Continuano i contenziosi in Puglia sullo smontaggio invernale delle strutture balneari, in questo caso con una vittoria a favore dei balneari. Nei giorni scorsi il Tar Lecce si è espresso con una nuova pronuncia in merito allo sgombero delle aree demaniali su diposizione dei Comuni, con relativo annullamento dei permessi edilizi e paesaggistici per il mantenimento annuale dei manufatti.
La sentenza, pubblicata due giorni fa, accoglie il ricorso promosso dalla società Baia Azzurra srl, titolare dello stabilimento balneare “Blu Bay” di Gallipoli (nella foto), con cui erano state impugnate l’ordinanza e la determina dirigenziale dello Sportello unico per l’edilizia del Comune che avevano disposto lo sgombero dell’area demaniale e la demolizione dei manufatti balneari.
I fatti e la sentenza
Tutto era cominciato lo scorso febbraio, quando il Comune di Gallipoli, in seguito a delle verifiche eseguite dalla polizia locale sulle disposizioni della prefettura e della Soprintendenza, aveva dato seguito all’esito dei controlli sullo smontaggio dei lidi dopo la stagione estiva per i gestori in possesso solo dei permessi stagionali e sulla corrispondenza della opere realizzate rispetto alle autorizzazioni edilizie e ai permessi paesaggistici per coloro che avevano un titolo valido per tutto l’anno. Di conseguenza, gli uffici comunali hanno ordinato lo sgombero dell’area demaniale marittima occupata dal "Blu Bay" e la relativa demolizione, entro venti giorni, dei manufatti realizzati in assenza o in difformità del titolo edilizio rilasciato e funzionali all’attività dello stabilimento balneare. Il Comune di Gallipoli ha altresì disposto l’annullamento dei permessi di costruire rilasciati nell’aprile del 2017 come appendice al permesso di costruire stagionale, per il mantenimento annuale della struttura balneare.
Ma i titolari del "Blu Bay" hanno subito impugnato gli atti comunali, ottenendo vittoria. Difatti i giudici amministrativi hanno annullato i provvedimenti comunali che avevano invalidato i permessi a costruire rilasciati per il mantenimento annuale della struttura balneare, ribadendo la legittimità del mantenimento delle strutture sull’arenile, come già disposto da precedenti sentenze amministrative, e accogliendo il ricorso ha annullato l’efficacia dei provvedimenti del Comune.
I precedenti
La vicenda del "Blu Bay" ha origine già nel 2011, quando la società proprietaria Baia Azzurra Srl aveva ottenuto dal Tar una pronuncia favorevole al mantenimento annuale della struttura. In ottemperanza a tale sentenza il Comune di Gallipoli aveva rilasciato il titolo edilizio con validità annuale. La sentenza era poi stata appellata innanzi al Consiglio di Stato, ma i giudici di palazzo Spada, con sentenza del 2018, hanno rigettato l’appello e confermato la pronuncia del Tar di Lecce.
Poi è arrivato il recente epilogo, con il titolare della struttura balneare che si è visto recapitare, a febbraio, dapprima il provvedimento con cui veniva annullato il titolo edilizio con validità annuale e successivamente l’ordinanza di demolizione del manufatto balneare con ordine di sgombero dell’area in concessione per non avere rimosso il manufatto al termine della scorsa stagione estiva. Da qui il ricorso proposto dalla proprietà dello stabilimento balneare, seguita dal legale Danilo Lorenzo che aveva già seguito le vicende passate innanzi al Tar e al Consiglio di Stato e la sentenza dei giudici favorevole alla Baia Azzurra srl.
La recente sentenza del Tar segue un altro pronunciamento dei giudici amministrativi leccesi sulla annosa questione del mantenimento annuale delle strutture balneari, quella del “Quintero” sempre difeso dall’avvocato Lorenzo, che aveva sostenuto l’illegittimità del provvedimento del Comune di Vernole il quale aveva ordinato lo smontaggio della struttura, delineando importanti parametri ritenuti necessari a tal fine, come la tempestività e la regolarità della domanda di mantenimento annuale e l’assenza di difformità edilizie.
Il commento dell’avvocato e di Cna Balneari
«Tali pronunce – commenta l’avvocato Lorenzo – sono particolarmente importanti e significative, perché tracciano i pilastri su cui poter legittimamente fondare il diritto al mantenimento delle strutture balneari, sempre nel rispetto delle prescrizioni normative e ambientali. La certezza del diritto è e rappresenta sempre l’unico punto di riferimento su cui ogni imprenditore può pensare alla crescita della propria attività e guardare al futuro con propositi costruttivi. Accogliamo sempre con favore la giurisprudenza che si forma sulla materia, perché non solo rappresenta motivo di certezza del diritto, ma anche motivo di certezza per l’attività di impresa».
Anche il presidente di Cna Balneari Puglia, Giuseppe Mancarella, ha rimarcato l’importanza della recente sentenza: «Sono soddisfatto del risultato ottenuto dal nostro associato. L’importanza delle linee tracciate dai giudici amministrativi rappresenta un motivo di certezza per gli imprenditori balneari i quali, come ho sempre sostenuto, non vogliono altro che poter lavorare serenamente nella legalità e nella consapevolezza dei propri diritti e doveri».
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