di Alex Giuzio
RIMINI – La proposta di sdemanializzazione degli stabilimenti balneari ha fatto ritrovare alle associazioni di categoria una positiva atmosfera di unità d’intenti, che mancava da ormai tempo. Lo si è visto molto chiaramente oggi alla fiera Sun di Rimini: questa mattina, al convegno organizzato da Oasi-Confartigianato, erano infatti seduti al tavolo anche i presidenti di Sib-Confcommercio Riccardo Borgo e di Assobalneari-Confindustria Fabrizio Licordari (nella foto). Con Giorgio Mussoni, presidente di Oasi, gli altri sindacati hanno sempre avuto una profonda diversità di opinioni. Lo ha ammesso stamattina lo stesso Mussoni: «I miei colleghi sono sempre stati intrasnigenti finché c’era un filo di speranza per ottenere la deroga alla direttiva Bolkestein, mentre io avevo già avanzato una proposta più disperata, che intendeva farci riconoscere il valore economico d’impresa in caso di evidenze pubbliche. Ma oggi tutti quanti abbiamo approvato la proposta di sdemanializzazione avanzata dal sottosegretario Baretta e abbiamo capito che possiamo giocarci la partita in casa. Perciò il tempo della divisione è finito e possiamo tornare a lavorare insieme».
In seguito, Borgo si è recato insieme a Cristiano Tomei, coordinatore nazionale di Cna Balneatori, all’assemblea organizzata da Donne Damare. Anche qui, i presidenti sindacali hanno constatato il superamento delle vecchie divergenze con il Comitato salvataggio imprese e turismo, a favore di un nuovo percorso verso la salvezza degli stabilimenti balneari.
A entrambi i convegni è intervenuto Sergio Pizzolante, deputato del Pdl, che ha anticipato i contenuti principali della proposta Baretta in attesa che venga messa su carta. «Tutti i sindacati balneari hanno sempre avuto un comune obiettivo di fondo – ha esordito Pizzolante – cioè quello di garantire la continuità di impresa minacciata dalla Bolkestein. Ma hanno avuto divergenze dal punto di vista tecnico. Oggi però la proposta di Baretta, che ha avuto il mandato di coordinare la riforma del demanio marittimo, ha trovato l’approvazione di tutte le associazioni e da qui bisogna partire per pretendere che il governo tuteli una delle maggiori eccellenze italiane nonché una serie di piccole imprese private, pur essendo costruite su suolo pubblico. L’Italia deve farlo adesso, poiché si appresta il suo turno di presidenza semestrale europea che è un’occasione da non perdere. In sintesi, l’attuale governo vuole tracciare una linea di demarcazione per dividere l’area demaniale dove insistono i manufatti da quella destinata all’ombreggio. La prima sarà venduta al concessionario uscente con diritto di opzione, dopo che lo Stato ne avrà fissato il valore economico. La seconda sarà data in concessione sempre al precedente titolare, ma con diritto di prelazione. Tutti i dettagli saranno da definire nelle prossime settimane, ma è certo che il valore economico sarà calmierato a livello nazionale per semplificare la questione».
«La proposta di Baretta – ha proseguito Pizzolante – è stata accolta con favore non solo da tutte le associazioni di categoria, ma anche dai tre partiti attualmente al governo. L’unica opposizione è arrivata dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia e dal Comune di Rimini e dai deputati riminesi del Pd. Non permetteremo che questo rifiuto ideologico sia sufficiente a bloccare la riforma, anche perché le imprese balneari hanno sempre avuto una gestione privata».
Tuttavia, ha precisato il consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Marco Lombardi, «in giunta non c’è ancora stato un dibattito sulla proposta di Baretta. La contestazione è arrivata solo da alcuni esponenti di rilievo». Il riferimento era principalmente all’assessore regionale al turismo Maurizio Melucci.
Anche se i sindacati hanno accolto con favore la proposta di sdemanializzazione, non tutti sono sereni. Riccardo Borgo, ad esempio, è preoccupato per le tempistiche: «Appare rischioso affidare una riforma così importante e complessa a tempi così stretti», ha detto durante l’assemblea di Donne Damare. Secondo la senatrice Pd Manuela Granaiola, invece, «la ristrettezza di tempi è proprio il nostro punto di forza, perché la materia è urgente. Possiamo portare a Baretta tutte le nostre perplessità su questioni normative, ma dobbiamo farlo subito e approfittare di questa inedita unità di intenti».
A rappresentare la voce dell’Europa è oggi intervenuto l’eurodeputato Ppe-Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, che così si espirme a margine del suo intervento durante il direttivo Assobalneari-Confindustria: «L’impegno annunciato dal governo italiano per la riapertura del tavolo con la Commissione europea e la presentazione di una proposta di sdemanializzazione per consentire la continuità d’impresa a trentamila aziende del comparto balneare è un fatto certamente positivo. Non possiamo non notare però che si è perso troppo tempo, soprattutto se pensiamo che dal novembre 2011 abbiamo la stessa maggioranza parlamentare; e il tempo perso si traduce in mancati investimenti e minore gettito sia per le imprese che per lo Stato. Ho sposato tra i primi questa ipotesi, da quando il governo Monti ci stava portando dritti dritti alle aste e si rifiutava di spiegare perché questa soluzione non andasse bene, ma anche quando troppi addetti ai lavori già ragionavano su come limitare i danni. Nei giorni scorsi ho informalmente verificato con alcuni funzionari della Commissione europea la fattibilità di questo percorso e ho riscontrato una certa disponibilità all’ascolto, un fatto nuovo rispetto alla rigidità del passato. È tempo quindi di riaprire il negoziato con l’Ue, dove non si vede un rappresentante del governo italiano dal giorno in cui siamo usciti dall’infrazione (dicembre 2011!). Ora attendiamo dal governo il testo della proposta e la conferma che verrà inserita nella legge di stabilità. I parlamentari di Fratelli d’Italia non mancheranno di contribuire costruttivamente alla positiva soluzione della vicenda».
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