Rias, valloni, fiordi e skärgård: non tutti i golfi sono uguali!

Questo articolo fa parte di "Granelli di sabbia"

Divagazioni su processi, forme e tematiche ambientali della spiaggia. Una rubrica a cura del GNRAC.

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Sardegna settentrionale: antiche valli fluviali invase dal mare.

Entrare in barca in un golfo costituisce sempre una sorpresa… e dà anche un gran senso di sicurezza! Via via che ci si inoltra nell’insenatura, si scoprono elementi nuovi per la prospettiva che cambia in continuazione; ma anche affacciarvisi all’improvviso, dopo avere scavalcato il crinale di una montagna, procura un’emozione sempre nuova. Questo perché i golfi sono tutti diversi uno dall’altro, anche considerando solo la loro forma; ma quello che può sorprendere è che non è l’azione delle onde che li rende unici, bensì i processi erosivi che li hanno modellati quando non venivano ancora toccati dal mare.

Quasi tutti i golfi che orlano le coste della Terra erano valli fluviali quando, durante l’ultima glaciazione di 18.000 anni fa, il livello del mare era più basso di circa 125 metri e la piattaforma continentale era percorsa dei fiumi che sfociavamo molto più lontano. Molte di queste valli erano già state incise durante le fasi glaciali precedenti e in parte riempite di sedimenti nei periodi interglaciali, quanto il livello del mare era più alto, come lo è ora. Con l’ultima risalita, il mare ha sommerso questo sistema fluviale, almeno nelle parti più basse, creando golfi con ramificazioni dove vi erano gli affluenti dei corsi d’acqua principali. Oggi il paesaggio costiero ricorda quello collinare, perché l’erosione fluviale aveva addolcito la forma dei rilievi. Talvolta non si può neppure capire se siamo sul bordo di un lago o del mare. I bracci di mare spesso separano delle isole, che un tempo erano colline separate dal rilievo principale: ecco perché, fra golfi, promontori e isole, la costa è estremamente frastagliata. Questa tipologia costiera prende il nome dalle insenature della costa della Galizia (rias), ma un esempio forse più bello lo abbiamo nella Sardegna settentrionale.

Morfologia delle coste frastagliate: riass (Spagna), valloni (Croazia), fiordi (Norvegia), skärgård (Svezia).

Anche la costa dell’Adriatico orientale ha una morfologia simile, ma in questo caso golfi e isole, invece che avere una disposizione prevalentemente ortogonale a riva (la direzione naturale per un fiume), sono disposti parallelamente alla costa. Il motivo sta nella struttura geologica di quell’area, con pieghe e faglie che hanno una direzione nordovest-sudest, e anche i laghi più distanti dal mare hanno una simile disposizione. Il nome che prende è di “costa a valloni” o “costa di tipo dalmata”, dalla Dalmazia.

Ma vi sono delle coste ancora più frastagliate, e si trovano alle alte latitudini: sono le coste a fiordi, dove le valli furono scavate (o spesso rimodellate) dai ghiacciai. Questi, oltre a incidere verticalmente come fanno i fiumi, erodono anche lateralmente, tanto che il profilo delle loro valli non è a V bensì a U. Ecco che i fiordi possono avere anche le pareti verticali ed essere assai più profondi, dato che i ghiacciai, a differenza dei fiumi, possono erodere anche sotto al livello del mare, e quindi possiamo misurare profondità ben maggior dei 125 metri di cui abbiamo detto prima.

Un’altra caratteristica dei ghiacciai è che la loro capacità erosiva, che aumenta per l’accumulo del ghiaccio che cade dai versanti o che giunge da lingue laterali, e si attenua quando prevale la fusione o quando inizia il galleggiamento. I fiordi sono quindi più profondi all’interno che non al loro sbocco in mare aperto, mentre i fiumi non possono presentare, nel loro corso, inversioni di pendenza. Può capitare che un profondo fiordo sia separato dal mare aperto da una soglia appena sommersa… nella quale è bene non andare a sbattere!

Costa a rias con canali di marea (Galizia, Spagna)
Costa a valloni (Croazia)
Fiordo (Norvegia)
Skärgård, con alcune isole costituite da materiale morenico (Finlandia)

Se dalla Norvegia passiamo alla Svezia, troviamo sempre un paesaggio che è stato modellato dai ghiacci e successivamente invaso dal mare, ma la morfologia costiera è assai diversa. Durante la fase glaciale non eravamo sul bordo della calotta di ghiaccio, ma sotto al suo centro. Quindi non vi erano ghiacciai simili a quelli che vediamo sulle Alpi, che scavano le proprie valli, bensì una calotta come quella della Groenlandia o dell’Antartide. Il ghiaccio si muoveva e smussava le rocce, magari approfondendo solchi lungo linee di debolezza, ma alla sua scomparsa è rimasto un paesaggio molto più dolce, con una miriade di isolotti che, procedendo verso costa, lasciano gradualmente il posto ai promontori: è quasi impossibile stabilire dove avvenga il passaggio fra il mare e la terraferma. Di fatto, è un giardino di scogli: da qui il nome di skärgård. Ma questi isolotti sono tutti coperti da alberi, e quando ci troviamo nel mezzo ci sembra di essere al centro di un lago e non si vede un passaggio per uscirne fuori! Ecco perché vi è una rete di mede che guidano la navigazione su rotte tracciate sulle carte nautiche. Morfologie simili si hanno anche dove, a contatto con il mare, vi sono le antiche morene glaciali, sia quelle terminali che quelle di fondo.

È anche grazie a queste coste che il confine fra la terra e il mare è lungo 440.000 km (il 16% in più della distanza Terra-Luna), e sarebbe ancora più lungo se lo misurassimo su carte a scala sempre maggiore, fino a girare intorno a ogni singolo sasso e… granello di sabbia!

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