Dopo che il consiglio dei ministri ieri mattina ha impugnato le leggi regionali della Liguria che prorogavano le concessioni balneari di trent’anni (vedi notizia), sono fioccati i commenti contro il governo e non sono mancati quelli a favore. Gli imprenditori balneari stavano cominciando a sentire la certezza in tasca – fra soli due giorni, il 15 gennaio, sarebbero scaduti i termini per presentare l’impugnativa – e invece il consiglio dei ministri è stato convocato appositamente per mandare le due leggi regionali al vaglio della Corte costituzionale, ritenendole illegittime nonché contrarie alla libera concorrenza.
Furiosi il governatore ligure Giovanni Toti e l’assessore al demanio Marco Scajola, che parlano di «atto grave e irresponsabile», mentre il Movimento 5 Stelle, unico gruppo a non avere votato a favore delle due leggi approvate lo scorso 31 ottobre, parla di «decisione scontata» e accusa la giunta Toti di avere «preso in giro i balneari». Per quanto riguarda i sindacati, a levarsi contro il governo c’è Assobalneari-Confindustria, con il presidente Fabrizio Licordari che in vista delle elezioni invita a «votare per quelle forze politiche che si sono poste a baluardo contro coloro che ci volevano destinare alle aste».
Riportiamo qui di seguito i principali commenti giunti alla nostra redazione.
I contrari all’impugnativa
Giovanni Toti (presidente Regione Liguria): «C’è un Paese che va a fondo e il consiglio dei ministri si riunisce solo per discutere e impugnare alcune leggi regionali. Con tutti i problemi da risolvere, Gentiloni e il governo italiano preferiscono mettere sotto giudizio il lavoro di tante regioni. Per quanto ci riguarda l’impugnativa è arrivata in extremis, perché fra tre giorni sarebbero scaduti i termini per poter impugnare le nostre leggi. Vogliono stroncare il lavoro di mesi e mesi fatto da tecnici e amministratori, tenuto conto che più comuni di vario colore politico e tutte le associazioni di categoria avevano espresso parere favorevole. Il dato politico è la responsabilità che si assume il governo di non avere lavorato in questi anni a una legge che desse garanzie alle aziende balneari, motivo in più che ci ha indotto, come Regione Liguria, a procedere autonomamente. Questa vicenda rende sempre più importante il percorso di autonomia che abbiamo intrapreso, insieme ad altre regioni di vario segno politico, la cui efficacia rispetto a determinate materie tra cui il demanio marittimo ci è stata riconosciuta dallo stesso sottosegretario Bressa proprio durante un incontro tenutosi ieri a Roma. La Regione Liguria continuerà a essere a fianco delle imprese, dei balneari e dei liguri che chiedono certezze per le proprie aziende e le proprie famiglie».
Marco Scajola (assessore al demanio Regione Liguria): «La cosa assurda di questa vicenda è che di fronte a un vuoto legislativo che il governo avrebbe dovuto colmare entro il 2017, l’esecutivo ha preferito intervenire, in modo assurdo, contro una regione che ha cercato di tutelare le sue imprese. A nostro favore si è espresso anche il Parlamento europeo, con uno studio che invita l’Italia a seguire l’esempio di altri paesi UE come Spagna, Portogallo e Croazia che hanno emanato proprie leggi garantendo ai concessionari periodi fino a 75 anni. A questo punto non ci faremo intimidire e ci costituiremo presso la Corte costituzionale, convinti della bontà del nostro lavoro e della necessità che leggi come le nostre vadano avanti nell’interesse delle imprese e di tutti i cittadini».
Fabrizio Licordari (presidente Assobalneari-Confindustria): «Se qualcuno crede ancora alle promesse elettorali del governo Renziloni e dei suoi scudieri, si legga con attenzione il documento che esprime l’intenzione di impugnare la legge regionale della Liguria, che Assobalneari Italia – Confindustria ha sostenuto senza riserve e collaborando attivamente alla stesura. Plaudiamo comunque la linea tracciata dal governatore Toti e al lavoro dell’assessore Scajola, che hanno ben interpretato le aspettative non solo dei balneari liguri, ma di tutte le 30.000 imprese italiane. Oggi abbiamo solo una possibilità: votare per quelle forze politiche che si sono poste a baluardo contro coloro che ci volevano destinare alle aste. Coloro che pensano che ci siano margini di trattativa con le attuali forze di governo sono in evidente malafede, perché i fatti inconfutabili lo dimostrano. Meglio che stiano in silenzio».
Deborah Bergamini (deputata Forza Italia): «Quello che è successo ieri, con un consiglio dei ministri – peraltro a fine corsa – che impugna una legge che tutela i legittimi interessi di alcuni imprenditori e cittadini italiani, è assurdo. Non solo l’esecutivo non è stato in grado di risolvere una questione, quella della tutela delle nostre imprese balneari, da una sciagurata e fallace interpretazione della direttiva Bolkestein, che si trascina ormai da anni. Oggi ha addirittura impugnato la legge della Regione Liguria che, almeno in quel territorio, aveva messo ordine nella materia proprio in assenza di un assetto nazionale. Come si può chiedere ai nostri imprenditori di investire, assumere personale e credere nel futuro quando il tuo stesso Stato si schiera contro di te? Come ho già avuto modo di dire più volte e ci tengo a ribadire, quella della direttiva Bolkestein e della tutela delle nostre spiagge è una delle prime questioni che affronteremo, e risolveremo, una volta al governo. Ormai, e finalmente, tra pochi mesi».
