Attualità

Spagna, settimana di sciopero a Pasqua per i balneari

La regione Andalusia, nonostante la legge nazionale, si sta rifiutando di rendere effettive le nuove concessioni trentennali. Per questo, i chiringuitos hanno annunciato che resteranno chiusi per tutta la Settimana Santa.

di Alex Giuzio

TORREMOLINOS – La riforma della Ley de Costas è stata un toccasana per gli imprenditori balneari spagnoli, ma i problemi non sono finiti per tutti: in Andalusia, per esempio, l’amministrazione locale sta opponendo resistenza contro le decisioni del governo centrale, e non ha ancora reso effettivo il prolungamento di 30 anni delle concessioni. Un po’ come è accaduto in Italia, con alcuni Comuni che hanno impiegato molto tempo per protocollare la proroga delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2020, nonostante fosse legge dello Stato.

Ma la risposta degli imprenditori balneari della Costa del Sol non si è fatta attendere: all’assemblea della Asociación de Empresarios de Playas di Málaga-Costa del Sol (Aeplayas), tenutasi venerdì mattina durante la fiera nazionale Expoplaya, i proprietari dei chiringuitos hanno infatti deciso uno sciopero di un’intera settimana – quella di Pasqua – se le loro concessioni non saranno rinnovate dalla giunta locale.

La decisione provocherebbe danni incalcolabili al turismo di tutta la costa: la Settimana Santa attira in Andalusia milioni di persone, soprattutto dalla Germania, e la chiusura dei chiringuitos sarebbe una perdita economica per l’intera regione, indotto compreso.

Così Manuel Villafaina, presidente di Aeplayas, ha riassunto la decisione della sua associazione (che fa parte della Federazione nazionale spagnola degli imprenditori di spiaggia): «Gli imprenditori balneari di Malaga e della Costa del Sol hanno deciso di iniziare una serie di significative azioni di protesta a causa della mancata comunicazione, da parte della giunta dell’Andalusia, in merito al rinnovo effettivo e definitivo delle nostre concessioni. Le nostre azioni diventeranno ogni giorno più intense, e potranno sfociare in uno sciopero generale durante la Settimana Santa, con la chiusura totale dei chiringuitos e la rimozione dei lettini».

Nonostante la riforma della Ley de Costas sia una legge dello stato, l’Andalusia, in quanto regione autonoma (come la Catalogna), ha margini di libertà più ampi rispetto al resto della Spagna. Per questo, l’amministrazione locale non ha ancora rinnovato le concessioni. Ma gli imprenditori balneari si sono dimostrati agguerriti. Spiega Villafaina: «Abbiamo cominciato presentando una petizione al Ministero dell’ambiente (che in Spagna ha la competenza sul demanio marittimo, NdR) e proseguiremo con una "manifestazione silenziosa" davanti alla sede della giunta locale. Se ancora non otterremo quanto ci spetta, procederemo con lo sciopero della Settimana Santa, che causerebbe dei danni al turismo che non vorremmo affatto. Per questo, ci auguriamo che questa situazione di incertezza giuridica si risolva prima».

Sono circa 200 gli stabilimenti balneari della zona che ancora aspettano il rinnovo delle concessioni, nonostante la giunta dell’Andalusia abbia promesso, lo scorso settembre, di chiudere la questione presentando la comunicazione del rinnovo delle concessioni al Ministero dell’ambiente.

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