In riviera romagnola, cuore del turismo balneare, si infuoca il dibattito politico nazionale sulla riforma delle concessioni balneari, al centro dell’attenzione del governo Meloni che sta lavorando a un tavolo interministeriale sulla mappatura delle spiagge (ma ad oggi senza risultati concreti e definitivi). L’attacco è arrivato da Marco Croatti, senatore riminese del Movimento 5 Stelle molto attivo sulle questioni che riguardano il settore: «Il governo, arroccato a difesa di privilegi corporativi e contro l’interesse pubblico, sta creando le condizioni per portare al disastro il nostro turismo balneare», ha detto il pentastellato in una nota. «Le dichiarazioni rilasciate all’indomani dell’ennesimo tavolo ministeriale sulla mappatura dell’arenile voluto dal governo Meloni ci fanno capire come non ci sia alcuna intenzione di attuare quanto stabilito dalle norme europee e dal Consiglio di Stato. L’unica opzione per il governo è quella di convincere l’Unione europea che tutto va bene così com’è. Nessuna volontà di raccogliere l’occasione per scrivere il futuro del nostro turismo balneare, di garantire più diritti per tutti, di valorizzare le professionalità dei concessionari più capaci e di penalizzare chi abusa di un bene pubblico o dimostra di non avere le competenze necessarie».
«L’abbraccio mortale con cui il governo ha portato su questa posizione anche alcune associazioni di categoria dei balneari rischia di costare molto caro al nostro paese», ha aggiunto il senatore. «A settembre, a poche settimane dalla scadenza delle concessioni stabilita dal Consiglio di Stato, sempre che la mappatura sarà pronta, il governo Meloni si recherà a Bruxelles per chiedere la non applicabilità della direttiva Bolkestein per le nostre spiagge. Se la commissione Ue dirà di no, ipotesi tutt’altro che remota, sarà il caos totale. Non saremo pronti per i bandi, non lo saranno i Comuni, non lo saranno i micro imprenditori del settore, non avremo nemmeno discusso dei contenuti e delle precauzioni per tutelare la nostra tipicità e impedire che grandi gruppi compiano offerte predatorie multiple. E sapremo di chi sarà la colpa. È doveroso precisare che sono tantissimi i concessionari balneari che non hanno mai condiviso questo approccio e che vorrebbero una riforma che garantisca loro certezze e prospettive chiare. Anche la loro voce, così come quella dei Comuni costieri e delle associazioni dei consumatori, continua a rimanere inascoltata e il futuro del comparto in pericolo».
Incalzato dai giornalisti, sul tema è intervenuto ieri anche il segretario della Lega Matteo Salvini, impegnato nella festa del suo partito organizzata a Cervia. Salvini non si è riferito direttamente a Croatti, limitandosi a dichiarare che «sul fronte delle concessioni balneari stiamo facendo la mappatura della risorsa spiaggia. L’obiettivo è mettere concorrenza dove va messa ma permettere a chi ha uno stabilimento gestito con sacrifici di continuare a fare il suo lavoro per il sostentamento della propria famiglia». Come l’esecutivo lo stia facendo nel concreto, non è però ancora chiaro.
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