«A seguito della recente comunicazione della Commissione europea, con la quale si contesta la compatibilità comunitaria della normativa italiana in materia di demanio marittimo, è necessario avviare un confronto definitivo e risolutivo con Bruxelles che consenta di determinare le modalità attraverso le quali allineare il nostro ordinamento alla disciplina dell’Unione, dando certezza a un comparto decisivo per l’economia e l’occupazione nel nostro paese». Lo affermano i deputati del Partito democratico Umberto Buratti e Piero De Luca in una nota.
«Ma questa interlocuzione – aggiungono i dem – dev’essere anche l’occasione per chiarire definitivamente il contesto e la peculiarità delle nostre concessioni demaniali marittime, le quali si articolano in una serie molto diversa di tipologie, che a nostro avviso esulerebbero in principio dall’ambito di applicazione della direttiva Bolkestein. In tale contesto, riteniamo a ogni modo indispensabile porre grande attenzione, nell’ambito di una ormai necessaria e non più rinviabile riforma organica della materia, a meccanismi di tutela del principio del legittimo affidamento degli attuali titolari delle concessioni».
«La materia non riguarda solo gli ottomila stabilimenti balneari esistenti», proseguono Buratti e De Luca. «Infatti sulle nostre coste si trovano cantieri, negozi, cinema, ristoranti, distributori di benzina, circoli sportivi, strade e piazze, oltre alle concessioni per l’occupazione di specchi acquei, per 29 mila concessioni complessive. Sono decine di migliaia di famiglie, lavoratori e imprese del nostro paese che aspettano da anni una strategia di intervento chiara e decisa».
Concludono i due esponenti del Partito democratico: «È urgente far uscire da una condizione di oggettiva incertezza le imprese e i Comuni che devono esercitare la loro funzione amministrativa. Oggi, soprattutto in ragione della crisi che stiamo affrontando, bisogna lavorare alla definizione di un quadro giuridico idoneo, equilibrato e flessibile che tuteli e rafforzi il nostro sistema balneare in tutte le sue articolazioni. Un sistema che è qualificato a livello mondiale e rappresenta un asset importante della nostra economia. Non è un caso che, nell’estate post-lockdown, è stata proprio l’economia legata al mare a dare una spinta significativa e sorprendente alla crescita del Pil. Sarebbe molto grave se non riuscissimo a tutelare e promuovere un settore così importante per l’economia del paese».
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