Attualità Sindacati e associazioni

Maltempo estremo, i balneari ripartono. Solidarietà delle associazioni

Spiagge ripristinate in poche ore dopo la devastazione delle trombe d'aria. Chiesto lo stato di calamità

Il “mercoledì nero” dei balneari è già un ricordo lontano e gli stabilimenti sono di nuovo pronti ad accogliere i turisti. Dopo le violente trombe d’aria che hanno colpito diverse località costiere da Numana (vedi articolo) a Milano Marittima (vedi il nostro servizio), i titolari dei lidi distrutti si sono rimboccati le maniche e, anche grazie alla solidarietà di colleghi e turisti, hanno ripristinato la situazione a tempo di record (nell’immagine sopra, la situazione a Milano Marittima).

Restano purtroppo le gravi conseguenze ambientali: nella località romagnola sono più di duemila i pini caduti su auto e case, con danni per oltre due milioni di euro secondo l’amministrazione comunale. I tifoni abbattutisi sulle spiagge italiane, sintomo del riscaldamento globale sempre più intenso e inarrestabile, sono finiti su tutte le cronache nazionali e le associazioni di categoria hanno chiesto di proclamare lo stato di calamità naturale.

Così Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti: «Fiba esprime vicinanza e solidarietà ai cittadini e alle imprese colpite dall’ondata di maltempo che si è abbattuta al nord e al centro Italia, in particolar modo lungo la costa adriatica, devastando numerose spiagge, provocando danni a diversi stabilimenti balneari e mettendo a rischio la vita delle persone».

«Ora bisogna reagire con determinazione a sostegno di quelle imprese pesantemente colpite dai nubifragi in un periodo di grande attrattività turistica», prosegue Rustignoli. «La nostra associazione si è attivata a livello nazionale, regionale e locale per supportare le imprese in difficoltà. Ci impegneremo affinché sia riconosciuto lo stato di calamità naturale nelle regioni colpite e perché siano sospesi i pagamenti dei canoni demaniali e predisposte subito linee di credito per le imprese danneggiate. Resta l’amarezza per quanto accaduto: disastri simili dovrebbero essere evitati; bisogna comprendere, una volta per tutte, che la messa in sicurezza del territorio è una grande priorità di questo paese, forse la più imprescindibile».

Anche Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari-Confindustria, interviene sull’accaduto: «Esprimo sincera solidarietà ai colleghi colpiti da questo disastro. Sarà difficile ripartire nel pieno della stagione dopo avere subito danni del genere, ma i balneari hanno molta forza d’animo per potercela fare».

«Questi eventi calamitosi stanno avvenendo sempre più spesso – sottolinea Licordari – e molte strutture balneari si stanno rivelando inadatte per resistere ai temporali violenti. La favola dei tre porcellini ci insegna che le case di paglia e di legno crollano, mentre quelle di mattoni restano in piedi. Eppure, a causa dei piani edilizi dei Comuni, i balneari possono realizzare solo edifici precari, per nulla stabili e sicuri. Per questo chiediamo a gran voce una legge nazionale che ci consenta di fare ciò che la scarsa lungimiranza di tanti sindaci ci impedisce, ovvero poter costruire manufatti resistenti in quelle porzioni di suolo che ormai hanno perso le caratteristiche di demanialità. Con questo non intendo dire che i balneari vogliono cementificare le spiagge, ma solo che occorre semplificare la burocrazia per permetterci di contrastare i cataclismi climatici in corso».

Infine, questo il commento di Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio: «Gli eventi atmosferici di ieri hanno, ancora una volta, messo a dura prova la balneazione attrezzata italiana: dalle Marche all’Abruzzo, dal Veneto alla Puglia, sono molti gli stabilimenti balneari danneggiati e completamente distrutti.  Dopo i noti eventi di ottobre scorso e le violente mareggiate di maggio, che spesso hanno vanificato persino i ripascimenti effettuati per la stagione estiva, ancora una volta i balneari devono rimboccarsi le maniche e ricostruire ciò che la natura ha mandato in frantumi. Giova sottolineare, anche in questa occasione, la solitudine degli imprenditori balneari nell’affrontare questi eventi meteorologici estremi, frutto dei cambiamenti climatici in atto».

«Come non ricordare – continua Capacchione – che sono molti i Comuni che non hanno ancora applicato la legge di stabilità che ha disposto la nuova scadenza dei titoli concessori estendendola di quindici anni. Come non sottolineare che la mancata applicazione della legge di stabilità impedisce ai titolari degli stabilimenti balneari di accedere al credito bancario e alle provvidenze pubbliche. Si tratta di ritardi colpevoli e irresponsabili che non trovano giustificazione alcuna. Ecco perché vogliamo sottolineare l’urgenza di recuperare immediatamente questo ritardo, mettendo i concessionari nella condizioni di poter riparare i danni e ricostruire gli impianti distrutti. Confidiamo nel senso di responsabilità dei Comuni che ancora non hanno proceduto a formalizzare la nuova scadenza sui titoli concessori, secondo le indicazioni già pervenute dalle Regioni. Abbiamo chiesto, in tal senso, un incontro urgente al presidente nazionale dell’Anci, Antonio De Caro, ci auguriamo che possa avvenire nel più breve tempo possibile».

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