Il governo Meloni intende lavorare a una soluzione strutturale per tutelare le attuali imprese balneari. È quanto è emerso dalle recenti dichiarazioni dei ministri Francesco Lollobrigida e Adolfo Urso, le prime espresse sulla materia da parte dell’esecutivo, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha criticato la proroga di un anno delle concessioni inserita nel decreto milleproroghe. Le voci che circolavano alle assemblee della fiera di settore Balnearia di Carrara, alle quali sono intervenuti i vicepresidenti del Senato Gian Marco Centinaio (Lega) e Maurizio Gasparri (Forza Italia) e il deputato Riccardo Zucconi (Fratelli d’Italia), danno per imminente la convocazione del tavolo tecnico con le associazioni di categoria: l’intento comune sarebbe quello di partire dalla mappatura delle concessioni per verificare la disponibilità di risorsa, per poi affrontare il riordino della materia con una proposta seria e compatibile col diritto europeo che restituisca certezze alle attuali imprese, guardando oltre alla scadenza dei titoli fissata al 31 dicembre 2023 dalla legge sulla concorrenza del governo Draghi. In base alla direttiva Bolkestein le concessioni andrebbero riassegnate tramite gare pubbliche, ma gli attuali operatori chiedono il riconoscimento del diritto di proprietà sulle loro aziende sorte legittimamente sul demanio.
Le dichiarazioni dei due membri dell’esecutivo non sono casuali, e sono intervenute per tranquillizzare una categoria in profonda agitazione: senza un provvedimento organico, la prossima stagione estiva potrebbe infatti essere l’ultima per migliaia di concessionari, ma il governo si è dichiarato intenzionato a trovare il modo per garantire la continuità degli imprenditori meritevoli. «Abbiamo il dovere di difendere il nostro modello produttivo e l’offerta di qualità che la maggior parte delle imprese balneari ha garantito», ha detto all’Ansa il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. «Ovviamente questo va fatto in linea con gli indirizzi dell’Europa, che però deve tenere conto delle peculiarità di ogni singola nazione»
A mettere fretta c’è la procedura di infrazione comunitaria, ma come ha sottolineato il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso nel corso di un question time alla Camera dei deputati, questa è «attentamente monitorata in costante coordinamento con i referenti della Commissione europea, al fine di pervenire quanto prima a una soluzione che consenta il superamento della stessa attraverso una definizione coerente con le analoghe esperienze di altri paesi». Secondo il ministro, la soluzione deve «coniugare armonicamente» il rispetto dei meccanismi di funzionamento del mercato interno «con il riconoscimento delle ragioni della collettività, delle amministrazioni pubbliche, dei lavoratori e degli operatori economici interessati». Quanto al rischio di conseguenze finanziarie della proroga nell’ambito delle risorse del piano di ripresa e resilienza, Urso ha precisato che «la definizione della disciplina in materia di concessioni demaniali per finalità turistiche, ricreative e sportive non costituisce obiettivo del Pnrr né in termine di autonomo target né di specifiche milestone». Il governo, insomma, sembra avere messo la questione balneare tra le sue priorità, ed è fondamentale che faccia in fretta per risolvere la questione entro l’estate.
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