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Sib: serrata di protesta in luglio e agosto

Nuova minaccia dei balneari per protestare contro la Bolkestein

"Sarà un’estate di fuoco – e non stiamo parlando di condizioni meteorologiche – quella che si dovranno aspettare i turisti quest’anno" dichiara Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio/Confturismo. "I balneari minacciano la serrata con la chiusura dei servizi di spiaggia – continua Borgo – se in tempi brevi non sarà studiata una soluzione ai gravi problemi che affliggono la categoria, primo fra tutti la messa all’asta delle concessioni demaniali turistico-ricreative alla quale dal 1° gennaio 2016 saranno sottoposte tutte le oltre 30.000 imprese balneari italiane".

"La nostra categoria chiede e pretende dal Governo maggiore considerazione e un’attenta difesa nei percorsi comunitari che potrebbero insidiare e penalizzare l’intera economia del Paese oltre che le imprese turistiche. Tra i 27 Stati comunitari, poi, in quattro è adottato il sistema del demanio marittimo turistico, ma soltanto l’Italia lo ha considerato in maniera estesa con un sistema di ricettività qualificata. Negli altri 23 Paesi, invece, sono in vigore regole diverse e non confrontabili con la nostra. Questa realtà, oggi, non può e non deve essere più disattesa e sottaciuta dal Governo e dai nostri Parlamentari. Il rischio serio è che organizzazioni ad indirizzo solamente speculativo e soprattutto associazioni malavitose, con grandi capitali di dubbia provenienza, possano prevalere sugli attuali concessionari che da decenni qualificano e valorizzano i litorali, contribuendo in modo significativo al successo del ‘modello italiano’ di vacanza al mare".

Le dichiarazioni di Borgo costituiscono un vero e proprio grido d’allarme lanciato dal Sindacato a tutela di un comparto basilare per l’offerta turistica italiana. "Abbiamo, infatti, la netta sensazione – prosegue il presidente – che non ci sia consapevolezza della drammatica realtà in cui si trovano a vivere le imprese balneari e delle eventuali ripercussioni sull’occupazione e sull’offerta dei servizi. Sono in serio pericolo non solo il futuro di oltre 30.000 imprese e 400.000 addetti diretti, ma anche e soprattutto l’immagine del nostro turismo".

"Lavoriamo da tempo con grande preoccupazione ed incertezza: questo paralizza gli investimenti più che mai necessari per affrontare adeguatamente la concorrenza internazionale. Inoltre non si comprende perché, diversamente dalla nostra categoria, altri concessionari pubblici come i benzinai, i tabaccai, gli ambulanti, le edicole, e le emittenti radio-televisive abbiano ottenuto una deroga alla Direttiva Bolkestein e pertanto vengano preservati nel loro diritto d’insistenza salvaguardando le imprese ed i loro investimenti".

"La mobilitazione della categoria è iniziata il 1° dicembre 2009 a Roma, con l’Assemblea Generale delle Imprese Balneari Italiane – aggiunge Borgo – alla presenza di oltre 5000 imprenditori, che hanno riportato al Governo il dramma che stanno vivendo. Le mancate risposte ci costringono ad aprire una vertenza con nuove iniziative prima della stagione estiva. Per i mesi di luglio ed agosto è già stato redatto un calendario di manifestazioni che coinvolgeranno anche la clientela, la quale in più di un’occasione ha espresso la volontà di condividere e appoggiare le nostre ragioni".

Lo scopo del Sib è quello di arrivare ad una seria riforma della normativa che regola il settore, per assicurare un futuro alle imprese e quindi consentire più rilevanti investimenti, maggiori livelli occupazionali e migliore qualità dell’offerta dei servizi di spiaggia, contribuendo al successo dell’Italia nel comparto turistico mondiale.

Il Sib ritiene prioritaria ed urgente l’approvazione, da parte del Parlamento, dei provvedimenti necessari ad ottenere l’archiviazione della procedura d’infrazione in merito alle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo avviata nei confronti dello Stato italiano dalla Comunità Europea. La delusione è aumentata ulteriormente dopo l’approvazione del decreto Milleproroghe, avvenuta due giorni fa in Senato senza che fosse stato inserito nessun provvedimento in tal senso.

"E’ necessario – prosegue Borgo – che il Governo ed i Parlamentari Europei amplino e supportino la bozza d’intesa, predisposta dal Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, in merito alla nuova disciplina delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo. Pur condividendone e apprezzandone alcuni punti importanti e significativi, la riteniamo infatti insufficiente rispetto ai contenuti del documento unitario approvato da tutte le organizzazioni di categoria il 21 novembre scorsono, nonché carente sotto l’aspetto normativo, in quanto andrà trasformata in legge-quadro nazionale".

"Il protocollo di intesa sui canoni demaniali, poi, firmato nel novembre 2008 tra il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, il coordinamento delle Regioni e le Associazioni di categoria, non è mai stato ratificato, nonostante garantisca un aumento del gettito erariale. Ma un altro fatto inaudito è che il Governo italiano ha recentemente definito un ‘Codice sul Turismo’ che ignora completamente il nostro settore e omette qualsiasi riferimento alle imprese balneari. Vogliamo e pretendiamo, invece, di essere ricompresi tra le professioni, così come molte altre categorie sono state richiamate una per una nell’articolato del decreto legislativo in corso di approvazione".

Il Sindacato, insomma, sollecita per l’ennesima volta l’attenzione del Governo sulla necessità di risolvere al più presto non solo la questione della durata e della conferma delle concessioni vigenti, ma anche tutti i problemi che nel complesso coinvolgono la categoria, come quelli relativi ai canoni pertinenziali o alla chiarezza sulla tipologia delle opere di facile o difficile rimozione. Il Sib ha anche inviato una lettera al Ministro Brambilla, esortandola affinché, nel corso del proprio intervento alla Borsa Internazionale del Turismo, possa e voglia rendere noto il proprio impegno e quello dell’esecutivo, assicurando risposte urgenti ed esaurienti alle problematiche del settore.

"Quindi, un clima rovente e delle acque tempestose caratterizzeranno l’estate 2011", conclude Borgo. "Diciamo no alle aste, con la determinazione che, se non avremo una risposta esauriente ed esaustiva da parte del Governo, manterremo incandescente l’estate anche nel 2012, 2013, 2014 e 2015. In soli cinque anni si rischia di distruggere ciò che è stato costruito con fatica in oltre due secoli. Si mette a repentaglio, cioè, la storia e il futuro del turismo balneare italiano".

Fonte: Ufficio Stampa SIB

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