Il governo Conte si mette al lavoro per risolvere l’annosa questione della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari. Ad annunciarlo è il ministro al turismo Gian Marco Centinaio: «La prossima settimana incontrerò i ministri Savona, Toninelli e Stefani, e avvieremo il tavolo di lavoro tecnico sulla Bolkestein». I ministri coinvolti, rispettivamente agli affari europei, alle infrastrutture e agli affari regionali, sono insieme al dicastero del turismo quelli con la competenza in materia di concessioni demaniali marittime, e dunque sono tenuti a scrivere una riforma di comune accordo.
Centinaio lo aveva già anticipato in un’intervista uscita lo scorso agosto: l’intento del governo, aveva detto al Sole 24 Ore, è di aprire un gruppo di lavoro nel mese di settembre per scrivere una riforma che metta fine alla paralisi totale degli investimenti da parte degli imprenditori balneari, dovuta alla minaccia di evidenze pubbliche sulle spiagge apertasi con l’applicazione della direttiva europea. Secondo il ministro del turismo «la direttiva, come ha detto lo stesso Frits Bolkestein, riguarda i servizi e non le concessioni balneari», e dunque il governo intende escludere le spiagge dall’ambito della sua applicazione. «Ma se l’Unione europea ci metterà i bastoni tra le ruote – aveva aggiunto Centinaio nell’intervista di Ferragosto – faremo come Spagna e Portogallo: proroga di 30 anni per chi ha già una concessione, gara per gli altri».
Immediata la reazione positiva alla notizia da parte delle associazioni di categoria. In una nota inviata a Mondo Balneare, il presidente del Sib-Confcommercio Antonio Capacchione esprime «apprezzamento per la preannunciata convocazione del tavolo interministeriale sulla questione Bolkestein, fissato per la prossima settimana».
«Con questa convocazione – prosegue Capacchione – il ministro Centinaio tiene fede a quanto ha ripetutamente e pubblicamente dichiarato nelle scorse settimane. Ci auguriamo che, finalmente, si passi dalle parole ai fatti, ponendo fine al lungo calvario al quale è da ormai troppi anni sottoposta la balneazione attrezzata italiana a dispetto della sua importanza strategica, evidenziata da ultimo anche dai sindaci delle 20 città costiere più importanti del Paese per numero di presenze, riunite al G20s di Bibione. Auspichiamo che, subito dopo questa convocazione, siano chiamati anche i rappresentanti sindacali di categoria per fornire un contributo finalizzato a evitare gli effetti pregiudizievoli della cosiddetta direttiva Bolkestein e a scongiurare che le aziende italiane, attraverso le gare, siano confiscate e di fatto espulse da quel settore nato, costruito e sviluppato proprio da quelle famiglie che con il proprio lavoro hanno contribuito in maniera determinante ad affermare il “made in Italy” nel mondo».
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