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La legge di stabilità sana i pertinenziali e rimanda tutto il resto

Chi ha aperto dei contenziosi sui canoni pertinenziali potrà presentare domanda entro il 28 febbraio e pagare il 30% della somma dovuta. La riforma generale del demanio marittimo è invece rimandata al prossimo anno.

di Alex Giuzio

Dopo settimane di intense trattative tra politici e imprenditori balneari, sulla legge di stabilità e le spiagge è finalmente possibile cominciare a dare alcune notizie certe. Una montagna di emendamenti è apparsa e scomparsa nel giro di pochi giorni o poche ore, alimentando sia le solite false polemiche della stampa e di alcuni politici disinformati, sia le speranze di una soluzione per le 30 mila imprese balneari che rischiano di finire all’asta a causa della direttiva europea Bolkestein. Ma questa soluzione non è ancora arrivata: come aveva già annunciato il vicepremier Alfano la scorsa settimana (vedi notizia), la riforma del demanio marittimo è tanto necessaria quanto complessa, perciò ha bisogno di un ragionamento meno frettoloso e più organico, che sarà affrontato con l’anno nuovo. Per questo, sono stati dichiarati inammissibili tutti gli emendamenti che, in un modo o nell’altro, hanno tentato di far passare alla Camera la salvezza degli stabilimenti balneari italiani. Ma, almeno, è stato definito il termine del 15 maggio 2014 come scadenza entro la quale il governo si impegna a risolvere la questione. Sono stati soprattutto Forza Italia e il Nuovo Centro Destra ad attivarsi in tal senso; mentre il Pd risulta ancora molto diviso sulla materia.

Ora il testo di legge tornerà al Senato, ma le speranze si sono fatte più remote. Intanto il tempo passa e gli investimenti continuano a essere bloccati. Di certo, il piano di sdemanializzazione proposto dal sottosegretario Baretta lo scorso 26 settembre era troppo complesso per poter essere approvato in tempi così brevi – e ha oltretutto trovato l’opposizione di una consistente parte del suo stesso partito. Ma questo continuo rimandare sta comunque nuocendo gravemente a 30 mila piccoli imprenditori italiani.

Nella stessa legge di stabilità è però almeno passato un altro importante emendamento: quello che risolve la grave posizione dei canoni pertinenziali, che a causa dell’applicazione di spropositati valori OMI hanno colpito circa 200 imprese balneari italiane con aumenti di canone fino al 1500%. Tali imprese, che si sono trovate da pagare anche canoni di 300 mila euro all’anno, avevano aperto numerosi contenziosi. Ma nei giorni scorsi la Commissione bilancio della Camera ha finalmente dato il via libera a un emendamento che, oltre a fissare al 15 maggio 2014 la revisione di tutti i canoni demaniali, offre nel frattempo una sanatoria dei contenziosi pendenti e degli indennizzi per l’utilizzo dei beni demaniali marittimi. In dettaglio, l’emendamento prevede che il soggetto interessato possa pagare subito, e con un’unica soluzione, il 30% delle somme dovute all’erario; oppure rateizzare fino a un massimo di sei tranche annuali il 60% del dovuto, oltre agli interessi legali. La domanda per aderire alla sanatoria dovrà essere presentata entro il 28 febbraio 2014.

La soluzione, per quanto opportuna, è solamente transitoria: i valori OMI continuano a rappresentare un pericolo per gli imprenditori balneari, e per questo occorre una loro totale abolizione e non solo una sanatoria. Inoltre, con tale emendamento si è venuta a creare una disparità tra chi ha già pagato i canoni pertinenziali e chi invece ha intrapreso la strada del contenzioso. Ma può darsi che questi difetti vengano già corretti in sede di discussione al Senato.

Sempre riguardo ai canoni demaniali marittimi, è inoltre stato approvato un altro emendamento che permette a tutti gli stabilimenti balneari di non dover più smontare i materiali amovibili alla fine della stagione. Ciò sarà permesso a fronte di un aumento del 3% del canone demaniale. Così recita il testo dell’emendamento: «Al fine di fronteggiare il grave stato di crisi del settore turistico balneare e nelle more del procedimento di revisione del quadro normativo in materia di rilascio delle concessioni di beni demaniali marittimi lacuali e fluviali con finalità turistico ricreative e sportive, i canoni […] applicabili alle sole utilizzazioni per finalità turistico ricreative sono incrementati nella misura del 3 per cento per le concessioni in essere alla data di approvazione della legge di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194 convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25 e successive modificazioni, che utilizzino manufatti amovibili cui alla lettera e.5) dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, testo unico in materia edilizia. I concessionari possono mantenere installati i predetti manufatti fino alla scadenza della concessione, senza necessità di nuova istanza. I manufatti dovranno comunque essere rimossi alla data di scadenza della concessione, permanendo solo per il periodo di durata della stessa».

I sindacati si sono detti soddisfatti per questo primo emendamento, come ha sottolineato Cristiano Tomei, coordinatore di Cna Balneatori, che abbiamo contattato telefonicamente. Abbiamo inoltre chiesto un commento al senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha dichiarato di non fidarsi del governo Letta per quanto riguarda la questione balneare. Cliccando sul video qui sotto è possibile ascoltare le due interviste.

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