La X commissione della Camera dei deputati ha ricevuto in audizione i rappresentanti nazionali delle associazioni balneari Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti per ascoltare i loro pareri in merito al disegno di legge delega in materia di turismo. L’intera seduta di audizione può essere visionata sulla web tv della Camera dei deputati, cliccando qui.
Riceviamo e pubblichiamo i commenti di Antonio Capacchione (presidente nazionale Sib-Confcommercio) e Fabrizio Lotti (vicepresidente nazionale Fiba-Confesercenti) diramati in seguito all’audizione.
Lotti (Fiba): «Balneari siano esclusi da Bolkestein»
«È indispensabile una legge di riordino complessiva del comparto balneare che contempli l’esclusione delle concessioni balneari dalla direttiva Bolkestein e da qualsiasi procedura di gara per le imprese già esistenti». Lo ha dichiarato Fabrizio Lotti, vicepresidente delle imprese balneari di Fiba-Confesercenti, in audizione presso la X Commissione attività produttive della Camera per presentare le proposte di rilancio del comparto.
«Le oltre 30.000 imprese balneari – afferma Lotti – costituiscono la spina dorsale del comparto turistico, sono attori importanti dell’economia e della società italiana e fondamentale è il ruolo che svolgono nel rispondere ai bisogni dei cittadini europei e nel fornire servizi di eccellenza. La questione europea è per noi di primaria importanza: per questo chiediamo al governo, che ha la delega in materia di turismo, di rivedere la direttiva Bolkestein nel rispetto delle peculiarità caratterizzanti i singoli paesi».
«Per rilanciare il turismo balneare e renderlo più competitivo rispetto alle altre realtà europee – prosegue Lotti – riteniamo necessaria l’applicazione, anche agli stabilimenti balneari, dell’aliquota Iva al 10% come per le altre imprese turistiche, ponendo fine a una iniqua e ingiustificata disparità di trattamento fiscale. Così come, previo accordo con gli enti territoriali competenti, anche attraverso una intesa in Conferenza Stato Regioni e con il Ministero della pubblica istruzione, è utile e opportuna una modifica del programma scolastico. Tale intesa potrebbe porre le basi per un progetto complessivo di destagionalizzazione dei flussi turistici sia a livello nazionale che internazionale e la fruizione di periodi di villeggiatura per fasce di utenti over 65 o meno abbienti, in una logica che punti a svincolare l’offerta turistica della stagionalità. Obiettivo che avrebbe ricadute positive anche per l’occupazione del settore, soprattutto giovanile».
«Infine, con riferimento alla specifica disciplina delle caratteristiche delle opere realizzate dai concessionari delle aree demaniali adibite a stabilimento balneare, è fondamentale prevedere di inserire gli stabilimenti balneari tra le strutture turistiche che possano esercitare attività ricettiva, sia imprenditoriali che non imprenditoriali, tese alla fornitura di servizi legati all’accoglienza dei turisti», conclude Lotti.
Capacchione (Sib): «Urge nuova normativa per i balneari»
Il presidente nazionale del Sindacato italiano balneari – Fipe Confcommercio Antonio Capacchione, nell’audizione presso la X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati sul disegno di legge delega in materia di turismo, ha sottolineato «la contraddizione fra l’importanza della balneazione attrezzata nel turismo italiano e la scarsa attenzione a esso dedicata dalle istituzioni del nostro paese. A riprova di ciò c’è il Codice del turismo ex lege nr. 79 del 2011, che si vuole modificare con la proposta di legge delega in esame, dove il balneare non viene affatto disciplinato al contrario di tutti gli altri segmenti turistici: dal ricettivo alle guide, dal nautico al termale, dall’enogastronomico alle agenzie di viaggio. Tutti i settori turistici tranne quello di gran lunga più importante per presenze e arrivi, e questo proprio quando il settore necessita di una riforma organica e unitaria per l’intero territorio nazionale».
«A questo proposito, il trasferimento delle competenze dallo Stato centrale e quindi dalle Capitanerie di porto alle Regioni e per esse ai Comuni, per i balneari ha comportato il passaggio da una situazione di certezze all’attuale di precarietà e confusione. Non è possibile che vengano disciplinati in maniera completamente diversa dalle varie Regioni aspetti importanti per l’attività balneare come la facile e la difficile amovibilità delle attrezzature, la facoltà di attività accessorie come la ristorazione e gli happy hour, la classificazione per una trasparenza delle tariffe e leva per il miglioramento e potenziamento dei servizi, le cause di revoca e decadenza, eccetera. È di fatto fermo il processo di riforma individuato nella legge di stabilità, stante la mancata convocazione del tavolo tecnico e l’inutile decorso del termine per l’emanazione del DPCM ex art. 1 comma 675 della legge di stabilità. Le emergenze del settore non vengono affrontate dal legislatore, a iniziare dal dramma dei pertinenziali, visto che gli emendamenti presentati in merito su ogni provvedimento di legge vengono puntualmente dichiarati inammissibili o irricevibili».
«La questione balneare non è stata ancora risolta – ha concluso Capacchione – perché permangono tutti i fattori di precarietà giuridica, a iniziare dalla direttiva Bolkestein che va non solo disapplicata per il settore, ma completamente abrogata in quanto frutto e simbolo di una stagione politica e culturale superata e che si è dimostrata disastrosa per il nostro Paese. Anche la proposta di legge delega sul Codice del turismo in esame potrebbe costituire l’occasione per eliminare alcuni di questi fattori».
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