La norma sull’estensione delle concessioni balneari proposta nell’ultima stesura del “decreto rilancio” non raggiunge l’obiettivo di rafforzarne l’applicazione, così come previsto dalla legge 145/2018. Ho avuto modo di spiegarlo al ministro del turismo Dario Franceschini, in occasione di un incontro – ridotto a pochi minuti ritagliati durante il consiglio dei ministri – che ho avuto con lui ieri sera insieme al presidente designato di Federturismo Marina Lalli e al nostro direttore Antonio Barreca.
Purtroppo il ministro non è stato della stessa nostra opinione e, sfuggendo a un confronto per consentirci di mettere a fuoco l’inefficacia del testo in approvazione, si è limitato a dire che l’estensione invece è specificata e che con quella norma sarà applicata. Prima che Franceschini si ritirasse nuovamente nel consiglio dei ministri, gli ho rappresentato con decisione che se non ci sarà una formulazione scritta con chiarezza sull’estensione delle concessioni, noi non saremo in condizioni di aprire gli stabilimenti balneari vista l’imminente scadenza al 31 dicembre 2020.
Inoltre, in merito all’acceso dibattito sulle linee guida Inail, che sono improponibili e irricevibili, ho posto l’attenzione sul fatto che, seppure il problema appare importante, diventa secondario di fronte alla mancanza del rinnovo della concessione. Anzi non vorrei che il “siluro Inail” fosse stato creato appositamente per distogliere l’attenzione dal problema principale legato al mantenimento della concessione.
Nonostante le nostre osservazioni negative, credo che la norma sull’estensione delle concessioni non subirà variazioni. In tal caso la possibilità che avremo sarà di mobilitarci tutti per ottenere le modifiche con emendamenti in sede di riconversione in legge dell’insoddisfacente e inadeguato decreto che crea non pochi problemi non solo alle imprese balneari, ma a tutto il sistema del turismo.
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