Erano preoccupati per l’erosione costiera che potrebbe provocare il nuovo porto in costruzione, tanto da presentare ricorso al Tar per tentare di bloccare l’opera, ma il giudice ha respinto le loro accuse e ha consentito il proseguimento dei lavori. A uscire sconfitto è un gruppo di stabilimenti balneari di Forte dei Marmi che stanno lottando contro la maxi riqualificazione del waterfront di Marina di Carrara, certi che il nuovo ingresso del porto provocherà l’erosione della spiaggia versiliese.
Il fenomeno è noto ormai da tempo, ed è stato anche illustrato dal geologo Enzo Pranzini, tra i massimi esperti al mondo in materia, in un articolo su Mondo Balneare dal titolo “Porti = erosione costiera“. In sostanza, se vengono costruiti sui litorali sabbiosi, i porti determinano una forte erosione delle spiagge poste sottoflutto, in quanto i moli guardiani che queste strutture devono avere per proteggere le imbarcazioni prima che queste attraversino la linea dei frangenti, spesso interrompono il flusso di sabbia che si muove proprio attraverso questa linea, determinando un minore apporto di sedimenti e dunque mandando la spiaggia in erosione. Proprio su queste evidenze scientifiche si basava il ricorso dei balneari versiliesi, che però non è stato accolto dal Tar di Firenze.
A fare ricorso sono state le società La Cicala, Campeggio Linus, Gestione Parchi Vacanze e Campeggi, Container, Bagno Park, Approdo, Bagno La Capannina, Sunset, Solemar, Eden, Alpemare, Stefanella e Campeggio Italia, insieme all’associazione Unione proprietari bagni di Forte dei Marmi che li rappresenta. Al ricorso si era unito anche il Comune di Forte dei Marmi, preoccupato che una risorsa fondamentale per l’economia turistica del territorio, quale è la spiaggia, possa scomparire a causa dei lavori edili marittimi della vicina Marina di Carrara. Purtroppo, infatti, per questo tipo di opere pubbliche non si tiene quasi mai conto delle conseguenze che potrebbero avere nell’alimentare l’erosione costiera nelle località costiere limitrofe.
Il progetto contro cui i balneari versiliesi si oppongono è una maxi opera voluta da Comune di Carrara, Autorità portuale e Regione, che prevede la riqualificazione di 80.000 metri quadrati di waterfront e il trasferimento dell’ingresso del porto a sud. Oltre a ciò, il progetto prevede la realizzazione di rotatorie, piste ciclabili, percorsi pedonali ed edifici polifunzionali, per un investimento totale di 14 milioni di euro. La partenza dei lavori è prevista per i prossimi giorni, ma i balneari della vicina località di Forte dei Marmi hanno tentato di bloccare la realizzazione del nuovo molo guardiano che potrebbe provocare l’erosione costiera. Tuttavia, il tribunale amministrativo di Firenze non ha voluto sentire ragioni: secondo il giudice, il ricorso rigettato non ha senso di esistere perché nella pratica i provvedimenti messi in atto da Regione, Comune e Autorità portuale per rivoluzionare il litorale carrarino non sono lesivi allo stato attuale. E poco importa se, in base alla scienza, potrebbero esserlo nell’immediato futuro.
Nello specifico, i ricorrenti avevano chiesto al Tar di annullare due delibere del 2018, un protocollo d’intesa per lo sviluppo del porto e la conseguente variante al piano portuale. Nel ricorso, oltre a osservare di non essere stati coinvolti nelle decisioni da Regione, Comune e Autorità portuale, gli stabilimenti balneari e l’amministrazione comunale di Forte dei Marmi evidenziavano la loro contrarietà «alle opere ricomprese nel nuovo ambito progettuale denominato “Lotto 5”, che richiederebbe il superamento degli impedimenti di natura urbanistico-ambientale legati alla necessità di mantenere completamente inalterato il naturale deflusso delle foci del torrente Carrione e del fosso Lavello, che hanno portato già al negativo parere di fattibilità espresso dal Ministero dei beni e delle attività culturali in data 20 dicembre 2002, ritenuto legittimo dal Tar del Lazio, sezione II bis, con la sentenza del 16 giugno del 2007 numero 4564».
© RIPRODUZIONE RISERVATA