Quando è l’amministrazione comunale a gestire le spiagge, e non i concessionari privati, rischia di non esserci il servizio di salvamento. E così, in una località turistica molto frequentata come Ostia, la stagione estiva potrebbe partire senza i bagnini che vigilano sulla sicurezza delle persone che si fanno il bagno, pronte a soccorrerle in caso di difficoltà. È infatti andato deserto il bando pubblicato dal decimo municipio di Roma per l’affidamento del servizio di salvataggio sulle spiagge libere: mentre davanti agli stabilimenti balneari le torrette sono attentamente presidiate grazie alla presenza delle canotte rosse stipendiate dai concessionari (per i quali questo servizio rappresenta un obbligo di legge), sui litorali liberi il Comune non ha trovato i venti professionisti necessari per garantire il medesimo servizio.
Come riferisce il quotidiano Il Messaggero, «dopo che il bando è andato deserto, il decimo municipio ha affidato l’incarico a trattativa diretta a una ditta che si occupa di vigilanza e sicurezza, la quale a sua volta si è rivolta a un gruppo di assistenti bagnanti del litorale nord per cercare e reclutare una ventina di colleghi immediatamente disponibili a lavorare sulle spiagge libere di Ostia». Ma questi bagnini non si sono riusciti a trovare, e così la ditta è stata costretta a pubblicare un annuncio persino sui social.
Al momento la ricerca è spasmodica, dovendo trovare venti baywatch per coprire le dodici postazioni di salvamento sulle spiagge libere della località balneare romana. Ai bagnini è richiesto di coprire turni di lavoro di dieci ore, dalle nove di mattina alle sette di sera. Nel mentre, a Ostia chi si tuffa in acqua davanti alle spiagge libere, continua a farlo a proprio rischio e pericolo.
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