Le liste non sono ancora state chiuse, ma una cosa è nota: la Lega avrà un rappresentante degli imprenditori balneari tra i suoi candidati per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. Lo ha annunciato il Carroccio stesso, che sta mettendo a punto una strategia per coinvolgere i professionisti e le categorie in vista del voto, anche al fine di riavvicinare i lavoratori a una politica sempre meno apprezzata dai comuni cittadini. Tra questi ci sono appunto i balneari, che dopo l’approvazione definitiva del ddl concorrenza, si sono sentiti traditi da un partito che ha sempre promesso di lottare per escludere le concessioni di spiagge dalle gare previste dalla direttiva europea Bolkestein. Invece, sia in Senato che alla Camera il provvedimento è stato approvato a larghissima maggioranza: ciò significa che i titoli sul demanio marittimo saranno riassegnati tramite evidenze pubbliche entro il 2024 anche a causa del voto favorevole dei parlamentari leghisti. Nei giorni scorsi il sottosegretario Gian Marco Centinaio, autore della legge 145/2018 che ha esteso la validità delle concessioni fino al 2033 (poi annullata dal Consiglio di Stato), ha promesso che il decreto attuativo per disciplinare le gare – da varare entro fine gennaio, dunque di competenza del prossimo governo – sarà «il più possibile “friendly” nei confronti dei balneari che hanno fatto investimenti», ma la categoria non si fida più delle promesse, e così il Carroccio ha pensato di inserire un rappresentante diretto della categoria nelle sue liste, a titolo di garanzia.
Il mistero resta sull’identità, ma per saperlo è questione di pochi giorni. La scadenza per presentare le liste è infatti il prossimo 22 agosto, ed entro allora si saprà chi è il balneare coinvolto dal partito di Matteo Salvini. Alcune malelingue avevano fatto il nome di Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio, che però ieri ha smentito categoricamente: «Non me l’hanno chiesto e, indipendentemente da questo, ritengo che le due cariche siano incompatibili: o rappresento i balneari della Confcommercio o faccio il parlamentare. E il mio ruolo attualmente è quello di presidente dei balneari, quindi personalmente non ritengo di poter accettare». Un altro nome quotato era quello di Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria: anch’egli ha negato ma, al contrario di Capacchione, si è dichiarato interessato alla possibilità: «Al momento non me l’ha chiesto nessuno, ma se qualcuno lo facesse, sicuramente ci farei una riflessione, con l’obiettivo di poter avere più incisività e di poter portare ai massimi livelli il bagaglio di conoscenza e di rapporti internazionali che abbiamo».
Se venisse eletto, l’imprenditore (o imprenditrice) balneare nelle file della Lega non sarebbe il primo rappresentante della categoria a finire in parlamento. Solo nell’ultima legislatura, infatti, quasi ogni forza politica aveva un esponente con attività economiche più o meno direttamente legate al settore, dal deputato Umberto Buratti (Partito democratico) che ha uno stabilimento a Forte dei Marmi, alla senatrice Daniela Santanché (Fratelli d’Italia) che è socia del Twiga di Flavio Briatore, fino al senatore Massimo Mallegni (Forza Italia) che possiede un lido a Marina di Pietrasanta e a Elena Raffaelli (Lega), titolare di uno stabilimento a Riccione. A Bruxelles c’è poi l’europarlamentare Massimo Casanova (Lega), patron del Papeete di Milano Marittima. E tra poco più di un mese si saprà se anche per i prossimi cinque anni la categoria dei balneari avrà almeno un proprio rappresentante fra gli scranni del parlamento. Anche se finora sembra che non sia servito a un granché.
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