di Alex Giuzio
Mistero e preoccupazione continuano a velare il futuro delle imprese balneari italiane. Il 15 ottobre è trascorso senza che sia stato approvato un riordino generale del demanio marittimo, come lo stesso governo Renzi si era auto-imposto. Lo ha sottolineato anche il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia): «Sulle imprese balneari il governo Renzi ha violato gli impegni fissati per legge. Entro il 15 ottobre ci doveva essere una soluzione definitiva. Invece il governo vuole mettere in ginocchio migliaia di imprese. Si sottrae a un corretto confronto con tutte le forze politiche del parlamento italiano e usa metodi scorretti. Il termine è scaduto, è tempo di scendere in campo per denunciare le omissioni di un governo inerte e nemico delle imprese balneari».
Dicendo "metodi scorretti", il senatore si riferisce a dei fatti ben precisi: le indiscrezioni degli ultimi giorni, infatti, parlano di una bozza di legge che, se approvata, manderebbe a evidenza pubblica le imprese balneari entro il 2017, senza che nessun esponente di governo abbia mai pubblicamente dichiarato questo intento né si sia confrontato con i rappresentanti della categoria. Anzi, incontri segreti tra sottosegretari, ministri ed europarlamentari si stanno susseguendo senza che le associazioni balneari siano messe ufficialmente al corrente di quanto sta accadendo.
Inutile sottolineare che gli imprenditori balneari non accettano questo metodo e questi obiettivi, come già dichiarato dal presidente del Sindacato italiano balneari Riccardo Borgo: «Le indiscrezioni che si hanno sulla bozza di disegno di legge che il governo starebbe per presentare non solo non ci soddisfano affatto, ma ci allarmano molto. Se sarà così, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi saremo chiamati tutti a uno sforzo straordinario per difendere, con le nostre aziende, il futuro turistico del nostro Paese». I punti fermi dei sindacati balneari sono tre, ribaditi dal coordinatore di Cna Balneatori Cristiano Tomei in una recente intervista: «La conferma della proroga delle concessioni al 31 dicembre 2020; la garanzia e la tutela delle attuali imprese balneari prima e dopo questo termine; la ferma contrarietà alle aste pubbliche».
Dopo le assemblee locali degli imprenditori balneari che si stanno convocando freneticamente in questi giorni, il Sun di Rimini sarà il primo appuntamento nazionale dove tutta la categoria si ritroverà per decidere il da farsi, e dove, aggiunge Tomei, «dimostreremo compattezza e condivisione d’intenti per dare dimostrazione dell’insostituibile funzione propulsiva che i concessionari balneari marittimi in attività esercitano sull’intero sistema turistico italiano». Un anno dopo che, sempre alla fiera di Rimini, la proposta di sdemanializzazione avanzata dal sottosegretario Baretta aveva suscitato l’approvazione degli imprenditori per la prima idea concreta dopo lungo tempo. Idea poi naufragata, senza che altre ne siano arrivate. E portando i balneari all’ennesima conclusione di stagione senza certezze, ma con la consapevolezza che una forte reazione è necessaria e imminente.
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