La scorsa settimana è toccato al versante adriatico, la notte scorsa a quello tirrenico. Le mareggiate di scirocco che si stanno abbattendo con sempre più frequenza e violenza sulle coste italiane, a causa del riscaldamento globale di origine antropica che sta provocando eventi climatici catastrofici, questa volta hanno colpito Liguria, Toscana, Lazio e Campania, danneggiando in maniera molto seria le località costiere e soprattutto gli stabilimenti balneari.
La regione più colpita questa volta è la Liguria, già martoriata dal cataclisma di appena un anno fa (vedi notizia): decine di stabilimenti, che avevano da poco terminato i lavori di ricostruzione, sono stati nuovamente distrutti dalle onde. Ingenti i danni registrati a Ceriale, tanto che il presidente locale del Sib-Confcommercio Silvio De Francesco azzarda a dire che «la stagione 2020 è stata messa a rischio da questo ennesimo ciclone che ha cancellato intere porzioni di spiagge». Non è andata meglio a Vado, dove le onde hanno fatto crollare un tratto della passeggiata a mare con tanto di muratura in cemento. Anche ad Alassio e Cogoleto il mare ha raggiunto le strade, allagando stabilimenti balneari ed esercizi commerciali.
La situazione è critica anche nel Lazio, dove già la scorsa settimana le mareggiate avevano provocato danni significativi. Impressionante la situazione a Latina, nel Parco nazionale del Circeo tra Capo Portiere e Rio Martino, dove le onde sono riuscite addirittura a far crollare le dune naturali costiere: se a cedere sono persino queste barriere, accumulatesi nei secoli e mai compromesse fino a oggi, significa che la situazione è davvero storicamente nuova e molto preoccupante.
Infine, in Campania è un vero e proprio scenario di guerra quello registrato a Marina del Conte, frazione balneare di Massa Lubrense (Napoli), dove gli stabilimenti balneari e i ristoranti sulla spiaggia sono stati devastati dalla forza del mare. Anche qui, il sindaco Lorenzo Balducelli non ha esitato a dichiarare che la stagione 2020 è fortemente a rischio.
Davanti a questi eventi sempre più gravi, è ormai innegabile che l’esistenza del settore turistico balneare – e persino di intere località costiere italiane – è purtroppo seriamente compromessa. E occorre ragionare su come adattarsi a questi cataclismi inevitabili.
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