«L’impianto della riforma sulle concessioni balneari licenziata dalla Regione Friuli Venenzia Giulia è sicuramente innovativo, e anche l’idea di avere un’unica legge di riferimento per il demanio dello Stato gestito dalla Regione, il demanio della Regione e il demanio idrico della Regione è positivo. Il principio di avere periodi più lunghi di concessione, poi, favorisce notevolmente gli investimenti: i concessionari demaniali sono delle aziende e le aziende per funzionare devono avere orizzonti di medio/lungo periodo». Così il presidente di Federbalneari Friuli Venezia Giulia, Giorgio Ardito, analizza il lavoro della federazione che trova finalmente espressione nel disegno di legge regionale approvato di recente dalla giunta in via definitiva (vedi notizia).
Non tutti gli aspetti della legge sono però positivi. Continua infatti Ardito: «Da migliorare, nel disegno di legge regionale approvato in giunta e che quindi deve passare ancora in commissione e consiglio, ci sono alcuni aspetti: il valore dell’azienda e la valorizzazione della professionalità del concessionario, che sono da meglio definire. Riguardo al valore dell’azienda, nell’eventualità che il bando di evidenza pubblica non veda vincitore il vecchio concessionario, l’indennizzo individuato dal disegno di legge regionale per il concessionario uscente da corrispondere da parte del subentrante è di importo limitatissimo e insufficiente a garantire serenità a chi per generazioni ha lavorato sul demanio, creando un’azienda».
«Anche i criteri di valutazione dell’azienda non sono quelli indicati nel disegno di legge», prosegue Ardito nella sua analisi. «La Regione Toscana ha fatto di meglio – regione che, ricordiamo, ha registrato 418 richiesta di atti formali. Inoltre, pochi sono gli accenni alla valorizzazione della professionalità del concessionario, rispetto per esempio al disegno di legge delega nazionale varato dal governo il 27 gennaio; l’esperienza di chi per anni o generazioni ha operato sul demanio è un patrimonio e ha una sua notevole valenza».
In merito all’aspetto del riconoscimento del valore d’azienda, risulta importante il contributo che Piero Bellandi, docente al dipartimento di Economia e management dell’Univeristà di Pisa, ha predisposto per Federbalneari Italia: «Sarà necessario introdurre un sistema valutativo dell’azienda (di proprietà del concessionario) che dovrà essere versato dall’imprenditore aggiudicante, qualora diverso dall’attuale gestore, appunto, dei beni materiali ed asset intangibili, come le componenti culturali intrinseche in beni e servizi) apportati nel corso della durata di validità del titolo autorizzativo», sostiene lo studio di Bellandi.
«In un emendamento già presentato al governo da Federbalneari – informa Ardito – è indicata la formula algebrica calcolata per l’esatta determinazione del valore del complesso aziendale che sinteticamente ora indichiamo come la somma dei valori contabili del patrimonio, con la determinazione delle fonti di finanziamento oltre alla determinazione del valore d’avviamento».
Tornando all’analisi del disegno di legge della Regione Friuli, conclude Ardito: «Importanti saranno anche la revisione del Pud (Piano di utilizzo del demanio marittimo con finalità turistico ricreativa) e del Pul (Piano di utilizzo della laguna). La legge fa inoltre riferimento a nuovi criteri di calcolo dei canoni demaniali, e speriamo che non si punisca chi ha investito costruendo sul demanio: oltre il canone di concessione, l’Ici prima e l’Imu poi sono a carico del concessionario, anche se il proprietario delle aree e dei beni è lo Stato. Non applicando canoni demaniali pesanti si favoriscono gli investimenti, che poi alla scadenza della concessione diventano sempre di proprietà dello Stato».
In merito interviene il presidente nazionale di Federbalneari Italia Renato Papagni: «Questo il percorso da seguire, con il business plan da presentare, con un eventuale indennizzo, in caso il concessionario sia uscente, quantificato con una perizia asseverata per il valore dell’azienda, oltre a tener conto del valore della professionalità dell’imprenditore balneare. Probabilmente, così si avvierà lentamente un processo di trasformazione dell’offerta balneare. Gli operatori del settore dovranno offrire novità ogni anno ai turisti, occuparsi della soddisfazione del cliente, riuscire ad essere proattivi cioè a precedere le loro esigenze. Non sarà certo facccile, visti i tanti fattori esterni e i tanti enti ed autorità con cui il concessionario demaniale deve interfacciarsi. La riforma della balneazione passa da qui».
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