L’innalzamento dei mari torna a colpire le località costiere italiane in maniera sempre più grave e preoccupante. Oltre al livello record che ha sommerso Venezia sotto a un metro e 87 centimetri di acqua, provocando anche due morti, le mareggiate di scirocco la scorsa notte si sono abbattute soprattutto sul versante adriatico, senza risparmiare nessuna regione costiera. Purtroppo non si tratta di fenomeni eccezionali, bensì della conseguenza del riscaldamento globale di origine antropica che sta provocando fenomeni climatici sempre più estremi e frequenti. Le onde non hanno solo fatto scomparire spiagge e stabilimenti balneari, ma hanno anche fatto crollare strade e lambito le abitazioni.
A seguito del cataclisma della notte scorsa, tra la Basilicata e la Puglia si registrano svariate strutture distrutte tra stabilimenti balneari, porti e arredi urbani, mentre nelle Marche e in Abruzzo l’acqua ha allagato gli stabilimenti e invaso le strade litoranee, provocando diversi cedimenti. In Romagna e Veneto la duna protettiva invernale, dove era già stata innalzata, è stata completamente abbattuta e in Campania si sono registrate criticità lungo tutta la costiera amalfitana.
Devastate le coste di Veneto e Friuli
Nel nord Italia l’acqua alta non ha colpito solo Venezia, bensì gran parte della costa adriatica. In Friuli il mare ha sommerso le strade litoranee, i porti e le banchine fra Trieste, Lignano Sabbiadoro, Grado e Marano Lagunare; e in Veneto tutte le località hanno riportato ingenti danni agli stabilimenti balneari e alle strutture in genere, oltre a una diffusa devastazione tra Jesolo, Caorle, Eraclea, Bibione e Chioggia.

Trombe d’aria in Puglia e Basilicata, forti raffiche in Sicilia
In Basilicata, una forte tromba d’aria si è abbattuta sul Metapontino. I problemi maggiori sono segnalati tra Policoro e Scanzano Jonico, dove oltre agli stabilimenti balneari si registrano gravi danni a strade, moli, automobili e arredi urbani.

Un’altra tromba d’aria ha colpito la località salentina di Porto Cesareo, in Puglia, provocando danni gravi al porto turistico e crolli di numerose strutture in muratura. Un pontile della darsena lungo 60 metri è stato sollevato e trascinato via dal vento e dal mare in burrasca. Centinaia le barche strappate via dagli ormeggi e ammassate una sull’altra.

In Sicilia, a causa del mare mosso e delle forti raffiche di vento, le Eolie sono rimaste isolate per tre giorni, con imbarcazioni costrette a restare ferme nei porti. Segnalato inoltre il crollo di una palazzina abbandonata e di dieci metri di strada lungo la spiaggia di Messina.
Marche e Abruzzo, stabilimenti balneari demoliti dall’acqua
Le violente mareggiate si sono abbattute anche in varie località delle Marche e dell’Abruzzo, abbattendo alcuni stabilimenti balneari. A Marina di Montemarciano, nell’anconetano, le onde hanno invaso la strada e sono arrivate a lambire le abitazioni. Rami, tronchi, ghiaia e rifiuti di ogni genere sono stati portati ovunque dalle correnti, ostacolando la viabilità in numerose strade litoranee.

Gravi danni anche lungo la costa fermana e maceratese, in particolare a Porto Sant’Elpidio e Porto Recanati, dove il mare ha allagato gli stabilimenti balneari ed è arrivato a invadere la pista ciclabile e la carreggiata, provocandone il crollo in diversi punti.

A Potenza Picena e Civitanova Marche l’acqua ha trascinato detriti sulle spiagge e sulle piste ciclabili, mentre nella Riviera delle Palme il mare ha superato la spiaggia e invaso i lungomari di Grottammare e San Benedetto del Tronto.

Per quanto riguarda l’Abruzzo, i danni più ingenti si sono registrati nel teramano, dove si è infiammata la polemica a causa della mancanza di dune protettive che avrebbero potuto in parte arginare la situazione. Invece, a Pineto e Alba Adriatica le onde hanno trovato via libera per distruggere le cabine degli stabilimenti balneari e i muretti e i lampioni dei lungomari. Purtroppo si segnalano tratti di spiaggia scomparsi per diverse centinaia di metri, nonché piste ciclabili e strade distrutte.


Romagna sotto grave erosione
In tutta la riviera romagnola, il mare ha divorato centinaia di metri cubi di sabbia e ha allagato gli stabilimenti balneari, nonostante le dune protettive che hanno in parte smorzato la forza delle onde. A Marina di Ravenna l’acqua ha raggiunto la strada e i lidi di Comacchio e Cesenatico sono stati completamente allagati. Più gravi i danni a Rimini, dove la barriera di sabbia doveva ancora essere innalzata e dunque il mare ha trovato strada facile per allagare gli stabilimenti.

Colpita anche la costiera amalfitana
Come mai era successo, l’acqua alta si è fatta viva anche in costiera amalfitana, spaventando i residenti di Positano che si sono visti le case e i locali pubblici invasi dalle onde. Ad Atrani si è allagata persino la piazza e a Maiori il vento ha rotto gli ormeggi di diverse barche attraccate nel porto.

I commenti
- Capacchione (Sib) al ministro Costa: ”Erosione costiera è emergenza nazionale”
- Rustignoli (Fiba): ”Istituire subito tavolo nazionale su erosione costiera”
- Legambiente: ”Serve piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”
- Salento, Della Valle (Federbalneari): ”Concessioni balneari siano estese fino al 2033 o non potremo ricostruire”
- Basilicata, Schettino (Fiba): ”La Regione ci aiuti a ricostruire”
- Veneto, Unionmare: ”Spiagge e pinete distrutte, chiediamo stato di calamità naturale”
- Abruzzo, Padovano (Sib): ”Basta riunioni inutili, servono opere immediate”
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