Opinioni

Elezioni: due balneari in parlamento, ma lo scenario è complesso

In Camera e Senato entrano per la prima volta due titolari di stabilimenti, ma resta l'incognita sulle alleanze da cui dipenderà la riforma delle spiagge. Fuori Arlotti, Pizzolante, Gozi e Baretta; rieletti Gasparri, Bergamini e l'ex ministro Costa.

La più votata è la coalizione di centrodestra, il primo partito è il Movimento 5 Stelle, il centrosinistra è crollato. E in Parlamento entrano due imprenditori balneari: si tratta della riminese Elena Raffaelli (Lega) e del versiliese Massimo Mallegni (Fi). Ma è ancora presto per ipotizzare il futuro scenario politico da cui emergerà la riforma delle spiagge: nessuna coalizione ha infatti raggiunto il 40% necessario per governare, e pertanto saranno necessarie delle alleanze che ancora vanno definite, dalle quali dipenderà il futuro degli stabilimenti balneari italiani. Con la nuova legislatura, infatti, tutta la categoria attende una normativa che risolva la spinosa applicazione della direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi.

Lo scenario politico per i balneari

Sulla “questione balneare”, le posizioni dei partiti vincitori sono note: tutta la coalizione di centrodestra, dalla Lega a Forza Italia, sostiene l’esclusione delle spiagge dalla Bolkestein in modo da evitare le evidenze pubbliche sulle attuali imprese balneari; mentre il Movimento 5 Stelle propone un periodo transitorio di 15 anni e poi le gare. Si tratta di due schieramenti difficilmente conciliabili, e se la maggioranza di governo sarà composta da 5 Stelle e Lega – come suggeriscono alcuni autorevoli opinionisti – resta da vedere come si potranno accordare per risolvere la situazione delle spiagge partendo da due idee radicalmente opposte. Analogo sarebbe il discorso nel caso di un governo di larghe intese, guidato dal centrodestra con l’appoggio del Pd.

Sempre restando nel campo delle ipotesi, nel caso invece di un’alleanza del Movimento 5 Stelle con il Partito democratico, le vedute su questo tema sono molto più vicine: entrambi i partiti, infatti, propongono di risolvere la questione istituendo un periodo transitorio e poi le gare, e hanno solo delle sfumature diverse su alcuni aspetti tecnici (dal “doppio binario” al valore commerciale), che però potrebbero conciliare più facilmente rispetto all’eventuale alleanza con la Lega.

Tuttavia, per il momento si tratta di congetture che potranno essere confermate solo nei prossimi giorni, quando le alleanze saranno definite e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrà dato l’incarico al nuovo premier per formare una squadra di governo (sempre che non si rischi di tornare alle elezioni). Solo quando saranno fatti i nomi dei ministri, per gli imprenditori balneari sarà più chiaro immaginare le sorti delle loro aziende. Inoltre – è ovvio ma vale la pena ribadirlo – le alleanze non saranno certo decise in base alle rispettive posizioni sulla riforma spiagge (che anzi non è mai stata una priorità della politica), bensì per dei fattori molto più ampi e complessi. Pertanto, agli imprenditori balneari per il momento non resta che aspettare di capire come sarà formato il nuovo governo.

Gli eletti più vicini ai balneari

Nel frattempo, è possibile analizzare i nomi dei nuovi parlamentari che, per la loro storia politica o professionale, sono più vicini alla “questione balneare” e quindi saranno i referenti più probabili per seguire l’iter del nuovo disegno di legge. A partire da due personalità in quota centrodestra che si guadagnano il titolo di primi imprenditori balneari a essere eletti in parlamento: si tratta di Elena Raffaelli (Lega) e Massimo Mallegni (Forza Italia). Entrambi sono titolari di uno stabilimento balneare nelle due zone più importanti d’Italia per questo settore, e cioè rispettivamente la Riviera romagnola e la Versilia, e andranno a occupare l’una un seggio alla Camera, l’altro in Senato, avendo sulla pelle una conoscenza molto approfondita sulle problematiche relative alle spiagge.

Ma i nomi non finiscono qui: sempre con la Lega sono stati eletti anche Gian Marco Centinaio, Edoardo Rixi e Stefania Pucciarelli, che hanno dimostrato molta attenzione ai problemi dei balneari, e in Forza Italia sono riconfermati Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini, che nella scorsa legislatura hanno praticato una strenua opposizione al disegno di legge del governo Gentiloni, insieme alla new entry Giorgio Mulè. Entra nel parlamento italiano, dopo l’esperienza da eurodeputato, anche Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia). Infine, in coalizione con il centrodestra è stato rieletto Enrico Costa, l’ex ministro agli affari regionali che nella scorsa legislatura, da alleato del centrosinistra, ha firmato il famigerato disegno di legge sulle evidenze pubbliche delle concessioni balneari: e sarà molto curioso sapere se le sue posizioni sono mutate, ora che ha cambiato fronte politico.

Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, è riconfermato alla Camera dei deputati Sergio Battelli, referente del partito grillino per tutto quello che riguarda le concessioni balneari e la Bolkestein applicata alle spiagge.

Passando agli esclusi, non torneranno in parlamento i due relatori dell’ultimo ddl: con il risultato negativo della coalizione di centrosinistra, Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante (quest’ultimo sconfitto proprio dalla Raffaelli) non sono stati confermati dagli elettori. A loro si aggiungono Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’economia del Partito democratico, e Sandro Gozi, sottosegretario agli affari europei, anch’essi fuori dai giochi. Sempre nel Pd, non ce l’hanno fatta nemmeno Umberto Buratti e Luciano Monticelli, altre due figure storicamente vicine ai balneari.

Nel centrodestra, invece, non è riuscito a entrare in parlamento Angelo Vaccarezza, il consigliere della Regione Liguria da sempre sensibile alle problematiche degli stabilimenti balneari, che correva con Forza Italia per il Senato ma che è stato sconfitto dal suo avversario del Movimento 5 Stelle nel collegio di Genova. Sonora sconfitta anche per Raffaele Fitto (Noi con l’Italia), l’ex ministro autore di un disegno di legge analogo a quello di Costa.

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