Attualità

Nel decreto sblocca-Italia la riforma del demanio marittimo?

Le anticipazioni del Sole 24 Ore sono simili ad altre proposte avanzate in passato dalla politica.

di Alex Giuzio

Potrebbe essere contenuta nel "decreto sblocca-Italia" la prima fase di riforma del demanio marittimo. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, che avrebbe preso visione delle prime bozze del decreto, il testo di legge conterrebbe infatti un capitolo dedicato al demanio, con l’intento «di ridare spazio a soggetti privati per attrarre nuovi capitali e nuove energie imprenditoriali».

Riportiamo un estratto dall’articolo del Sole, che cita direttamente alcune parti della bozza:

Per il demanio si parte dal bilancio impietoso che «le attuali procedure di dismissione e valorizzazione hanno mostrato di non produrre risultati concreti» e che «vi sono molti beni pubblici non utilizzati per i quali sarebbe possibile trovare investitori interessati se essi fossero messi sul mercato a condizioni accettabili». Si pensa quindi a «progetti di sviluppo» su aree pubbliche date in concessione o in diritto di superficie a due tipologie di soggetti promotori: i fondi comuni di investimento immobiliare o «soggetti imprenditoriali stabiliti nella Ue che abbiano forma unitaria e che possono documentare di aver condotto a termine nei sette anni precedenti alla data di entrata in vigore del presente decreto almeno una operazione di valorizzazione o di sviluppo immobiliare di importo almeno pari a quella di cui allo studio di fattibilità richiesto». Lo studio di fattibilità darebbe il via all’iter: sul modello del promotore infrastrutturale, dovrebbe definire tutti gli interventi proposti, le risorse, le volumetrie, gli investimenti, la durata della concessione o del diritto di superficie e dovrà comunque escludere ricadute di finanza pubblica. Il promotore dovrà prevedere come controvalore del periodo di concessione o del diritto di superficie «un predeterminato stock di alloggi di edilizia pubblica trasferiti gratuitamente all’ente locale». Si ipotizza nel testo anche la partecipazione di Cassa depositi e prestiti o della Cdp Investimenti Sgr, con modalità tutte da definire. Il testo contiene anche un pacchetto cospicuo di semplificazioni per sveltire le procedure di cessione degli immobili della Difesa e due norme che vorrebbero facilitare la dismissione di beni demaniali: l’esonero dall’obbligo di rendere in sede di atto di compravendita la dichiarazione di conformità catastale a pena di nullità dell’atto e la possibilità di acquisire l’attestato di prestazione energetica (Ape) in un momento successivo agli atti di trasferimento dell’immobile.

L’unica incertezza riguarda il campo di azione: le indiscrezioni parlano sempre di "demanio", non riferendosi nello specifico al demanio marittimo. Ma le proposte sono troppo simili ad altre già sentite in passato dagli imprenditori balneari, per non farsi prendere dal dubbio. Da quando la direttiva europea Bolkestein ha portato all’abolizione del rinnovo automatico delle concessioni demaniali italiane (il cosiddetto "6+6"), numerosi esponenti dei governi Monti e Letta hanno infatti avanzato idee simili a quelle riportate dal Sole 24 Ore, e che generalmente non sono piaciute alle associazioni balneari.

Quel che è sicuro è il governo si sta muovendo anche in questo campo, pur senza avere ancora interpellato i rappresenanti degli imprenditori balneari per varare una riforma condivisa. Una riunione di coordinamento per definire il decreto sblocca-Italia si terrà a Palazzo Chigi il prossimo lunedì 25 agosto, al termine della pausa estiva. Solo allora sarà possibile saperne di più.

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