di Angelo Cavola
Il tema dei servizi di spiaggia di Roma e del suo lungomare è, da anni, oggetto di un animato dibattito che ha prodotto solo lacerazioni e ritardi, mancando l’obiettivo di dare a Roma un sistema di servizi moderno.
Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, oltre alla ricostruzione della spiaggia erosa dal mare, abbiamo assistito a una fase concreta di valorizzazione del lungomare, che nel rispetto dei valori in gioco definiva, con il Piano di Utilizzazione degli Arenili (2005), i molti servizi necessari alla città, ponendosi l’obiettivo di recuperare ampi tratti di visuali libere (oltre il 50%) e accessi pubblici all’arenile. Una visione più moderna coerente con un uso anche invernale della spiaggia.
Abbiamo avuto anni di positivo confronto tra pubblico e privato, ma questo processo di ‘normale’ buona amministrazione si è bloccato davanti alla complessità della burocrazia, alla resistenza di alcuni colleghi e al successivo disinteresse generale.
Sono ormai tre anni che, alimentando l’idea del malaffare sulle spiagge, si delegittimano gli attuali concessionari demaniali. La burocrazia applica leggi e regolamenti con una interpretazione restrittiva e punitiva, lontana dallo spirito della Costituzione. Il P.U.A. del 2005 non viene applicato e si rimanda a un redigendo nuovo P.U.A. con il solo scopo di alimentare ulteriori polemiche.
Risultato: oggi, all’avvio della stagione balneare, Ostia e il suo più importante sistema economico sono in crisi di presenze, con investimenti bloccati, nessuna ipotesi di rinnovamento in campo, spiagge libere abbandonate e senza servizi. La situazione attuale, poi, non consente di generare nuovi posti di lavoro, come accaduto in passato, in special modo giovanile, in una realtà territoriale che, viceversa, oggi ne avrebbe una grande necessità.
Le imprese balneari sono pronte ad adeguarsi ai bisogni della società, ma come imprese hanno bisogno di regole certe ed economicamente sostenibili.
Ci auguriamo che, guardando all’interesse dei cittadini, il Comune di Roma convochi presto un tavolo di concertazione con la categoria, per valutare soluzioni positive e condivise, che ci consentano di superare questa inutile e lacerante situazione di stallo e chiudere definitivamente la stagione del “lungomuro”.
Angelo Cavola
vicepresidente Sindacato Italiano Balneari Regione Lazio – FIPE/Confcommercio
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