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Balneari, Fratelli d’Italia presenta ricorso contro sentenze Consiglio di Stato

Il partito si opporrà in Corte costituzionale con l'accusa di "conflitto di attribuzione tra poteri dallo Stato" per la pronuncia che ha annullato la proroga delle concessioni al 2033 e imposto le gare entro due anni

I parlamentari di Fratelli d’Italia presenteranno una proposta di ricorso alla Corte costituzionale contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga al 2033 delle concessioni balneari e imposto le gare entro due anni. Il ricorso, messo a punto dal deputato Riccardo Zucconi insieme al pool di avvocati di Fratelli d’Italia con l’accusa di “conflitto di attribuzione tra poteri dallo Stato”, è stato presentato ieri nel corso di una conferenza stampa a Roma aperta dalla leader del partito Giorgia Meloni e trasmessa in diretta streaming.

«Negli ultimi anni ci siamo attivati per risolvere l’annosa vicenda delle concessioni balneari e questo ricorso è solo l’ultimo tassello del nostro lavoro», ha esordito la Meloni. «La sentenza del Consiglio di Stato è inaccettabile per metodo e per merito: il massimo organo di giustizia amministrativa è andato molto oltre le sue prerogative, arrivando a disapplicare una legge votata dal parlamento italiano e a stabilire la data ultima per la messa a gara delle concessioni, fissandola con un anticipo di dieci anni rispetto a quanto stabilito dalla legge 145/2018» (che aveva esteso la validità dei titoli fino al 2033, NdR).

«Non riteniamo accettabile che la giurisprudenza si sostituisca al legislatore», ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia. «In un paese normale sarebbe stato il governo a presentare questo ricorso, invece Draghi ha convocato in fretta e furia le associazioni di categoria per affermare che bisogna istituire le gare, con anche la scusa che sta arrivando una procedura di infrazione europea. Ciò dimostra che l’attuale governo non ha la volontà politica di salvare le migliaia di imprese balneari. Eppure, se si volesse farlo ci sarebbero tanti argomenti per aprire un contenzioso con l’Unione europea: la direttiva Bolkestein riguarda i servizi e non i beni come le spiagge, e soprattutto ammette deroghe se la risorsa non è scarsa. E l’Italia ha migliaia di chilometri di spiagge libere in cui applicare i principi di concorrenza senza toccare i titoli già in essere».

Anche il deputato Zucconi ha sottolineato che «la giustizia amministrativa ha invaso un campo che dovrebbe essere destinato al legislatore. La mappatura delle aree in concessione, prevista nel decreto concorrenza attualmente al Senato, sta sancendo il principio della scarsità di risorse, presupposto applicativo della Bolkestein. La sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato inoltre che la Bolkestein è autoapplicativa, privando così il parlamento di qualsiasi possibilità di influire su questa e sulle successive direttive. I concessionari attuali non avranno poi nessuna aspettativa degna di tutela, fissando indennizzi non precisi e generici. Queste direttive si inseriscono nel quadro di un uso smodato dei decreti legge che stanno esautorando il parlamento. Se a questa compressione della democrazia si aggiunge anche che importanti settori come questo vengono normati dalla giustizia, è chiaro che il ruolo delle camere e della democrazia popolare è del tutto snaturato. Con questo ricorso non vogliamo difendere dei privilegi, bensì il nostro interesse nazionale».

Sull’iniziativa di Fratelli d’Italia è giunto il plauso delle associazioni di categoria. Queste le parole di Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio: «Apprezziamo il progetto di Fratelli d’Italia che ha deciso di sollevare davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione contro la sentenza del Consiglio di Stato riguardante le concessioni demaniali marittime. Avevamo chiesto da settimane, ai parlamentari e alle istituzioni rappresentative, un “atto di coraggio” e un “atto di orgoglio” a difesa delle prerogative del parlamento che sono state umiliate dal Consiglio di Stato, e il partito di Giorgia Meloni, a nostro avviso, ha finalmente e correttamente raccolto questa sollecitazione. È un fatto estremamente positivo che va non solo a difesa dei 30.000 imprenditori balneari italiani, ma soprattutto delle prerogative del parlamento e delle istituzioni rappresentative. Nel contempo non possiamo anche evidenziare che il Consiglio di Stato, in una sentenza depositata ieri, contraddice quanto affermato nell’adunanza plenaria in ordine alla proprietà aziendale e all’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni vigenti anteriori al 2009: a conferma che la sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria è una sentenza assai discutibile e una brutta pagina della giurisprudenza amministrativa italiana. Per quanto ci riguarda, confermiamo che il Sib impugnerà la sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato davanti alla Corte di cassazione per eccesso di giurisdizione».

Così invece Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria: «Assobalneari Italia accoglie con soddisfazione l’annuncio dato da Fratelli d’Italia di un ricorso alla Corte costituzionale per sollevare conflitto di attribuzione contro le ultime sentenze del Consiglio di Stato, denunciando l’iniquità delle stesse che vorrebbero sostituirsi all’azione legislativa. Anche noi avevamo auspicato che fosse il governo a intraprendere questa iniziativa, e ci fa piacere che sia stata raccolta da Fratelli d’Italia» (leggi le dichiarazioni complete di Licordari »).

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