«Gli emendamenti sulle concessioni balneari approvati ieri nelle commissioni V e X del Senato rappresentano il primo passo per avviare un’interlocuzione approfondita nei confronti dell’Europa, che fino a oggi nessun governo ha mai condotto con ferma determinazione». È il parere di Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Federturismo Confindustria, sulle proposte di modifica al decreto milleproroghe in materia di concessioni balneari, che saranno votate nei prossimi giorni in parlamento. «Da 14 anni Assobalneari Italia ripete che le procedure selettive considerate nella direttiva europea Bolkestein non hanno i presupposti per essere applicate alle concessioni turistico-ricreative, un modello tipicamente italiano che fa parte della cultura del nostro paese e che, mi sembra del tutto evidente, oggi fanno gola a potenti gruppi economici, che vorrebbero impossessarsi di questa fetta di economia italiana.
«Gli emendamenti presentati da Forza Italia e Lega, condivisi da Fratelli d’Italia, permetteranno alla coalizione guidata dal nostro presidente del consiglio Giorgia Meloni di presentarsi davanti agli interlocutori europei con le giuste motivazioni per mettere la parola fine a questa vicenda che si trascina ormai da anni e che sta esasperando una delle categorie economiche più importanti del turismo italiano», prosegue il presidente di Assobalneari-Confindustria. «Quelle che erroneamente vengono definite “aste” non le abbiamo mai accettate e mai le accetteremo, perché siamo concessionari di un bene e non di un servizio, e la risorsa non è limitata, come dimostreremo con dati certi alla mano, rientrando perciò nei casi di inapplicabilità previsti dalla direttiva Bolkestein».
«In questa situazione – aggiunge Licordari – dispiace leggere le dichiarazioni sterili e faziose del portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, alle quali rispondiamo che il deputato dovrebbe innanzitutto informarsi meglio quando rapporta il fatturato complessivo del nostro comparto con la rendita per lo Stato proveniente dalla tassa di concessione. Infatti il canone dei balneari, oltre ad avere appena subìto un aumento del 25% voluto proprio da questo governo e non da quelli di sinistra che lui ha sempre appoggiato, non è da parametrare al fatturato. Forse Bonelli non sa che il fatturato di un’azienda è sottoposto a un regime fiscale ben preciso, con una pressione fiscale e un costo del lavoro tra i più alti d’Europa. Inoltre, Bonelli forse ignora che dobbiamo pagare l’Imu pur essendo affittuari, e forse ignora anche che paghiamo un’Iva del 22% contro quella del 10% delle altre imprese turistiche, la più alta in Europa per il settore. Ancora, forse Bonelli fa finta di non sapere che i danni subiti dalle continue mareggiare vengono sostenuti dai concessionari, perché il “padrone di casa” non muove un dito».
Conclude Licordari: «Mi sarei aspettato invece da Bonelli, un deputato così attento alle problematiche ambientali, un supporto a una categoria che sostiene proprio la qualità dell’ambiente, anche per interesse diretto, mantenendo puliti e in ordine i litorali in concessione, provvedendo alla loro manutenzione e contribuendo alla difesa dall’erosione costiera. Ma forse Bonelli è disattento e superficiale nell’affrontare queste questioni, che riguardano centinaia di migliaia di posti di lavoro, come lo è anche stato nel sostenere la candidatura del signor Soumahoro che tanti problemi politici gli ha dato».
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