Il sondaggio realizzato da Mondo Balneare, che da anni è la fonte informativa più affidabile e di riferimento per tutto il comparto degli stabilimenti balneari, ha rappresentato un’iniziativa molto importante, innanzitutto perché non è stato lanciato da una singola associazione di categoria che avrebbe potuto raccogliere solo le risposte dei suoi aderenti, bensì da un portale super partes che viene consultato da tutti gli operatori del settore. Ma soprattutto, l’indagine ha fatto emergere dei risultati molto significativi, a cui occorre dare la giusta interpretazione.
Giudico vittorioso il fatto che gli imprenditori balneari hanno detto chiaramente di opporsi alle gare: nessuno, infatti, ha dichiarato di essere favorevole alle evidenze pubbliche senza paracadute e la maggioranza degli intervistati ha espresso la totale contrarietà alle procedure selettive. C’è poi una minoranza che accetterebbe i bandi con i famosi salvagente, ma anche questo significa che la categoria non accetta le aste nel vero senso della parola. Questi imprenditori, che sono forse la parte più stanca o sfiduciata della nostra categoria, affermano semplicemente che, se proprio devono affrontare le gare, almeno che si facciano con un salvagente a disposizione. E tale orientamento deve essere letto insieme al quesito sulla sdemanializzazione, che rappresenta a mio parere il successo principale del sondaggio: quasi l’80% della categoria si è infatti dichiarata favorevole al diventare proprietaria delle superfici su cui insistono le aziende che abbiamo costruito con grandi sacrifici e nel pieno rispetto delle leggi. Dunque anche molti “rassegnati” alle evidenze pubbliche preferirebbero acquisire la titolarità completa delle concessioni.
Si tratta di una grande conferma per la posizione portata avanti da Assobalneari Italia – Federturismo Confindustria, che proprio alla fiera Balnearia di Carrara, purtroppo rinviata a causa del coronavirus, avrebbe organizzato un’iniziativa dal titolo “Bolkestein ingiustizia europea: no alle gare, sì alla sdemanializzazione“. La bontà di questa nostra posizione è dunque stata convalidata dalla volontà dei balneari intervistati e ciò ci dà lo stimolo per continuare la battaglia. A fronte di questo orientamento schiacciante, anche le altre associazioni di categoria sono chiamate a portare sul tavolo questa richiesta e il governo non potrà non tenerne conto.
La sdemanializzazione permetterebbe al settore balneare un vero e proprio salto di qualità, facendo diventare i concessionari non solo proprietari delle strutture, ma anche delle superfici su cui poggiano. Forte di questa conferma, e per nulla sfiduciati né rassegnati dalla minaccia delle evidenze pubbliche, Assobalneari-Confindustria andrà dunque avanti su questa strada per chiedere l’esclusione delle spiagge dalla direttiva Bolkestein e la sdemanializzazione delle porzioni di concessioni di spiaggia su cui insistono le nostre imprese.
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