L’importanza delle dune costiere

Questo articolo fa parte di "Granelli di sabbia"

Divagazioni su processi, forme e tematiche ambientali della spiaggia. Una rubrica a cura del GNRAC.

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Una passatoia per accedere alla spiaggia di San Rossore, in Toscana, senza danneggiare la duna costiera.

Romanzi, film, poesie, e perfino profumi, tutto può intitolarsi “dune”, e spesso si pensa alle dune costiere. Perché allora trattarle come semplici mucchi di sabbia da spianare per costruire case, passeggiate a mare e stabilimenti balneari? Credo che la gran parte dei lettori di questo sito la pensi come me, perché le vedono crescere, difendere la costa dalle mareggiate, separare la spiaggia dalle strade e dalle strutture che vi sono dietro, accoglierci con un po’ di ombra nelle giornate più assolate e… chi non ricorda di averlo fatto (o di averlo voluto fare!) fra le dune?

Come si formano le dune costiere

Il vento preleva la sabbia dalla spiaggia e la trasporta fino a che non trova un ostacolo, generalmente costituito da vegetazione bassa che riesce a vivere in un ambiente difficile con tanto vento, poca acqua e salata, un terreno in continua evoluzione. Ma è proprio questa vegetazione che fa nascere la duna, pettinando il vento e costringendolo ad abbandonare i granelli di sabbia. Il terreno s’innalza, ma la vegetazione tiene il passo e non viene sepolta.

Se confrontiamo i granelli di sabbia che si trovano sulla duna con quelli della spiaggia, ci accorgiamo che i primi sono più fini e di dimensioni molto più uniformi. Questo avviene perché il vento non riesce sollevare e trasportare i granelli più grossi, che rimangono sulla spiaggia formando una corazza, talvolta di ghiaia, che protegge gli strati sottostanti. E poi non è che il vento li sollevi molto, anzi, la gran parte dei granelli viene trascinata sulla superficie della spiaggia oppure fa dei piccoli salti; solo una parte raggiunge quote maggiori, ma sempre di pochi decimetri. Infatti, la sabbia ci entra negli occhi se siamo sdraiati a leggere un libro, ma quando ci alziamo in piedi questo diventa molto meno frequente.

Quanto può crescere in altezza una duna costiera

Si potrebbe pensare che, fino a che c’è sabbia, questa si possa accumulare formando una duna. Invece le cose sono più complesse. Il vento che costruisce la duna deve anche superarla risalendone un fianco, ma così sulla cresta la corrente d’aria si concentra e accelera. Più alta è la duna e più forte è il flusso dell’aria, che a un certo punto comincia a eroderla. Si raggiunge quindi una specie di equilibrio fra il vento che costruisce e quello che erode.

La Dune de Pylà, la più alta d’Europa, ha raggiunto il suo equilibrio dinamico con un’altezza che, negli ultimi anni, è oscillata fra i 104 e i 114 metri. E cosa ne ha consentito questa crescita? La formazione di una grande duna necessita di un forte vento e di un’estesa sorgente di sabbia. Alle medie latitudini sono le coste che guardano a ovest quelle investite dai venti più forti e più frequenti, mentre la sabbia, che deve essere fine, si trova in prossimità della foce dei fiumi più lunghi che sfociano dopo aver attraversato estese pianure alluvionali dove abbandonano la ghiaia. Un altro elemento importante è l’escursione di marea: quando il mare si abbassa, scopre una fascia sabbiosa molto larga, che il vento può asciugare e dalla quale poi staccare i granelli di sabbia.

La Dune du Pyla, sulla costa del Golfo di Guascogna, è la più alta d’Europa.

La Dune du Pyla è sulla costa atlantica della Francia, prossima all’estuario della Gironda, dove l’escursione di marea, che arriva a 5 metri, scopre un enorme banco di sabbia. In Italia non abbiamo tutto questo, e comunque i complessi dunari più importanti si trovano alla foce del Po, dell’Arno, dell’Ombrone, del Tevere e del Volturno, dove non sono stati spianati dell’uomo. Ma le dune più alte d’Italia le troviamo sulla costa occidentale della Sardegna, dove non sfociano grandi fiumi, ma dove il vento regna sovrano. In realtà la loro altezza è spesso frutto di un trucco: la sabbia ha uno spessore minore e ricopre delle colline che si affacciano sul mare! E ci sarà qualcosa anche sotto il Mount Tempest, in Australia, dove sorge la duna più alta del mondo che raggiunge i 280 metri?

L’importanza della vegetazione

Se le dune hanno bisogno della vegetazione per nascere, non possono farne a meno neppure per sopravvivere, in particolare se la disponibilità di sabbia è modesta. Dove la vegetazione viene distrutta, in modo volontario o involontario, la sabbia riprende a muoversi, si crea un solco in cui essa non è protetta e nel quale il vento si incanala sempre di più, con un processo che si autoalimenta. È per questo che la protezione delle dune coincide con la protezione della loro vegetazione. Dunque, l’attraversamento sulle spiagge dotate di dune costiere deve avvenire su percorsi sollevati su passerelle o lungo sentieri con andamento sinuoso.

Anche sulla spiaggia la vegetazione pioniera va protetta, dato che, se vi è disponibilità di sabbia, è lei che permette la formazione di una duna incipiente, che poi evolverà in una vera e propria duna. Ecco perché, dove si vuole conservare un ambiente naturale, non si deve fare la pulizia meccanica delle spiagge. Le dune saranno talmente riconoscenti che, in caso di mareggiate eccezionali, restituiranno la sabbia che avevano ricevuto, per poi riprenderla quando ce ne sarà per tutti… se ce ne sarà!

Ma se le dune le costruisce il vento, che può spirare in tutte le direzioni, perché il loro andamento è sempre parallelo alla costa? La vegetazione può crescere solo a una ben determinata distanza dal mare, dove non viene raggiunta dalle onde, e in questa posizione nasce la duna; quindi parallela alla riva. Ma vi sono zone in cui la sorgente di sabbia è così imponente e il vento così forte, che le dune si formano anche senza l’aiuto della vegetazione; anzi si muovono verso l’interno fino a ricoprire boschi, campi coltivati e interi paesi. Ma anche qui le dune non possono formarsi nella fascia di spiaggia spazzata dalle onde e la loro base segue l’andamento del litorale. Non si formano però cordoni longitudinali e le dune assumono le stesse forme che ritroviamo nel deserto, ossia in un mare… di sabbia!

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