Nuccio Altieri (deputato Lega Nord): «Ancora una volta il governo Pd si conferma prono ai diktat Ue, preferendo stare dalla parte della tecnocrazia e dei burocrati europei piuttosto che prendere le difese delle famiglie e delle imprese italiane. L’impugnativa del consiglio dei ministri alle leggi regionali della Liguria sulla tutela dell’impresa balneare e sulla disciplina delle concessioni demaniali marittime è, in questo senso, l’ennesimo schiaffo dato a migliaia di commercianti ambulanti e balneari. Non è più accettabile sottostare a una direttiva europea, la Bolkestein, ingiusta e profondamente lesiva degli interessi nazionali. Con la Lega e Salvini al governo tutto ciò non sarebbe accaduto. Piuttosto saremmo andati avanti anche a rischio di una procedura di infrazione, per una volta sarebbe per una giusta causa. Riflettano dunque gli operatori del settore, in vista del voto del prossimo 4 marzo».
I favorevoli all’impugnativa
Fabio Tosi (consigliere regionale Movimento 5 Stelle Liguria): «”La proposta di legge 157 Scajola-Vaccarezza sulle concessioni demaniali è non solo in palese contrasto con le normative europee relative ai servizi del mercato europeo comune, ma oltrepassa di gran lunga le competenze regionali e si avvia verso una nuova, prevedibile, impugnazione da parte della Corte costituzionale“. Lo avevo detto il 31 ottobre scorso in consiglio regionale, in occasione dell’approvazione della legge anti-Bolkestein della Regione Liguria, impugnata infatti dal governo. E non siamo dei maghi né dei veggenti: semplicemente ci siamo limitati a dire, in tempi non sospetti, quello che chiunque dotato di minima onestà intellettuale sapeva da mesi. Allora eravamo anche stati presi in giro da Scajola, che ci aveva dato degli scolaretti. Oggi è invece chiarissimo chi avrebbe bisogno di tornare sui banchi di scuola per un ripasso dell’abc sulla formazione delle leggi.
Invece di mettere mano con serietà a una materia così complessa, Toti e i suoi hanno preferito la scorciatoia della facile propaganda populista, a caccia di un pugno di voti. Adesso finalmente i balneari capiranno che in tutti questi anni sono stati continuamente presi in giro da Forza Italia e Pd, che non hanno mai voluto affrontare seriamente il problema quando ne hanno avuto l’occasione e c’erano tutti gli spazi e i tempi per allinearsi agli stati europei. Non è credibile Scajola quando se la prende con il governo, che in quest’occasione si è limitato ad applicare le norme. Piuttosto chieda scusa per quest’ennesima presa in giro ai balneari. La giunta Toti non è più credibile. Noi siamo pronti, come sempre, ad ascoltare tutte le categorie perché abbiamo idee chiare e tempi certi. Non è possibile continuare a giocare sulla pelle degli imprenditori».
Sergio Pizzolante (deputato Ap): «Toti e Scajola sono degli imbroglioni. Hanno fatto una legge farloca sapendo perfettamente che non potevano farla. Sapendo che il governo non poteva far altro che impugnarla perché non di competenza delle regioni e perché in netto contrasto con il diritto europeo. Come la legge dell’Emilia-Romagna che fu correttamente impugnata, per le stesse ragioni, dal governo Berlusconi, con ministro Scajola senior. Questa è la verità. Anzi, posso dire che l’hanno fatta per farsela bocciare e per poterla esibire in campagna elettorale. È la nuova Forza Italia di Toti, più estremista e populista della Lega di Salvini. Giocano sulla pelle degli operatori. Se il governo non l’avesse impugnata, sarebbe scattata la procedura di infrazione europea e le gare subito. Irresponsabili. Rivolgo a loro una domanda da mesi: portateci dal vostro candidato premier, nonché presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ci dica che la legge ligure è compatibile con il diritto europeo, che non farebbe scattare alcuna procedura di infrazione contro gli operatori e l’Italia… ce lo dicano e noi buttiamo via la nostra legge e prendiamo la loro. Insisto! Ce lo dicano. Imbroglioni!»
Massimiliano Iervolino (Radicali Italiani, tra i promotori di +Europa con Emma Bonino: «Bene ha fatto il governo a impugnare le due leggi sulle concessioni balneari approvate nel novembre del 2017 dalla Regione Liguria. Si tratta infatti di norme evidentemente incostituzionali e contrarie al diritto europeo, approvate dal consiglio regionale solo a fini propagandistici. Arrogarsi il diritto, come ha fatto la Regione Liguria, di legiferare in senso contrario a quanto stabilisce la direttiva Bolkestein è già di per sé scorretto, farlo poi quando su questa materia esiste una sentenza della Corte di giustizia europea che vieta palesemente le proroghe delle concessioni balneari, è puramente demagogico. Infine, bisogna ricordare come queste due leggi siano state volute dal presidente Giovanni Toti, esponente di Forza Italia: ossia di quella forza politica che ancora ha il coraggio di definirsi liberale. Grazie all’Europa, molto presto, anche l’Italia finalmente metterà a gara le concessioni balneari, dando la possibilità a tutti coloro che lo vorranno di partecipare ai nuovi bandi, al fine di aprire nuove imprese in un settore bloccato da decenni».
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