Il centrodestra dice “no” alla riforma delle spiagge approvata ieri alla Camera dei deputati per istituire le evidenze pubbliche delle concessioni di spiaggia dopo un periodo transitorio ancora da definire (vedi notizia). Per illustrare i motivi di questa posizione, ieri pomeriggio subito dopo il voto in aula Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno convocato una conferenza stampa a Montecitorio in cui si sono detti «contrari all’esproprio delle imprese balneari che il governo vuole effettuare» (così la deputata forzista Deborah Bergamini).
La posizione del centrodestra resta in netta minoranza – il ddl è infatti passato con 173 voti a favore, 82 contrari e 41 astenuti – ma i tre partiti promettono battaglia in Senato, dove il provvedimento approderà nei prossimi giorni scontrandosi con dei tempi stretti per l’approvazione che, con l’ostruzionismo annunciato da berlusconiani e leghisti, potrebbero non essere sufficienti per varare definitivamente il testo entro la fine della legislatura a marzo. Su questa battaglia, però, il centrodestra non potrà contare sull’appoggio del Movimento 5 Stelle: anche i grillini ieri hanno infatti votato contro al disegno di legge, ma non perché si oppongano alle gare, bensì perché chiedono «evidenze pubbliche con più imparzialità e trasparenza» (queste le parole del deputato Sergio Battelli pronunciate ieri per dichiarare l’intenzione di voto).
Tornando alla conferenza stampa di ieri, per concretizzare il proprio impegno, gli esponenti dei tre partiti di centrodestra hanno sottoscritto un documento in cui chiedono a tutti i parlamentari «di non far approvare il disegno di legge-delega n. 4302 e qualsivoglia decreto o legge di fine legislatura con gli stessi presupposti» nonché «di attivarsi presso tutte le istituzioni nazionali e comunitarie per fare in modo che le concessioni demaniali marittime siano estromesse dall’applicazione della direttiva 2006/123/CE».
Su questo, tuttavia, le associazioni degli imprenditori balneari sono spaccate: Assobalneari-Confindustria, Itb Italia e Donnedamare, presenti ieri alla conferenza, sono d’accordo con le istanze del centrodestra; mentre Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Oasi-Confartigianato e Federbalneari accettano i contenuti del ddl e ne sollecitano l’approvazione; infine Cna Balneatori si oppone alle gare ma sta tentando di modificare il disegno di legge anziché chiederne lo stralcio (vedi notizia).
Le dichiarazioni
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta ha promesso che «quando andremo al governo tratteremo con l’Europa per adattare la direttiva Bolkestein alle condizioni specifiche delle nostre spiagge». Ma già nei prossimi giorni in Senato, ha assicurato il senatore forzista Maurizio Gasparri, «non faremo passare questo disegno di legge. Dobbiamo tutelare le imprese che hanno fatto investimenti e rendono fruibili le nostre coste». Anche perché, ha aggiunto l’azzurra Deborah Bergamini, la legge «tocca un comparto importantissimo della nostra economia» e «di fatto espropria le concessioni balneari in essere».
Molto dure anche le parole di Fratelli d’Italia, per cui sono intervenuti Carlo Fidanza e Walter Rizzetto: «Se mai troveranno qualche risicato voto per approvare anche al Senato questo vergognoso regalo alle multinazionali, i signori del Pd sappiano che il centrodestra lo cancellerà e andrà a Bruxelles per tutelare il lavoro di oltre 30mila aziende italiane. Fratelli d’Italia è schierata da sempre a fianco degli imprenditori del turismo balneare, del loro indotto e delle migliaia di posti di lavoro che rappresentano una specificità tutta italiana e un patrimonio di valori, lavoro, esperienza e tradizione che non permetteremo venga svenduto. E se il gioco del Pd è ormai chiaro da tempo, fa specie vedere il Movimento 5 Stelle votare col Pd contro tutti gli emendamenti per concedere proroghe agli attuali concessionari».
Gian Marco Centinaio, capogruppo al Senato della Lega Nord, ha infine sottolineato che «i balneari non sono una lobby, ma sono famiglie italiane che fanno reddito e per questo le difenderemo». E in rappresentanza di Federturismo-Confindustria, il direttore Antonio Barreca ha evidenziato come «siamo davanti a un problema di giustizia e di concorrenza che riguarda non solo le 30mila piccole aziende balneari, ma anche un enorme indotto».
Alla conferenza era presente anche l’assessore della Regione Liguria Marco Scajola: «Il disegno di legge che la maggioranza in parlamento sta portando avanti è sbagliato – ha detto l’assessore – perché aumenta le insidie e le incertezze per le imprese, ma soprattutto apre le porte alle aste, che noi riteniamo ingiuste di principio, pericolose e dannose per un tessuto economico che, in un periodo di rilancio del turismo, dovrebbe invece essere tutelato, sostenuto e garantito. Il governo dovrebbe lavorare per aiutare la nostra tipicità tutta italiana, migliaia di imprese e posti lavoro, facendo quello che hanno fatto altri paesi europei, ovvero garantendo le concessioni demaniali esistenti, dando loro certezze concrete per il futuro e non colpendole aprendo la strada delle aste. Il 31 ottobre, in consiglio regionale, approveremo due disegni di legge utili e responsabili, condivisi infatti anche da gran parte della minoranza. Non ci arrenderemo e continueremo a sostenere i nostri balneari».
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