«Sulle concessioni balneari ci siamo fatti del male da soli. Come Italia siamo stati autolesionisti». È senza mezzi termini l’intervista che Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia, ha rilasciato al quotidiano Il Foglio. «Oltre alla mancata reciprocità, c’è pure un problema di equipollenza. A meno che non consideriamo le coste danesi alla pari di quelle italiane», afferma il parlamentare, da sempre vicino alle istanze della categoria. Che però in questo caso sembra togliersi qualche pelo dalla lingua.
«I funzionari europei hanno assolutamente ragione a dire che non possiamo continuare a rimandare la questione», prosegue Zucconi nell’intervista al Foglio. «Ma a una soluzione condivisa con l’Europa ci possiamo arrivare facendo delle nostre proposte. Innanzitutto dimostrando, come chiede la stessa direttiva Bolkestein all’articolo 12, che le concessioni balneari in Italia non sono un bene scarso. Per questo bisognerebbe mettere mano a una mappatura che eventualmente ci faccia mettere a gara tutte le nuove concessioni». E per tutte le altre, sottolinea il deputato, «una soluzione potrebbe essere quella proposta da Fratelli d’Italia già nel 2018, a mia prima firma: siccome bisogna uniformarsi alla Bolkestein, possiamo prevedere di mettere a gara tutte le concessioni dalla sua entrata in vigore nel 2010, mentre per quelle precedenti, che sono la maggior parte, si possono prevedere delle proroghe secondo una logica di legittimo affidamento».
Già il mese scorso alla fiera Balnearia di Carrara, ai microfoni di Mondo Balneare, Zucconi aveva proposto tre possibili strade per tutelare il comparto in questa difficile situazione. E nell’intervista al quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, il deputato di Fratelli d’Italia rincara la dose: «Il lavoro lo dobbiamo fare noi. La prima scadenza è il 27 luglio, quando dovranno essere convertiti i decreti attuativi del ddl concorrenza introdotti da Draghi». Il problema, sottolinea Zucconi, sarà far digerire la questione all’opinione pubblica disinformata: «Credo che i balneari siano stati oggetto di una brutta campagna di stampa. La questione è seria, affrontiamola, ma non con reazioni di pancia. Perché gli italiani devono sapere che se si distrugge un comparto fatto da oltre trentamila famiglie, i lettini e gli ombrelloni costeranno ancora di più».
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