La rivoluzionaria invenzione per fermare l’erosione costiera sta trovando le prime applicazioni nella nostra penisola. Stiamo parlando dei moduli brevettati dall’ingegnere brindisino Giuseppe Tamburrano, che promettono di mandare le scogliere frangiflutti in pensione e di cui avevamo già parlato due anni fa su Mondo Balneare (vedi articolo).
Si tratta di semplici barriere composte da materiali riciclati (nella foto), che possono essere realizzate e installate dal gestore di uno stabilimento balneare privato ma che potrebbero tornare utili anche alle pubbliche amministrazioni. Ad aprile 2017 il loro inventore aveva scelto la nostra testata per lanciare un appello agli imprenditori al fine di finanziare il suo progetto (vedi notizia), e nei giorni scorsi è arrivato un primo, importante risultato: sulla spiaggia del Lido Paestum, in provincia di Salerno, i moduli anti erosione sono stati sperimentati per la prima volta.
Con l’attestato di brevetto per invenzione industriale concesso dal Ministero dello sviluppo economico lo scorso 16 novembre, si è così concluso un iter burocratico iniziato nel maggio 2016 con il deposito del progetto. E lo stabilimento balneare campano è diventato così un lido virtuoso per l’applicazione di un sistema all’avanguardia a disesa della costa.
Come sono fatti i moduli anti erosione
L’invenzione di Tamburrano è tanto semplice quanto geniale. L’ingegnere brindisimo ha infatti escogitato delle piccole barriere rimovibili, dall’impatto ambientale estremamente limitato, che difendono la battigia dall’aggressione delle mareggiate. In questo modo è stata trovata una soluzione innovativa e low cost a un fenomeno, quello dell’erosione costiera, che sta mettendo in seria difficoltà il settore turistico, come hanno dimostrato le eccezionali mareggiate dello scorso 29 e 30 ottobre in Liguria e Toscana (vedi notizia) e più di recente in Puglia e Campania (vedi notizia).
Al contrario di tutti gli altri sistemi antierosione, i moduli di Tamburrano, anziché ridurre la forza d’impatto sulla linea di riva, ne agevolano il riflusso e l’avanzamento. Inoltre il modulo blocca il riflusso dell’onda, ostacolando l’asportazione di sabbia e granuli degli strati superficiali della spiaggia lambiti dalle onde. Allo stesso tempo, frenando il deflusso, obbliga alla decantazione le sospensioni presenti nell’onda in partenza.
Grazie ai moduli, insomma, i granelli di sabbia portati dal mare vengono trattenuti sull’arenile, contribuendo al ripascimento della spiaggia. Il sistema di ancoraggio al fondale (un cavo d’acciaio sul quale viene collocata la base del modulo) è stato concepito con l’obiettivo di rendere facilmente posizionabile e rimovibile il modulo, per cui è possibile porlo in opera durante l’inverno per poi rimuoverlo durante la stagione balneare.
Il consorzio di balneari sponsor
La ricerca di sponsor lanciata dall’ing. Tamburrano lo scorso anno su Mondo Balneare (vedi articolo), per quanto difficile, si è concretizzata nel comune di Capaccio in Campania, dove un consorzio locale di gestori di stabilimenti balneari, d’intesa con le associazioni ambientaliste e gli enti locali, ha dato il via libera all’installazione sperimentale dei moduli. Oltre a confermare che l’idea funziona, perché nell’arco di poche ore la spiaggia di Lido Paestum è cresciuta a vista d’occhio, l’esperimento ha fornito delle indicazioni su delle migliorie da apportare al progetto.
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