Ultimo dell’anno con colpo di scena sulle concessioni balneari del Comune di Olbia: il sindaco Settimo Nizzi ha deciso di prorogare le concessioni in essere di un anno, mentre l’associazione Federbalneari Sardegna ha deciso di mandare avanti gli avvocati e di impugnare tutto.
Dopo aver fatto muro-contro-muro contro l’estensione al 2033 per più di un anno, il sindaco Nizzi ha disposto la proroga tecnica di un anno, annunciando che il suo obiettivo è l’approvazione del Piano di utilizzo degli arenili con i conseguenti bandi di gara «in linea con quanto previsto dalla normativa europea». La proroga di un anno, ha detto il primo cittadino, «è un atto amministrativo firmato dal dirigente competente, con la finalità di garantire i servizi sulle spiagge anche durante il tempo tecnico necessario al completamento dell’iter di approvazione del Pul. Il commento non può che essere positivo nonostante le tensioni, ben comprensibili, da parte egli attuali concessionari. Il tempo di un anno ci pare congruo perché lo Stato e le Regioni possano verificare ipotesi normative diverse con l’Unione europea».
Ma le dichiarazioni del sindaco sono piaciute alla Federbalneari Sardegna che, ora, ha deciso di giocare pesante. «Sto iniziando a comprendere che la politica in senso generale non abbia gli attributi per risolvere le questioni in tempi celeri: campagna elettorale e interessi di partito non potranno mai andare sopra il bene delle famiglie», afferma il segretario di Federbalneari Sardegna, Claudio Maurelli. «Siccome abbiamo poco tempo e comincio a stancarmi di questi rallentamenti politici, non c’è problema: me ne occupo io personalmente».
«L’atto a firma del dirigente del Comune di Olbia, che proroga di un anno le concessioni demaniali marittime delle famiglie olbiesi, è non solo illegittimo, ma lo ritengo un insulto poiché avviene contro le leggi italiane e in un momento devastante per le famiglie olbiesi che lavorano nel settore turistico. Ho già dato mandato allo studio legale del professor Zunarelli e a tutto lo staff di demanialisti di Federbalneari di impugnare questo documento scellerato. D’altronde, se la politica non si occupa delle famiglie sarde fino in fondo, qualcuno lo deve fare per loro. Dispiace che a rischiare sia un dirigente di un piccolo Comune, ma prima di scrivere bisogna avere la consapevolezza e la conoscenza delle leggi. Avere la coscienza della situazione drammatica che la Sardegna sta vivendo non è per tutti. Da oggi forse si inizierà a capire che la categoria dei balneari non è composta di voti, bensì di persone che queste festività hanno il diritto di trascorrerle serenamente come tutti gli altri».
Aggiunge il presidente di Federbalneari Sardegna Mario Isoni: «Sia chiaro: seguiranno a ruota le impugnazioni di tutti gli altri Comuni della Sardegna che hanno agito nella medesima direzione di Olbia. Ora basta. Le famiglie sarde meritano rispetto dalle istituzioni che sono votate e pagate dalle stesse. Vogliamo chiudere la partita una volta per tutte».
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