decreto non è mai stato emesso e ora noi stiamo raccordando tutta questa attività con ben quattro ministeri».

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Boccia non ha reso noti i contenuti del provvedimento, che dovrà attuare quanto previsto dalla legge 145/2018, ma ha fatto capire la direzione che intende prendere il governo: «Servono imprese che possano investire nel tempo, e le imprese investono nel tempo solo se lo Stato glielo permette. In questo momento ci sono operatori straordinari che fanno investimenti importanti e che hanno un impatto occupazionale importante, mentre altri operatori vivono con concessioni risibili. Non possiamo trattarli tutti allo stesso modo. Presto partirà una mappatura su tutto il territorio italiano che darà allo Stato il quadro definitivo della situazione». Il ministro ha infine elogiato il lavoro della Regione Puglia con le sue due circolari per sollecitare i Comuni a estendere le concessioni fino al 2033 («uno sforzo virtuoso in una situazione di assoluta anarchia») e ha definito «sbagliatissime» le posizioni dei Comuni che si rifiutano di applicare il prolungamento previsto dalla legge.

Al vertice, convocato dalla Regione Puglia per aggiornare i rappresentanti degli imprenditori balneari e le amministrazioni comunali sull’iter del dpcm, ha partecipato anche il governatore Michele Emiliano, che ha spiegato così le ragioni dell’incontro: «I concessionari balneari sono a un bivio: esiste una direttiva europea che obbliga a fare delle gare per favorire la concorrenza, ma queste gare rischiamo di compromettere il ruolo di questi soggetti che con le loro famiglie da decenni tutelano le nostre coste e assicurano la fruizione balneare. Bisogna trovare un punto di equilibrio, perché chi gestisce una spiaggia non è come un grande concessionario dello Stato, bensì una piccola azienda che di anno in anno migliora gli investimenti e consente alla Puglia di utilizzare le coste, migliorando anche la qualità turistica. Queste imprese sono quelle che puliscono l’immondizia che purtroppo il mare sputa sulle nostre spiagge, sono le imprese che tutelano i turisti qualche volta anche durante l’inverno, sono quelle che sorvegliano in generale lo stato della natura e la qualità dell’ambiente. Certo, c’è sempre qualche pecora nera come in tutte le famiglie, e qualcuno ha esagerato e ha costruito fuori da quello che è permesso, facendo cose sbagliate o pretendendo di utilizzare il luogo come se fosse di sua proprietà. Ma queste sono cose che si possono correggere. Quello che noi non possiamo tollerare è che questa gente sia presa in giro. Qualche anno fa i governi dell’epoca hanno fatto una proroga generalizzata di queste concessioni, sapendo bene che l’Unione europea, la Corte costituzionale e i giudici non avrebbero potuto consentirla. Quindi abbiamo chiesto al ministro Boccia di starci a sentire, perché la Puglia non può fare a meno delle aziende balneari. La Puglia non può fare a meno di questa tradizione, la Puglia ha bisogno di queste vedette delle nostre coste che da un lato ricavano di che vivere da questo lavoro, dall’altro ci danno una mano a fare cose che i Comuni e la Regione da soli non sarebbero in grado di fare».

Associazioni insoddisfatte

I rappresentanti delle associazioni balneari intervenuti all’incontro non sono del tutto soddisfatti delle parole pronunciate dal ministro Boccia. Così Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio: «Le dichiarazioni del ministro Boccia, ancorché autorevoli e significative, non fanno venir meno l’allarme dei balneari italiani, che dopo ben dieci anni valutano gli interlocutori politici dai fatti non dalle parole. Confermiamo, pertanto, la necessità di una mobilitazione dei balneari che sia la più ampia e unitaria possibile, superando divisioni tanto dannose quanto immotivate».

«Al ministro Boccia – prosegue Capacchione – abbiamo contestato gli inadempimenti, prima di tutto del governo, nell’applicazione della legge 145/2018 che ha differito di quindici anni la scadenza delle concessioni demaniali marittime, funzionale a un riordino della materia. Si è sottolineato, in particolare, che la mancata emanazione di una circolare applicativa della legge e, al contrario, l’invio della nota del 19 dicembre 2019 della Direzione dei porti lacunosa e fuorviante, hanno contribuito a cagionare i ritardi intollerabili dei Comuni e delle Autorità di sistema portuale nell’applicazione della legge medesima. Abbiamo, quindi, chiesto al governo di rimuovere immediatamente ogni ostacolo all’applicazione della legge, ricordando lo stato di agitazione della categoria e il rischio concreto del venir meno dei servizi di spiaggia in assenza di garanzie certe e immediate sulla continuità del lavoro prima dell’inizio della prossima stagione estiva».

Dello stesso parere è Giuseppe Mancarella, presidente di Cna Balneari Puglia: «Ci aspettavamo ancora più chiarezza dal ministro. Ci aspettavamo date e certezze sulla salvaguardia delle aziende. Ma siamo fiduciosi. Si lavori su 15 anni di estensione e poi si vada a lavorare con il decreto».

Aggiunge Mauro Della Valle, presidente Federbalneari Salento: «Non abbiamo certezze perché i tribunali dicono il contrario della legge dello Stato. Sembra inverosimile che il legislatore non si sia confrontato bene sul riordino di questa materia».

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