«Il bando sulle 37 concessioni demaniali predisposto dal X Municipio di Roma è soltanto un atto d’imperio, sotto forma di atto ufficiale, totalmente sbagliato». Lo affermano, in una nota congiunta, i presidenti regionali di Sib-Confcommercio Lazio Marzia Marzoli e di Fiba-Confesercenti Lazio Ruggero Barbadoro. «La documentazione è stata sottoposta ai legali incaricati dagli operatori balneari, che indicheranno entro i termini i motivi su cui si fonderà il ricorso al Tar del Lazio», annunciano Marzoli e Barbadoro.
«Quello che però va sollevato in questa sede è l’opportunità politica, amministrativa e turistica che il Comune di Roma, in questo caso il X Municipio, crede di rappresentare», proseguono i due presidenti. «Il bando appare infatti come un pretesto per delegittimare tante imprese balneari a beneficio di un fantasioso modello alternativo, precario e arbitrario, che nessun Comune d’Italia ha avuto l’ardire di imporre, e per disapplicare l’articolo 1, commi 682, 683 e 684 della legge 145/2018 (che ha disposto l’estensione delle concessioni demaniali fino al 31 dicembre 2033, NdR). Una legge giunta non per caso, ma dopo anni di discussioni in parlamento, per trovare una norma che da una parte tutelasse le aziende (dal legittimo affidamento del concessionario esistente, come chiarito al punto 56 della sentenza della Corte di giustizia europea nella sentenza del 14 luglio 2016 “Promoimpresa”, alla tutela della proprietà aziendale riconosciuta dalla sentenza della Corte di giustizia europea del 28 gennaio 2016 “Laezza”), e che al contempo garantisse il recepimento della direttiva Bolkestein. Una soluzione normativa che ha fissato al 2033 il termine per riordinare la disciplina delle concessioni e indire allo stesso tempo le gare europee, oggi impossibili poiché mancano presupposti fondamentali come il criterio per riconoscere il valore dell’impresa uscente: la strada da fare è ancora lunga».
«In questa complessa situazione normativa – sottolineano Marzoli e Barbadoro – arriva la soluzione del dirigente del Comune di Roma Giacomo Guastella, che nella determinazione dirigenziale sottoscrive che “le istanze di proroghe di cui all’art. 1, comma 682, 683 e 684 della legge 145/2018, presentate, medio tempore, dai gestori delle concessioni demaniali marittime rilasciate per finalità turistico-ricreative, devono ritenersi non accoglibili alla luce della giurisprudenza amministrativa, costante nel ritenere illegittima ogni ipotesi di proroga automatica in materia, in quanto in contrasto con la direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (c.d. direttiva Bolkestein)“. In poche parole, non avendo motivi ostativi per negare le estensioni ai singoli concessionari demaniali del X Municipio, il dirigente ha deciso di preparare le gare decidendo tutto in un atto, e senza disporre la decadenza del vecchio titolo come indicato dal Codice della navigazione, semplicemente perché non esisteva un motivo: infatti l’estensione al 2033 è valida e in vigore, essendo stata confermata anche recentemente dalla legge 77/2020 che la delibera non prende nemmeno in considerazione».
Secondo i presidenti regionali di Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti, «le gare sembrano voler sostituire gli attuali concessionari, confiscando senza indennizzo o ristoro gli impianti, le attrezzature e le aziende che sono di loro proprietà con indebito arricchimento degli eventuali nuovi assegnatari, con un criterio del tutto discrezionale. Inoltre, sul piano amministrativo, la scelta di finire in tribunale con 37 ricorsi al Tar appare anche un probabile danno erariale, che avrebbe potuto essere del tutto evitabile. Bandire una gara per l’affidamento di 37 stabilimenti balneari legalmente esistenti e perfettamente operanti fa pensar male: dopotutto le 37 concessioni demaniali, che avevano correttamente richiesto l’applicazione della legge 145/2018, ne avevano tutti i requisiti. D’altronde alla domanda non è stato corrisposto alcun diniego formale, né esistevano motivi ostativi al rilascio: la scelta del bando appare dunque anche irrazionale».
Concludono Marzoli e Barbadoro: «Il bando colpisce il turismo e l’economia locale, perché i precari affidamenti stagionali descritti nel bando penalizzano gli investimenti, le assunzioni annuali e stagionali, la qualità dei servizi, e insieme colpiscono l’icona del turismo del mare di Roma. Il Comune di Roma ha lavorato al bando sbagliato, perché l’unico importante era quello per salvare le attività balneari di Ostia dall’erosione della costa. Tuttavia, il bando ha fatto chiarezza su un aspetto: i 37 stabilimenti balneari non sono abusivi, e a dirlo è proprio il Comune di Roma, ritenendo idonei gli immobili e le strutture turistiche per il suo bando pubblico. In ogni caso, presto ci saranno le risposte del Tar del Lazio e come sindacato rimarremo al fianco dei 37 concessionari e ci costituiremo ad adjuvandum per sostenerli».
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