Ottimi risultati per le barriere anti-erosione della startup Teti, che sono state installate sul litorale di Torre Guaceto in Salento, facendo innalzare il livello dell’arenile di ben 40 centimetri in appena tre mesi. Si tratta di un sistema innovativo e a basso costo brevettato nel 2016, che intende sostituire le scogliere frangiflutto: le barriere di Teti, realizzate in materiale riciclato, anziché ridurre la forza d’impatto sulla linea di riva, ne agevolano infatti l’avanzamento e bloccano il riflusso dell’onda, ostacolando l’asportazione di sabbia e granuli degli strati superficiali della spiaggia lambiti dalle onde. Già sperimentato con successo in Campania, dopo essere stato selezionato nel 2019 da Mondo Balneare per partecipare a Sun Next – l’area tematica della fiera di Rimini dedicata alle startup più innovative del settore balneare – il progetto dell’azienda brindisina ha ottenuto lo scorso anno un importante finanziamento che ne ha permesso lo sviluppo e l’installazione sulla spiaggia di Torre Guaceto a San Vito dei Normanni, in Puglia.
La sperimentazione è durata tre mesi e ha interessato un tratto di costa lungo 100 metri, che si è alzato in media di 40 centimetri, confermando la validità di un progetto fondamentale in questo momento storico, in cui l’innalzamento del livello del mare e la conseguente erosione costiera stanno decretando la scomparsa di centinaia di chilometri di litorale. Un fenomeno purtroppo ben noto anche nella spiaggia salentina, che rientra in una preziosa riserva naturale protetta. Per questo il Consorzio di Torre Guaceto ha deciso di avviare una collaborazione con la Teti, al fine di sperimentare il suo metodo innovativo e sostenibile per risolvere l’erosione in corso.
La scelta si è rivelata azzeccata: installate lo scorso 19 gennaio, le barriere – di una lunghezza complessiva di 50 metri – hanno terminato il loro compito il 26 aprile, facendo registrare un aumento medio del livello dell’arenile di ben 40 centimetri in appena tre mesi. L’innovativo metodo di ancoraggio ha fatto poi sì che il sistema, nella sua flessibilità, abbia resistito ai marosi che si sono abbattuti durante il periodo di installazione.
Dopo avere fotografato la situazione iniziale della spiaggia mediante rilievi satellitari, si è periodicamente proceduto con la misurazione dell’altezza dell’arenile in diversi punti e al prelievo di campioni di sabbia ai fini dell’analisi conclusiva. Nella fase attuale si sta procedendo con la valutazione dei dati raccolti, anche se già a vista d’occhio è emerso il successo ottenuto dalle barriere della startup brindisina, peraltro senza impattare sull’ecosistema della riserva. A differenza dei sistemi più diffusi come le barriere emerse o soffolte, i frangiflutti e i pennelli, che com’è noto possono compromettere le aree limitrofe, quello brevettato dalla Teti non mira ad annullare la forza del moto marino, bensì ne sfrutta le dinamiche, trasformandosi in una trappola per i sedimenti sabbiosi che determina il successo del sistema.

Come spiega l’ingegnere Giuseppe Tamburrano, ideatore delle barriere e amministratore della Teti srl, «il nostro sistema, costituito principalmente da moduli realizzati in materiale plastico riciclato al 65%, si inserisce perfettamente nell’ambito dell’economia circolare e, non richiedendo mezzi meccanici per la posa in opera, rappresenta un ottimo strumento per una manutenzione ordinaria delle spiagge, in quanto viene installato durante i mesi invernali e rimosso con l’inizio della stagione balneare. Ringrazio quanti hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, in particolar modo il Consorzio di Torre Guaceto, la Regione Puglia e il Ministero dello sviluppo economico che hanno contribuito alla sua realizzazione, nonché la Provincia di Brindisi, la Capitaneria di porto di Brindisi, il Cetma e Geocoste. Siamo partiti con l’obiettivo di ideare una soluzione semplice, economica e sostenibile per la lotta all’erosione costiera, e ce l’abbiamo fatta».
«Il risultato ottenuto ha superato le aspettative», commenta infatti Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Torre Guaceto. «Ringraziamo la Teti srl e tutti gli enti preposti che hanno autorizzato la sperimentazione nella riserva. Siamo orgogliosi di avere ospitato e collaborato attivamente con il nostro personale a un progetto così innovativo, che potrebbe costituire una soluzione importante per la costante e inesorabile erosione delle coste pugliesi».
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