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Estate 2020, Sib: “Senza estensione concessioni balneari, a rischio le vacanze al mare”

La denuncia del presidente dei balneari Confcommercio: "Nel decreto rilancio manca la norma attuativa promessa dal ministro Franceschini"

«Se il testo del decreto legge non rimuoverà gli ostacoli burocratici che impediscono l’applicazione della legge 145/2018 sul differimento delle concessioni al 2033, come preannunciato dal ministro del turismo Dario Franceschini, quest’estate la maggior parte dei 30.000 stabilimenti balneari italiani rimarrà chiuso». Lo denuncia Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Confcommercio.

«In assenza di garanzie sulla continuità aziendale – prosegue Capacchione – quest’anno non ci sarebbero le condizioni per l’apertura della balneazione attrezzata italiana. È bene che si sappia che se la norma non sarà nel testo varato dal governo, le 30.000 imprese balneari quest’anno non saranno messe nelle condizioni di operare». Nella nuova versione del testo del prossimo “decreto rilancio”, infatti, non ci sarebbe la norma preannunciata dal ministro Franceschini per rimuovere gli ostacoli burocratici che ritardano l’applicazione della legge n. 145/2018, la quale stabilisce il differimento della scadenza delle concessioni demaniali marittime al 2033.

«Se così fosse, sarebbe un segnale bruttissimo nei confronti delle nostre imprese», conclude Capacchione. «Un impegno solenne e ufficiale del ministro del turismo sarebbe clamorosamente disatteso. Né potrebbe essere giustificato il rinvio dell’inserimento della norma in sede di conversione del decreto legge perché si tratterebbe, nella migliore delle ipotesi, di arrivare a metà luglio. Troppo tardi, il tempo è adesso».

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Il Sindacato italiano balneari si è formalmente costituito il 14 dicembre 1960 e, attraverso la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), aderisce alla Confcommercio - Confturismo.
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