Gli imprenditori balneari sono sul piede di guerra dopo il tradimento del governo Draghi, che ha modificato la bozza di riforma del demanio marittimo eliminando il riconoscimento dell’intero valore commerciale delle aziende in caso di passaggio di mano del titolo. «La proposta di legge è inaccettabile – afferma una nota del Sib-Confcommercio – e alcuni suoi contenuti tradiscono quanto autorevolmente preannunciato». Infatti, dopo che il consiglio dei ministri lo scorso 15 febbraio ha approvato all’unanimità la proposta di emendamento da inserire nel disegno di legge sulla concorrenza, la bozza è stata trasmessa al parlamento venerdì scorso con una piccola ma significativa modifica: nelle future riassegnazioni delle spiagge tramite gare, che il governo vorrebbe istituire entro il 2023, per gli attuali concessionari non è più previsto il riconoscimento dell’intero valore aziendale basato su tutti i beni materiali e immateriali, come affermava la prima versione del testo, bensì solo un indennizzo degli investimenti non ancora ammortizzati.
Tanto è bastato a far infuriare le associazioni di categoria Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti e Confartigianato imprese demaniali, che inizialmente avevano espresso soddisfazione per la proposta di legge. Il Sib ha convocato d’urgenza nel fine settimana il comitato di presidenza e la giunta allargata a tutti i presidenti regionali, indicendo una riunione generale per domani pomeriggio e dando mandato al presidente Antonio Capacchione di «concordare con Fiba-Confesercenti le iniziative di mobilitazione, anche le più incisive, adeguate alla gravità della situazione». Cresce dunque il fronte delle sigle contrarie alla riforma Draghi, già nutrito da Assobalneari-Confindustria, Cna Balneari, Base balneare, Italia balneare e Itb Italia, che sin dalla prima stesura della bozza hanno espresso dure critiche poiché contrarie a prescindere a qualsiasi forma di gara. La fiera di settore Balnearia 2022, in programma dal 4 al 7 marzo prossimi a Carrara, si preannuncia dunque molto accesa: gli imprenditori della spiaggia si troveranno infatti a seguire le assemblee organizzate dalle associazioni di categoria per capire se dovranno tornare presto in piazza.
Anche sul piano politico la situazione continua a essere tesa: le forze di maggioranza, pur avendo raggiunto un accordo di massima sulla riforma, sono infatti divise proprio sul riconoscimento dei vantaggi ai concessionari uscenti, respinti dalla Commissione europea e mal digeriti anche dal Movimento 5 Stelle. Non si è ancora spenta, peraltro, la polemica sull’incidente avvenuto nei giorni scorsi in commissione industria al Senato, dove l’Agcm ricevuta in audizione era in possesso dell’emendamento che invece i parlamentari non avevano ancora avuto da Palazzo Chigi. Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi ha giudicato «gravissimo quanto accaduto in commissione industria: l’Autorità garante della concorrenza ha espresso parere favorevole a un emendamento del governo che, al momento dell’audizione, non era ancora stato presentato in parlamento. È l’ennesima riprova di una volontà complessiva e orchestrata dal governo per infliggere un colpo definitivo alla categoria dei balneari. Non possiamo ignorare quanto accaduto e, per tale motivo, Fratelli d’Italia presenterà immediatamente un’interrogazione, inserendo anche un’altra questione che aggrava ulteriormente la posizione del governo».
Prosegue Zucconi: «Nell’emendamento depositato dall’esecutivo in merito alle concessioni balneari non è presente il riconoscimento dell’intero valore commerciale a titolo di indennizzo per i gestori uscenti. Quanto accaduto conferma ancora una volta come le preoccupazioni di Fratelli d’Italia fossero fondate e che il reale intento del governo sia da sempre la svendita dell’intero comparto balneare italiano a favore delle consorterie europee e dei grandi gruppi finanziari. Continueremo a batterci in parlamento affinché questo scempio venga immediatamente corretto, garantendo un futuro certo alle migliaia di micro e piccole aziende che operano nel settore».
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