Il tavolo tecnico fra governo e associazioni di categoria sulla mappatura delle concessioni balneari, istituito lo scorso giugno per arrivare a calcolare la quantità di litorali liberi e occupati, ha terminato il suo lavoro due giorni fa, decretando che solo il 33% delle coste marittime italiane è attualmente in concessione.
Il dato non tiene conto del demanio lacuale e fluviale, più volte chiesto dalle associazioni di categoria, né spiega quanto del 67% di aree libere sia anche concedibile per avviare nuove imprese e garantire così la concorrenza richiesta dalla direttiva europea Bolkestein. Nonostante ciò, la coordinatrice del tavolo Elisa Grande ha ritenuto il lavoro sufficiente per terminare il compito e rimettere la questione in mano al governo, che ora dovrà scrivere una norma.
Nel video in apertura dell’articolo, facciamo il punto della situazione e ipotizziamo i prossimi passi che dovrà fare il governo Meloni, chiamato a decidere il futuro dei titoli in scadenza il 31 dicembre 2023.
RETTIFICA: Il video contiene un’affermazione imprecisa, quando afferma che dal 67% di aree libere non sono state escluse le aree marine protette e il demanio militare. In realtà il calcolo delle coste libere ha già escluso alcune porzioni di demanio non concedibile. Ci scusiamo per l’errore e rimandiamo a questo articolo che corregge e approfondisce meglio la questione: “Mappatura spiagge, 67% libere: quante sono concedibili?“
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